Tuck Bike: la bici pieghevole di dimensioni normali, con le ruote che si piegano

blogs

Leggi qui la storia di Alex Animashaun, l'inventore di Tuck Bike, la bici pieghevole con ruote pieghevoli.

Nel 2016, Alex lavorava a Nairobi, in Kenya, in una startup automobilistica. Quando è tornato nella sua città natale, Londra, nel Regno Unito, per vedere i suoi amici e la sua famiglia, è rimasto impressionato nel vedere tutte quelle biciclette pieghevoli a ruote piccole che si riversavano per la città. Gli sembravano ridicole e cominciò a chiedersi perché non si potesse realizzare una bici di dimensioni normali che potesse essere piegata in poco spazio come quelle.

Ovviamente ha capito ben presto che se hai ruote grandi non puoi piegare la bici molto piccola, perché la ruota è l'ultimo elemento indivisibile su una bici, e quindi è il limite. Allora si è chiesto: "E se si potesse davvero piegare la ruota?" Impossibile! ... o forse no.
Alex non ha rinunciato all'intuizione e, tornato in Kenya, ha iniziato a disegnare e realizzare prototipi ea fare prove.


Probabilmente non si era reso conto di essersi appena imbarcato in un viaggio pluriennale cercando di reinventare la ruota.

Alex si è poi trasferito ad Oakland, in California, con sua moglie e aveva intenzione di trovare un lavoro regolare e armeggiare. Ha intervistato in diversi luoghi e ha sperimentato il razzismo americano nelle sue stesse lotte. "Interviste stranamente aggressive che hanno messo in dubbio se avessi davvero fatto le cose che ho affermato", dice Alex.
"Hanno mostrato incredula incredulità sul fatto che avrei potuto fare le cose che avevo fatto. O gli intervistatori che chiedevano esempi di creatività e quando avevano una ruota piegata davanti ai loro occhi in un modo mai visto da nessuno sul pianeta, continuavano a sostenere che non lo ero" t abbastanza creativo". Alex ha deciso che non voleva che nessuno avesse quel potere su di lui. Non voleva cambiare codice e nascondere la sua oscurità per sopravvivere in un ufficio. Così ha fondato Tuck Bike, il suo "bambino", e ora indossa pantaloncini e Crocs per andare al lavoro.

Ma torniamo alle bici! Lungo la strada sono stati fatti molti tentativi ed errori. Ma, alla fine, Alex Animashaun è riuscito a ripiegare la ruota della bicicletta!

Altre bici a ruote piccole dicono che "si sentono proprio come una bici normale", beh Tuck è una bici normale. Solo che le ruote si ripiegano. È bello da dire.

Alex ricorda che guidare il primo prototipo era pesante e instabile... una brutta esperienza, ma ... ha funzionato!
Quindi si è messo di nuovo al lavoro partendo dai problemi più difficili e, per gli altri problemi tipo: come piegare il pneumatico, come fissare una ruota pieghevole al telaio della bicicletta, ... era convinto che, in qualche modo, sarebbe stato in grado di risolverli più avanti.

E così fu, tanto che ora, Tuck Bike è una bici completamente funzionante che puoi piegare (e riaprire) in circa 2 minuti e si pedala alla grande!

Quindi, se in casa non hai spazio per una bicicletta normale, possedendo una Tuck bike puoi infilarla sotto alla scrivania o portarla con te in treno o nella metropolitana. Oppure puoi semplicemente buttarla nel bagagliaio della tua auto senza dovere nemmeno abbassare i sedili posteriori.

La Tuck Bike è una bici di dimensioni normali, ma senza i compromessi di una bici a ruote piccole!

Alla Tuck Bike stanno lavorando per lanciare una prima mondiale nell'ambito delle biciclette. Sul loro sito dicono:

"Ti toglierà il fiato e addolcira la tua vita da commuter."

"È fantastica."

"È radicale."

"È divertente."

"Non vediamo l'ora di condividerla con te."

Quindi, rimanete sintonizzati qui su EurekaBike per le prossime notizie da Tuck Bike ed essere pronti a sapere quando questa bici sarà disponibile per la vendita.
Se sei interessato a questa bici puoi anche dare un'occhiata alla pagina dedicata del marchio Tuck Bike su EurekaBike.


Fonte: tuckbike.com

 

Ieio

Blog simili

Novità
Brembo e Specialized Gravity presentano i nuovi freni alla Coppa del Mondo Downhill
È ufficiale: Brembo entra nel mondo della mountain bike, e lo fa in grande stile. Dopo mesi di speculazioni, la conferma arriva direttamente dai profili Instagram di Specialized Gravity e Brembo. Il colosso italiano della frenata, sinonimo di eccellenza in Formula 1 e MotoGP, firma una partnership tecnica esclusiva con uno dei team più forti del panorama downhill mondiale. Il debutto ufficiale avverrà nel circuito della UCI Mountain Bike World Series 2025, con il nuovo impianto frenante installato sulle bici da gara di Loïc Bruni, Finn Iles e Jordan Williams. Il sistema, sviluppato ad hoc, rappresenta la prima vera incursione di Brembo nel segmento racing della MTB, un mercato sempre più competitivo e tecnologicamente avanzato. Dettagli tecnici del nuovo sistema frenante Brembo Il nuovo impianto frenante è stato progettato per offrire performance estreme su tracciati DH, e comprende: Pompa freno assiale con tre regolazioni: leva, distanza e punto di contatto, per una sensibilità su misura. Pinze a 4 pistoni in alluminio da 18mm di diametro, progettati per mantenere precisione anche sotto elevati stress termici. Disco fisso con spessore maggiorato (2,3 mm) e superficie frenante estesa, studiata per ottimizzare la dissipazione del calore. Tubi in treccia d'acciaio per una trasmissione della pressione del fluido costante, anche nelle condizioni più estreme. Il sistema è pensato per essere simmetrico anteriore/posteriore e per fornire una frenata modulabile e potente, con un focus particolare sulla resistenza alla fading durante le discese più lunghe e tecniche. Solo per il racing? Per ora sì. Secondo le fonti ufficiali, il nuovo impianto Brembo sarà riservato esclusivamente alle competizioni per il momento. Le bici del team Specialized Gravity saranno le uniche a montarlo nel 2025, e non sono ancora previste versioni commerciali o aftermarket. Tuttavia, l’attenzione mediatica e la cura dei dettagli fanno pensare che la commercializzazione potrebbe essere nei piani futuri, forse già nel 2026. Perché questa mossa è strategica per Brembo Eredità racing: Brembo domina già in MotoGP, Formula 1, Endurance e Rally. Portare lo stesso know-how nella MTB significa spingere l’asticella delle performance tecniche. Sinergia con Öhlins: dopo l’acquisizione del produttore svedese di sospensioni, già partner di Specialized, l’approdo alla frenata MTB appare come un’estensione logica e coordinata della strategia di Brembo. Richiesta di specifiche tecniche sempre più estreme: I tracciati di DH moderni impongono materiali e design capaci di sostenere forze termiche e meccaniche al livello del motorsport. Brembo si propone come soluzione high-end per questa nuova era del downhill. Questa collaborazione segna l’inizio di una nuova fase per l’industria del freno in MTB, che potrebbe portare ad un ripensamento generale degli standard tecnici nel segmento gravity. A livello estetico, il design del gruppo freno è già riconoscibile: colore rosso, logo Brembo ben visibile e una costruzione che richiama immediatamente l’ambiente racing. Cosa possiamo attenderci per i prossimi sviluppi     Disponibilità retail:       Non ancora prevista nel 2025. Possibile nel 2026 o 2027. Prezzo stimato: Molto alto, probabilmente tra i più costosi del mercato, in linea con la qualità e il marchio. Target: Team professionali, amatori d’élite e tech-enthusiast del settore gravity.   La sfida ora sarà confrontarsi con i principali player già affermati come SRAM (Code e Maven), TRP, Magura e Hope. Ma Brembo parte con un vantaggio: un brand iconico e una reputazione costruita con decenni di vittorie in pista. Un segnale forte per la MTB gravity Il debutto di Brembo nella Coppa del Mondo di downhill è più di una semplice collaborazione: è il segnale che la MTB è ormai matura per l’adozione di tecnologie e standard presi direttamente dal motorsport. Con Specialized Gravity come laboratorio racing, ci aspettiamo grandi sorprese in termini di performance, design e – si spera presto – disponibilità per il grande pubblico.
17-06-2025 Leggi Read
Novità
Enyring ed e-Novia: arriva l’ecosistema di battery swap per eBike
In occasione del lancio ufficiale del progetto, la redazione di EurekaBike ha intervistato i responsabili delle aziende Enovia ed Enyring, che hanno collaborato per rivoluzionare dalle fondamenta il paradigma della mobilità urbana leggera.  Un nuovo concetto di utilizzo della eBike che sta prendendo forma tra Berlino ed Amsterdam.  Yamaha e i nuovi concetti chiave di "battery swap" e "piattaforma IoT" L'iniziativa Enyring nasce dalla spinta innovativa di Yamaha Motor ed ha un obiettivo ambizioso: sostituire il modo in cui i proprietari di eBike "fanno il pieno" alla loro bicicletta elettrica.  L'idea di base è quella di eliminare del tutto la necessità di ricarica domestica, sostituendo questa operazione con il concetto di "battery swap", ovvero un'operazione istantanea, accessibile e completamente integrata in un ecosistema digitale che consiste nella semplice operazione di lasciare la batteria scarica all'interno di una apposita stazione e di prelevarne una carica in pochi secondi.  Al fianco del team tedesco-giapponese c’è e-Novia, un'azienda deep tech tutta italiana specializzata nell'integrazione tra mondo fisico e mondo digitale, che ha costruito la piattaforma tecnologica su cui si basa l’intero servizio. La piattaforma e-Novia che gestisce le batterie intelligenti Tutto il sistema ruota attorno alla batteria intelligente di Enyring, ed e-Novia, forte dei suoi oltre dieci anni di esperienza nel settore della connettività veicolare, ha sviluppato la piattaforma che consente di gestire interamente tutte le funzionalità legate alla questo componente così innovativo.   La batteria smart Enyring non è solo un elemento hardware, bensì il cuore intelligente del veicolo. È lei che comunica in tempo reale con l’ecosistema, raccoglie dati, gestisce permessi ed autorizzazioni e abilita funzioni predittive grazie a connettività ed intelligenza artificiale. Il sistema registra tutti i dati di carica e scarica, le transazioni degli utenti e le metriche d’uso processando queste informazioni in modo continuo al fine di migliorare costantemente l’esperienza d'uso del ciclista urbano.  L’intelligenza artificiale contribuisce ad ottimizzare le performance delle batterie a livello delle battery station e ne regola anche l’assegnazione, assicurando che ogni utente riceva la batteria più adatta, nel momento giusto. Naturalmente, tutti i dati sensibili sono trattati in conformità con le normative europee, attraverso protocolli tecnologici e funzionali pensati per garantire sicurezza e privacy. Un nuovo concetto di proprietà e sicurezza grazie alla smart battery Un altro elemento distintivo del sistema Enyring è il modello di gestione integrato di veicolo e batteria. Enyring non è, infatti, una semplice piattaforma per lo scambio di batterie scariche con batterie cariche: attraverso la batteria, l’utente può anche bloccare o sbloccare la bici, impedendo l’uso da parte di soggetti non autorizzati. La batteria agisce quindi come una vera e propria chiave digitale, portando il concetto di proprietà e sicurezza della eBike ad un nuovo livello. Questo è possibile grazie all’architettura IoT che mette in dialogo in tempo reale i componenti del sistema veicolo-batteria. Quando e dove sarà disponibile Enyring Il lancio commerciale di Enyring è previsto per l’autunno 2025, al termine delle certificazioni in corso. I primi modelli di eBike saranno a marchio Enyring; il brand Yamaha rimarrà "dietro le quinte" come fornitore di tecnologia e non sarà protagonista a livello di comunicazione. In altre parole, non vedremo biciclette né motori marchiati Yamaha e dedicati all'infrastruttura Enyring, ma tutti i veicoli, le batterie e le colonnine saranno marchiate Enyring.  Al momento, il sistema di battery swap sarà quindi riservato esclusivamente alle bici proprietarie a marchio Enyring , in attesa di verificare la maturità del mercato e le condizioni per una possibile apertura di questo sistema ad altri brand che dovessero essere interessati a fare parte di questa infrastruttura innovativa. Obiettivo: un futuro modulare Sebbene l’attuale focus sia sulla crescita del servizio a Berlino e Amsterdam, il team di Enyring guarda già oltre. L’obiettivo dichiarato è quello di diventare la piattaforma europea di riferimento per lo scambio batterie nel settore eBike. In quest’ottica, un’estensione verso una logica multibrand è considerata un’opzione reale, soprattutto per stimolare l’adozione su larga scala e creare una rete interoperabile di modelli compatibili. Bottle battery per una riserva di energia ancora più pratica? L’idea di sviluppare batterie più compatte – magari simili a una borraccia da 500 ml, perfette per l’uso urbano leggero – è stata presa in considerazione come possibile evoluzione futura. Al momento, però, Enyring resta concentrata sul suo core business: cioè quello di produrre batterie da 480Wh e 48V, pensate per garantire autonomia, stabilità e compatibilità con i modelli di eBike Enyring in uscita entro l'anno. Deep tech ed AI: una visione che guida l’innovazione Tutta la logica alla base del progetto si fonda su una filosofia guidata dalla integrazione di deep technology ed AI. Come spiega il team di e-Novia, si tratta della fusione tra intelligenza artificiale, sensoristica avanzata e sistemi integrati, applicata direttamente agli oggetti fisici. Non si aggiunge semplicemente “tecnologia” a un prodotto: si ripensa la natura stessa del prodotto e il suo rapporto con l’ambiente. Nel mondo della mobilità leggera, questa rivoluzione significa eBike intelligenti, connesse e adattive, capaci di apprendere dai comportamenti dell’utente e reagire dinamicamente. È una visione che si nutre tanto di tecnologie sviluppate internamente quanto di trasferimenti da settori affini, come la robotica, l’automazione industriale o i veicoli autonomi. E il vero salto evolutivo? Sarà l’integrazione totale tra hardware intelligente e software predittivo, in grado di generare non solo prodotti migliori, ma interi ecosistemi adattivi. La bici intelligente che impara e si adatta L'evoluzione della mobilità elettrica urbana secondo e-Novia non sarà guidata da batterie più capienti, né da motori più potenti. Il salto evolutivo avverrà quando la bicicletta sarà capace di apprendere.  Grazie all’approccio della Physical AI, le eBike del futuro – come quelle su cui stanno lavorando e-Novia ed Enyring – non saranno semplicemente connesse: saranno intelligenti, capaci di raccogliere dati durante l’utilizzo, interpretarli e migliorare il proprio comportamento nel tempo. Immaginiamo una bici che riconosce le tue abitudini di guida, che ottimizza autonomamente i consumi in base al percorso, che adatta la spinta del motore al tipo di terreno o al traffico che incontra. Oppure che, nei contesti urbani, regola la propria potenza per garantire la massima sicurezza in prossimità di attraversamenti pedonali o incroci trafficati. Questa intelligenza contestuale nasce dalla sinergia tra sensoristica avanzata, algoritmi predittivi e connettività in tempo reale. Una bici che non solo risponde all’ambiente, ma interagisce attivamente con esso, offrendo un’esperienza personalizzata, efficiente e sempre più sicura. La mobilità intelligente è già realtà Enyring non sta solo progettando nuove batterie e biciclette, ma con la collaborazione del partner tecnologico e-Novia sta costruendo un nuovo linguaggio tra l’utente e il mezzo di trasporto. Un linguaggio fatto di dati, adattamento, predizione e sicurezza. La bici, da semplice oggetto passivo, diventa un sistema intelligente che evolve nel tempo, insieme a chi la guida e all’ambiente in cui si muove. Con questa visione, la sfida non è solo quella di eliminare i limiti della ricarica, ma di ridefinire l’intera esperienza urbana su due ruote. E tutto fa pensare che il battery swap sia solo il primo passo verso una mobilità davvero integrata, personalizzata e sostenibile.
19-06-2025 Leggi Read

Filtra i Blog

Loading...
go to top
Coming Soon
Stay tuned