Benvenuto sul blog di EurekaBike, un magazine con aggiornamenti settimanali dove troverai una selezione delle più interessanti notizie legate al mondo della bicicletta.
Il Blog EurekaBike è diviso in quattro sezioni per una lettura più gradevole e per farti navigare con più facilità fra le notizie di bici più interessanti: Novità, Video, Sport, Lifestyle ed Eureka World.
Fra le Novità trovi le ultime notizie legate al mondo del ciclismo, come la presentazione di nuovi modelli di biciclette, ricambi e accessori bici delle migliori marche come Trek, Scott, Specialized, Orbea, Pinarello, ... Nella sezione Video troverai una raccolta dei più spettacolari video di biciclette per trascorrere dei momenti piacevoli in relax, sognare grazie a immagini e musiche mozzafiato, e magari imparare qualcosa di nuovo, ovviamente a tema bici. Se sei appassionato di gare di bici, la sezione Sport del blog EurekaBike riporta le più importanti notizie sportive sia di bici da corsa sia di mountain bike, ma anche notizie su sporti minori come il triathlon, ciclocross e il biketrial. Nella sezione sport troverai anche interessanti monografie su atleti, stili di vita e curiosità legate al mondo della gare in bici. C'è poi la sezione Lifestyle, dove raccogliamo le informazioni su fiere bici, normative biciclette e altre informazioni utili per chi vive o vuole avvicinarsi al mondo del ciclismo. La senzione Eureka World, infine, raccoglie articoli speciali dove ti portiamo a conoscere i nostri migliori vendor e tante altre curiosità legate all'ambizioso progetto EurekaBike!
Sono passate poco più di 24 ore dalla prima medaglia dell'Italia a questi Mondiali di ciclismo di Glasgow 2023, ed è dalla pista che il nostro tricolore porta a casa un’altra vittoria: nella finale per il titolo mondiale dell’inseguimento individuale, andata in scena nella serata del 6 agosto, Filippo Ganna si proclama in maniera spettacolare Campione del mondo vincendo in rimonta sul britannico Dan Bigham. Il pubblico del velodromo Sir Chris Hoy è stato testimone di una vittoria straordinaria del ciclista verbanese. Partito in netto svantaggio su Dan Bigham che con un tempo di 4’02”030 era in lizza per l’oro. Filippo a un chilometro dalla fine – su 4 – era staccato di 2’168: un’infinità. E ancora di 1”7 ai meno 500 metri, di 0”558 ai -125. Ma nonostante tutto ha vinto con una rimonta clamorosa, aggiudicandosi la vittoria di 0”054, cioè 84 cm, con un tempo di 4’01”976. Ganna si è fatto conoscere per questi suoi recuperi sensazionali, che fanno vivere al cardiopalma finali come quella di poche ore fa. Per citarne una, Tokyo 2021: fu lui a trascinare i suoi fortissimi compagni di squadra Lamon, Consonni e Milan all’oro olimpico nel quartetto. La Nuova Zelanda, al primo turno, in vantaggio di 3/10 ai meno 500 metri, bruciata per 0”090. La Danimarca, in finale, per 0”166 dopo essere entrata nell’ultimo km avanti di 0”867. Anche contro lo stesso Jonathan Milan, l’anno scorso, nella finale italiana dell’inseguimento, era sotto dopo 2 km. Le magie con Top Ganna non accadono solo in pista. Torniamo per un attimo alla crono iridata del 2021 a Bruges quando ammutolì il pubblico belga rimontando Van Aert conquistando il secondo titolo di specialità: perdeva 6”68 dopo 13,8 km, 0”84 al km 33,3, prima di piombare al traguardo 10 km dopo con i 5”37 necessari per l’oro. Ne avevamo già parlato in questo precedente articolo. La domanda sorge spontanea: come fa? Per cercare di capire meglio le caratteristiche del nostro fuoriclasse abbiamo parlato i tecnici che si occupano della sua preparazione: Marco Villa, c.t. della pista; Diego Bragato, capo performance della Fci; Dario Cioni, tecnico e allenatore di Ganna nel club Ineos-Grenadiers. GESTIONE PERSONALE. «Filippo soffre la partenza rapida, dunque è meglio dargli il tempo di mettersi “in asse con il cronometro” e dargli modo di esprimersi tutto entro la fine – spiega Villa -. Logico, per far così devi conoscere te stesso alla perfezione per iniziare a spingere al momento giusto. Se corri in questo modo e perdi arrivando alla fine con ancora qualcosa dentro, avrai il rammarico di non avere cominciato prima. Ma nella gestione, nell’amministrazione dello sforzo, è diventato un maestro». Adesso. Ma in passato… “Non era così. Penso al primo inseguimento individuale da jr, ad Anadia in Portogallo. Un disastro. Era già il più forte, ma arrivò quarto. In qualificazione era partito piano contro un avversario debole. L’ha visto davanti, ha spinto, gli ultimi due giri andò più forte degli Under 23. Ma “solo” terzo tempo. Nella finale terzo-quarto posto, è partito a razzo ed è arrivato fermo. Ci abbiamo lavorato tantissimo. Allenamenti, gare, analisi, progressioni”. STRUTTURA MUSCOLARE. «Nello specifico dei recuperi su pista – afferma Diego Bragato -, a Filippo non si può chiedere una partenza del livello di un Milan. Dipende dal tipo di fibre, dal picco di potenza. Pure Jonathan è “grande”, ma è più veloce. Infatti vince gli sprint di gruppo e può essere l’uomo di partenza nel quartetto, mentre Ganna è perfetto come ‘quarto’ e ha fibre comunque veloci, ma più resistenti. Due concetti chiave sono quelli della potenza lattacida e della capacità lattacida, due componenti fisiologiche che emergono proprio nella fase finale dell’inseguimento. La sua storia dimostra che è al top perché ha valori eccellenti. In poche parole la potenza lattacida è la capacità dell’organismo di esprimere potenza su sforzi massimali tra i 2’ e massimo i 4-6’. Mentre la capacità lattacida riguarda l’attitudine di redimere l’accumulo di acido lattico dopo sforzi massimali oltre il minuto. Cioè protrarre lo sforzo, essere capace di portarlo avanti per più tempo di altri». STRATEGIA. Il ragionamento di Dario Cioni – che ha studiato già nei dettagli il percorso di venerdì, che finisce in salita al castello di Stirling – parte invece da una considerazione semplice ma per nulla scontata: «Rispetto alla pista, in una cronometro ci sono molte più variabili. Penso al tipo di percorso, al meteo, all’orario diverso delle partenze. E la componente strategica deve variare in funzione di tutto questo. A Bruges 2021 vinse in rimonta, ma per esempio l’anno prima ad Imola fece la differenza nella prima parte, perché per lui era più adatta a ricavare un vantaggio; nella seconda fu Van Aert a recuperare qualcosa. Ma di certo la crono ideale è quando arrivi sapendo di aver speso tutto, proprio tutto quello che avevi. In una prova contro il tempo, le energie maggiori vanno consumate nelle parti dove si può guadagnare più tempo. E di certo Filippo ha tutto per finire le sue prove in crescendo, se serve. Ha imparato come dosarsi». fonte: Gazzetta dello Sport, 08/08/2023
L'evoluzione delle bici elettriche ha rivoluzionato il modo in cui viviamo la mobilità e il piacere di pedalare. Queste moderne opere d'ingegneria uniscono la forza delle gambe umane alla potenza dell'energia elettrica, creando un connubio perfetto di tecnologia e tradizione. In questo articolo, ti guideremo attraverso le e-bike più alla moda del momento, suddividendole per specialità. Che tu sia un urbano, un avventuriero fuoristrada o un appassionato di lunghe distanze, troverai sicuramente il modello perfetto per te. E-Bike da Città: Stile e Sostenibilità Le e-bike da città stanno vivendo un'epoca d'oro, con nuovi modelli che coniugano stile e sostenibilità in maniera sorprendente. I designer e gli ingegneri si sono impegnati a creare bici elettriche eleganti, dalle linee fluide e contemporanee, che si integrano perfettamente nella vita urbana. Queste e-bike non solo rispondono all'esigenza di un'alternativa ecologica al trasporto tradizionale, ma rappresentano una dichiarazione di intenti verso uno stile di vita più consapevole. L'adozione di materiali eco-friendly e batterie ad alta efficienza sottolinea l'impegno verso un'alternativa ecologica. Oltre all'aspetto green, le e-bike da città offrono un'esperienza di guida senza pari, rendendo i tragitti quotidiani un momento di piacere. Che tu stia dirigendoti al lavoro o esplorando il centro città, queste eBike rappresentano un passo avanti nel futuro. Alcuni modelli spiccano per il loro stile e la sostenibilità integrata. Marchi rinomati come Brompton con la sua Electric, la serie S3 & X3 di VanMoof, stanno ridefinendo il concetto di mobilità urbana. Dotate di batterie potenti e motori silenziosi, queste biciclette offrono un'esperienza di guida fluida indispensabile in città. Caratteristiche come display intuitivi, connettività intelligente, chiusure integrate e sistema di allarme antifurto GPS ne fanno delle compagne affidabili e sicure. L'attenzione al dettaglio è evidente nei modelli come la Cowboy 4 e la Stromer ST5, con particolari minimalisti e materiali di alta qualità. Anche se queste e-bike offrono un'esperienza premium, molti marchi stanno lavorando per mantenere prezzi accessibili, rendendo questo connubio tra sostenibilità e stile alla portata di un pubblico più vasto. Mentre le e-bike di lusso come la Stromer ST5 possono raggiungere un prezzo più alto, ci sono anche opzioni più economiche come la VanMoof S3 & X3 e la Cowboy 4 che offrono una performance eccezionale e uno stile raffinato a un prezzo più contenuto, rendendo l'esperienza delle e-bike da città alla portata di tutti. E-MTB: Avventure Off-Road Potenziate Se il fuoristrada è la tua passione, le mountain bike elettriche sono la risposta. Ad oggi le E-MTB stanno ridefinendo il concetto di avventura fuoristrada. Combinano la potenza dell'assistenza elettrica con l'agilità di una MTB tradizionale. Scalate ripide e discese avventurose diventano più accessibili grazie a motori potenti e batterie di lunga durata. Modelli come la Specialized Turbo Levo e la Trek Powerfly stanno portando l'esperienza off-road a nuovi livelli. La Specialized Turbo Levo offre una combinazione perfetta tra potenza e controllo grazie al motore Brose e alla batteria integrata, che garantiscono un'accelerazione fluida anche su terreni impegnativi. La Trek Powerfly, d'altra parte, brilla con il suo telaio in alluminio leggero ma resistente, accoppiato al potente motore Bosch. Entrambi i modelli introducono caratteristiche come la sospensione di alta qualità e l'integrazione di componenti di fascia alta per un'esperienza di guida superiore. Le e-MTB di fascia alta come la Turbo Levo possono arrivare a un prezzo più elevato, ma sono una scelta ideale per gli appassionati di mountain bike che cercano performance eccellenti. Allo stesso tempo, esistono opzioni più accessibili come la Trek Powerfly che offrono ancora un'esperienza di guida straordinaria senza rompere il budget. In entrambi i casi, queste e-MTB stanno aprendo nuove porte a una nuova frontiera dell’off-road. E-Bike da Trekking: Viaggi senza Limiti Le e-bike da Trekking sono diventate il compagno ideale per chi ama il fuori strada su due ruote. Progettate per l'esplorazione a lungo raggio, modelli come la Explorer Adventure Plus ti permettono di affrontare viaggi epici con facilità. Batterie ad alta capacità ti garantiscono un’autonomia duratura, mentre l'assistenza elettrica intelligente consente al rider di adattarsi ad ogni tipo di terreno. Dalle strade urbane ai sentieri sterrati, con queste bici potrai esplorare nuovi terreni senza porti più limiti. L'assistenza elettrica intelligente sulle e-bike da trekking rappresenta una delle innovazioni più significative nel mondo delle biciclette elettriche. Questo sistema avanzato di assistenza al pedale regola automaticamente la quantità di potenza erogata dal motore elettrico in base all'intensità della pedalata e alle condizioni del percorso. In pratica, quando si pedala con maggiore forza o in salita, il sistema rileva l'impegno del ciclista e fornisce una maggiore potenza per aiutare a superare l'ostacolo. Al contrario, quando si pedala con minor sforzo o in discesa, l'assistenza viene ridotta o addirittura interrotta, consentendo al ciclista di lavorare solo con la propria forza. Questa tecnologia intelligente non solo ottimizza l'efficienza dell'assistenza elettrica, ma contribuisce anche a estendere l'autonomia della batteria. Poiché la potenza erogata si adatta dinamicamente alle esigenze, si può percorrere una maggiore distanza con una singola carica di batteria. Ad oggi il mercato una vasta gamma di modelli tra cui scegliere, spaziando tra varie fasce di prezzo e caratteristiche tecniche, ma in grado tutte di offrire alti standard di versatilità e comfort. Per non porre limiti alla tua esperienza in sella. La Bosch Trekking eBike si distingue per la sua affidabilità grazie al sistema di motorizzazione Bosch, che offre un'assistenza fluida e regolabile in base alle esigenze del ciclista. La Giant Explore E+, invece, è apprezzata per la sua geometria confortevole e per la batteria integrata EnergyPak che garantisce una maggiore autonomia. Entrambe queste e-bike da Trekking dispongono di varie opzioni di montaggio per gli accessori, innovazioni che le rendono ideali per lunghi viaggi in sella. Come in ogni altro settore, i modelli di fascia alta offrono caratteristiche all’avanguardia e materiali di maggior pregio, portando al contempo ad una crescita dei prezzi. Esistono tuttavia anche opzioni più economiche come la Bosch Trekking eBike, in grado di garantire comunque un'esperienza di guida eccezionale e prestazioni notevoli. Indipendentemente dal modello che sceglierai, queste e-bike da Trekking aprono nuovi orizzonti ai rider sempre pronti all’esplorazione che non vogliono porsi limiti. E-Bike Pieghevoli: Compatta, Ma Senza Compromessi Le e-bike pieghevoli rappresentano un'evoluzione geniale nel panorama della mobilità urbana, l'essenza della versatilità. La loro praticità è innegabile: la possibilità di piegarle in pochi istanti le rende estremamente versatili, adattandosi a qualsiasi situazione. Questo aspetto le rende la scelta perfetta per affrontare sfide quotidiane delle grandi città come l'utilizzo dei mezzi pubblici, lo stoccaggio in spazi ristretti o persino il trasporto in auto. La crescente popolarità delle e-bike pieghevoli è dovuta a diversi motivi. Innanzitutto, rispondono alle esigenze di una vita in continua evoluzione, in cui la mobilità diventa sempre più dinamica. Sono ideali per chi desidera evitare il traffico, risparmiare tempo e allo stesso tempo contribuire all'ambiente con un mezzo a impatto zero. Rispetto ad altri modelli di e-bike per la città, le pieghevoli si distinguono per la loro praticità nel parcheggio e nel trasporto. Mentre le classiche e-bike richiedono spazi di parcheggio adeguati e talvolta sono più difficili da stoccare, le pieghevoli possono essere riposte facilmente in ufficio, in casa o anche nei luoghi pubblici, senza occupare troppo spazio. Pensate per fronteggiare le sfide delle grandi città, offrendo assistenza all'utente grazie ai motori elettrici. Marchi leader come Brompton e Xiaomi stanno proponendo modelli che uniscono praticità e stile. Modelli come il Brompton Electric e la Xiaomi Himo Z20 vantano motori e batterie integrati, garantendo un'assistenza fluida anche nelle salite più impegnative. Queste e-bike introducono un approccio intelligente alla mobilità, con connettività smart e app dedicate che permettono di monitorare lo stato della batteria e regolare l'assistenza. Mentre il Brompton Electric si posiziona tra i modelli premium, offrendo un'esperienza di guida personalizzata e un design iconico, la Xiaomi Himo Z20 si distingue per il suo prezzo accessibile senza rinunciare a performance all'avanguardia. Sia che tu cerchi l'eleganza del Brompton o la convenienza della Xiaomi, le e-bike pieghevoli sono la scelta trendy per gli spostamenti urbani senza compromessi. Le bici elettriche sono la nuova frontiera della mobilità sostenibile e avventurosa. Che tu voglia solcare le strade della città, sfidare i sentieri off-road o intraprendere epiche avventure di Trekking, c'è un modello di e-bike per ogni appassionato. Grazie alla loro combinazione di design accattivante, tecnologia all'avanguardia e prestazioni potenziate, queste bici ti offrono l'opportunità di esplorare il mondo con un tocco di energia elettrica. Scegli la tua e-bike ideale e inizia a scoprire nuovi orizzonti senza limiti.
Novità nel ciclocross italiano Grandi cambiamenti nel mondo del ciclocross: la longeva e proficua collaborazione che da oltre 30 anni era portata avanti tra Selle Italia, la famosa azienda leader indiscussa nella produzione di selle per bicicletta, e Guerciotti, storico marchio milanese di bici, sembra essere arrivata al capolinea. Trent'anni di collaborazione con Selle Italia Il team manager della squadra, Alessandro Guerciotti, ha ringraziato apertamente lo storico sponsor, ricordando i numerosi successi conseguiti assieme in 30 anni di campionati italiani. Di come una collaborazione di lunga data e così proficua non sia cosa scontata; d'altronde è merito di entrambe le parti se i più grandi ciclocrossisti italiani degli ultimi anni hanno corso nel Team Selle Italia-Guerciotti, contribuendo a rendere questa scuderia IL sogno per qualunque ragazzin* si avvicinasse in quegli anni a questo sport. Di seguito riportato il dettaglio dell’intervista: “Ringraziamo Selle Italia per averci sostenuto in questi anni ed aver contribuito a rendere grande il nostro team. In questi 30 anni abbiamo scritto pagine storiche del ciclocross italiano e internazionale. Abbiamo conquistato l’ultimo titolo iridato Elite da parte di un italiano con Daniele Pontoni (oltre ad una storica coppa del mondo di ciclocross), senza contare i numerosi titoli italiani conquistati. I più grandi ciclocrossisti italiani degli ultimi anni hanno corso con il binomio Selle Italia-Guerciotti sul petto. Tra di loro citiamo Marco Aurelio Fontana, Enrico Franzoi, Sanne Cant, Gioele Bertolini, Alice Arzuffi. In tutti questi anni, il Team Selle Italia-Guerciotti è stato il sogno per qualunque ragazzo iniziasse a correre il ciclocross e molti di loro sono riusciti ad esaudirlo. Difficilmente si riuscirà a costruire una collaborazione cosi vincente e longeva in una disciplina sportiva.” Team ciclocross: nuovo main sponsor in arrivo Ma ahimè, anche le cose più belle sono destinate a finire. La direzione della squadra farà presto l’annuncio in cui svelerà il nuovo sponsor, che verrà inserito come primo nome sulla maglia. Non vedere più il logo di Selle Italia al centro delle maglie gara e ad ogni griglia di partenza sarà un grosso cambiamento per tutti. Atleti e non. Naturalmente la futura collaborazione che presto sarà svelata al grande pubblico, manterrà gli alti standard qualitativi ai quali siamo stati abituati fino ad oggi. I cambiamenti possono essere difficili da accettare ma fanno parte del processo, sono necessari affinché si possa progredire sempre in meglio. Il team Guerciotti non ha minimamente perso la voglia di vincere, ma anzi punta a raggiungere traguardi ancora più ambiziosi. “Tutte le cose belle prima o poi sono destinate a finire ma siamo entusiasti del nuovo corso che stiamo prendendo e della nuova collaborazione che abbiamo appena siglato, con una importante azienda esterna al settore del ciclo. L’obiettivo non è solo quello di ripetere le vittorie che hanno costellato il nostro passato, ma anche arrivare a superare traguardi ancora più ambiziosi. Non possiamo che ringraziare la Selle Italia e, soprattutto Giuseppe Bigolin, per tutti questi anni di collaborazione, accompagnati da numerose vittorie. Ma nella vita non si può mai sapere, potrebbe solo essere un arrivederci” Nell'attesa del grande annuncio, non possiamo che fare i più grandi e sinceri auguri al team più premiato del panorama ciclo crossistico europeo. Cosa riservi il futuro nessuno lo sa, ma sicuramente noi di EurekaBike saremo qui per raccontarlo. Se questo articolo ti ha interessato, continua a seguire le nostre pubblicazioni per rimanere sempre aggiornato su questo argomento.
La recente collaborazione tra la Fondazione Cannavaro Ferrara ed Evolution Bikes, realtà casertana leader nel settore ciclistico, ha portato all’organizzazione di un evento a scopo benefico pensato per gli amanti di questo sport a due ruote. Vediamo subito chi sono i due protagonisti della storia di oggi: La Fondazione Cannavaro Ferrara opera da sempre per contrastare le diverse forme di disagio infantile e giovanile nella città e provincia di Napoli, attraverso un maggior coinvolgimento del personale e della realtà che vi operano. I progetti sociali spaziano in diversi ambiti d’intervento: Sport, Aggregazione, Educazione, Formazione al lavoro, Riqualificazione degli spazi, Salute. Evolution Bikes è un negozio di bici ma può quasi considerarsi un brand per gli appassionati di ciclismo. D'altronde la sua storia parla da sé: nati nel 1974, sono presenti nel settore da oltre 40 anni. Molto conosciuto in Italia, ove è considerato il più grande negozio di bici del Sud Italia, e nel mondo. La loro filosofia va oltre la semplice vendita di biciclette: punta a creare una vera e propria comunità di ciclisti, per dare loro un supporto tecnico costante, consigli professionali e, immancabilmente, prodotti di alta qualità. S'impegnano concretamente a coinvolgere la loro clientela in iniziative sociali e solidali. La collaborazione con la Fondazione Cannavaro Ferrara è solo l’ultima di una lunga serie. Dalla partnership tra i due enti nasce EVOLUTION BIKES PER FCF BIKE, un evento targato FCF Bike Tour, diviso in tre tappe: Napoli – Caserta – Vesuvio. Gli staff dei due organizzatori hanno coordinato l’evento a cui hanno preso parte rider fedeli clienti di Evolution Bikes, che si sono sfidati in questa competizione non-agonistica allo scopo di raccogliere fondi per la realizzazione a Napoli della prima Casa del Sorriso. É un’associazione Onlus sorta nel 1968 per iniziativa di alcuni Padri cappuccini che, ispirandosi a quelli che sono i fondamentali valori francescani, realizza interventi a favore di minori appartenenti a nuclei familiari disagiati e soprattutto figli di madri nubili. L’evento FCF Bike Tour si è svolto l’11, 12 e 13 giugno. Nonostante si trattasse di un evento amatoriale, la tratta Roma – Napoli è stata sicuramente la sfida più impegnativa: si tratta infatti della tappa più lunga, un totale di 256km percorsi in poco meno di 7 ore. Ad assistere i partecipanti c’erano ovviamente molti tecnici esperti del settore, addetti sia alla manutenzione delle bici sia al supporto fisico degli atleti con bevande ai sali minerali, acqua, barrette energetiche. Lo staff ha visto presenti anche componenti d’eccezione come gli ex ciclisti Valerio Agnoli e Alessandro Proni. Anche l’ex capitano della nazionale di calcio Fabio Cannavaro ha fatto la sua comparsa nella tappa di Caserta, dove ha consegnato maglie e targhe dell’evento da lui autografate come ringraziamento a tutti gli esercenti della città che hanno fatto delle donazioni.
Acquistare una bicicletta usata può essere una scelta vantaggiosa per risparmiare denaro senza rinunciare alla qualità. Tuttavia, è importante procedere con attenzione per evitare brutte sorprese e assicurarsi di fare l'affare giusto. In questa guida ti forniremo utili consigli e trucchi da tenere a mente per l'acquisto della tua prossima bici usata. Perché senza preoccupazioni si pedala molto meglio. 1. Stabilisci il tuo budget e le tue esigenze Prima di cimentarti nella ricerca di una bicicletta usata, è essenziale capire quali sono le tue esigenze e stabilire di conseguenza il budget. Tieni ben presente la specialità che intendi praticare: strada, MTB, cicloturismo, o altro. Ogni disciplina ha le sue specifiche caratteristiche; in base delle tue preferenze potrai concentrarti su modelli specifici limitando le opzioni di ricerca. 2. Fai ricerche online e visita mercatini La ricerca online è un ottimo punto di partenza per capire cosa il mercato può offrire e a quale prezzo. Esplora siti di annunci, piattaforme specializzate per il ciclismo, e gruppi di vendita locali sui social media. Non dimenticare di visitare i mercatini dell'usato: si possono spesso trovare delle vere occasioni. Attenzione: sii particolarmente prudente nei confronti delle offerte troppo allettanti. Nella scelta del venditore privilegia quelli con recensioni positive. 3. Controlla lo stato della bicicletta Quando trovi una bici che ti interessa, è importante effettuare un attento controllo dello stato generale. In particolare verifica l'usura dei pneumatici, dei freni, e della catena. Ispeziona il telaio per eventuali ammaccature, crepe, e segni d’usura particolarmente marcati. Assicurati che le componenti principali siano in buone condizioni, o per lo meno se rapportate al costo di vendita, e che non vi siano parti mancanti. 4. Prova la bicicletta Se possibile, è sempre meglio provare la bicicletta prima di acquistarla. Sentiti libero di chiedere al venditore di fare un breve giro per valutare il comfort e la maneggevolezza della bici. Presta attenzione a eventuali rumori anomali e soprattutto all'efficienza dei cambi. Una prova pratica ti aiuterà a capire se è la bicicletta adatta alle tue esigenze. 5. Richiedi lo storico delle manutenzioni Chiedi al venditore informazioni sulle manutenzioni effettuate nel passato. Una bici ben curata sarà stata sottoposta a regolari interventi di manutenzione. Ad ulteriore conferma, potesti sempre richiedere fatture o documenti che attestino il lavoro svolto, in modo da avere un quadro completo sullo stato della bici. 6. Fai attenzione alle truffe Nel mondo degli acquisti online è sempre importante fare attenzione alle frodi. Affidati solo a piattaforme sicure e a venditori recensiti come affidabili. Se l'affare sembra troppo bello per essere vero, potrebbe nascondere qualche brutta sorpresa. Evita di fare pagamenti anticipati, utilizza intermediari sicuri come Paypal, e preferisci sempre incontri di persona per concludere l'acquisto. Tirando le somme, l'acquisto di una bicicletta usata è spesso un’ottima soluzione per risparmiare, oltre a favorire il crescere di un’economia circolare, ma richiede una lunga e meticolosa ricerca. Anche solo per valutare i numerosissimi modelli presenti sul mercato occorre tempo. Grazie a questa breve guida all’acquisto non avrai di che preoccuparti: con l’ausilio dei nostri semplici consigli, comodamente schematizzati in sei semplici punti, sarai in grado di portare a casa l’affare perfetto per te. Non ti resta che provare. Lascia un commento raccontandoci la tua esperienza!
Entra nel catalogo di Sram il nuovo cambio elettronico GX Transmission. Cosa cambia rispetto ai suoi fratelli maggiori, X01 E XX1? La gamma più famosa e richiesta del marchio statunitense, si aggiorna con il nuovo GX Transmission che porta con sé alcune migliorie… Sram GX Transmission: il cambio Ci sono delle novità importanti: Sram parla di “funzionamento aggiornato” senza aggiungere altro, la gabbia della trasmissione cambia e passa all'acciaio per aumentare la robustezza, e mantiene la possibilità di essere smontata senza l’uso di attrezzi, questo anche per permettere ai rider di sostituire i componenti a proprio piacimento. Uno di questi componenti è la Magic Wheel che viene rimossa dal nuovo cambio e diventa opzionale. La batteria cambia la sua posizione, che “entra” maggiormente all’interno del deragliatore, per aumentare la protezione. Per quanto riguarda il peso? Ecco i valori: Peso GX Eagle Transmission: 467 gr Peso XX Eagle Transmission: 441 gr Peso GX Eagle Axs: 436 gr Prezzo (senza batteria): 480€ (contro i 660€-700€ dei modelli superiori) Sram GX Transmission: le pedivelle Sono in lega forgiata (alluminio) e sono compatibili con lo Sram DUB con bashguard rimovibile, mentre per la versione e-MTB è previsto un Gap Cap specifico per motori Bosch e Brose e, in generale, per i motori con asse ISIS e BCD di 104 mm. Le lunghezze per le pedivelle e-Mtb sono 160, 165 e 170 mm, mentre per la versione Mtb sono 165, 170 e 175 mm. Non è prevista la versione con misuratore di potenza, ma la pedivella Mtb è compatibile con il misuratore integrato nello spider (opzionale). Peso pedivelle GX Eagle Transmission e-Mtb: 239 e 250 gr Prezzi di 170€ (versione e-Mtb) e 240€ (versione Mtb) (contro i 360-1260€ dei modelli superiori) Sram GX Transmission: le corone Anche questo componente cambia materiale e passa all’acciaio per aumentare la resistenza, sono specifiche per sistema Transmission e quindi sono studiate per una linea di catena di 55 mm e un offset di 3 mm. Il numero dei denti della corona possono variare in 3 misure (sia mtb sia e-mtb): 30, 32, 34 denti, con attacco a 8 punti per la versione mtb. Il peso non è stato specificato, il prezzo, invece, è di 47€. Sram GX Transmission: la catena Anche la catena del nuovo Sram Gx Transmission ha il disegno Flattop, è interamente in acciaio, ha perni non cavi, ma pieni, ha una finitura nichelata per maggiore durata ed è pensata per resistere alla maggiore coppia motrice di una e-Mtb. Peso GX Eagle Transmission: 286 gr (con 120 maglie) Peso XX Eagle Transmission: 250 gr (con 118 maglie) Peso GX Eagle Axs: 254 gr (con 116 maglie) Prezzo: 60€ (contro i 120-180€ dei modelli superiori) Sram GX Transmission: la cassetta Il look è più economico, ma le caratteristiche (ovvero il Cassette Mapping) e il funzionamento sono i medesimi dei modelli superiori.La costruzione però prevede un design PinDome per i primi 8 pignoni (cioè i singoli 8 pignoni sono fissati con rivetti gli uni agli altri) e uno schema Mini-Cluster per i pignoni 9-12 (ovvero il pignone da 52 denti integra la struttura sulla quale sono rivettati i pignoni da 44, 38 e 32 denti). Per intenderci, il funzionamento è il medesimo, anzi è più resistente rispetto al X01 e XX1 grazie alla finitura in nickel, però aumenta il peso visto il prezzo minore. Peso GX Eagle Transmission: 446 gr Peso XX Eagle Transmission: 383 gr Peso GX Eagle Axs: 456 gr Prezzo: 300€ (contro i 480-720€ dei modelli superiori) Sram GX Transmission: gruppo completo I prezzi di listino oscillano tra i 1150€ (eMTB) e i 1300€ (MTB) contro i 1900-3250€ dei modelli superiori. Il gruppo Mtb include: cambio, batteria, caricabatteria, comando cambio Pod, pedivelle con corona, bashguard, catena e pacco pignoni.
Il nuovo video di Fabio Wibmer, Urban Freeride Lives Chile, mostra emozionanti acrobazie in diverse location di Valparaiso. Le vie cittadine, le abitazioni e le dune diventano lo scenario delle incredibili performance del rider, offrendo un'esperienza coinvolgente e spettacolare. Urban Freeride Ep. 4: Lives Chile Nella quarta edizione della serie Urban Freeride, Fabio Wibmer cattura l'azione emozionante mentre attraversa le strade ripide e colorate di Valparaiso. Sulla sua Canyon Sender da Downhill equipaggiata con sospensioni Ohlins e componenti Crankbrothers, Fabio esegue acrobazie mozzafiato, salti e trick che richiedono grande tecnica e coraggio. Questo video offre uno spettacolo avvincente per gli amanti delle acrobazie in bicicletta. Fabio Wibmer: l'atleta Fabio Wibmer, rinomato atleta del ciclismo acrobatico, mette in mostra le sue abilità eccezionali e il suo caratteristico stile nel mondo del biketrial, mentre si esibisce in acrobazie mozzafiato in diverse location uniche. La sua passione e talento precoce hanno portato a un successo globale, ispirando una vasta base di fan sui principali social network, in particolare Youtube. La sua abilità nel combinare velocità, precisione e creatività lo ha reso rapidamente un fenomeno virale, ottenendo milioni di visualizzazioni su YouTube e Instagram. I suoi filmati mostrano salti incredibili, equilibri impossibili e acrobazie che sfidano la gravità. Fabio, ha dimostrato la sua abilità anche nel mondo del ciclismo professionistico, partecipando a importanti competizioni internazionali. Ha vinto medaglie d'oro in eventi prestigiosi come il Red Bull District Ride e il Crankworx, dimostrando il suo dominio nel ciclismo acrobatico a livello mondiale. Oltre alle sue imprese sportive, è anche diventato un modello di ispirazione per i giovani. Attraverso i suoi video e le sue performance, incoraggia i suoi spettatori a superare le proprie paure, a credere in se stessi e a perseguire i propri sogni. Ha dimostrato che con passione, impegno e determinazione, si possono superare i limiti e raggiungere grandi traguardi. Nonostante la sua fama globale, è rimasto una persona umile e accessibile. Continua a sfidarsi costantemente per migliorarsi e a creare nuove acrobazie che lasciano il pubblico senza fiato. La sua creatività e il suo stile unico continuano a ispirare giovani ciclisti di tutto il mondo. MTB in Valparaiso, Cile Valparaiso, città costruita su colline chiamate "cerros", offre quartieri colorati con murales artistici. Gli ascensori storici offrono viste panoramiche, mentre i musei e le gallerie d'arte celebrano la storia e la cultura della città. La visita a La Sebastiana, casa di Pablo Neruda, offre una vista spettacolare. Passeggiate sul lungomare, cibo, vita notturna, e escursioni nel vicino Parque Nacional La Campana nelle vicinanze, i bikers possono godersi una vacanza emozionante, pedalando in una location unica e ricca di attrazioni. Guarda il video Urban Freeride Lives Chile:
Grande giornata per il giovane canadese Jackstone Goldstone (Santa Cruz Syndicate) in Val di Sole, che lo vede cogliere la sua prima vittoria in carriera nella Coppa del Mondo Élite Uomini di Downhill, con un distacco di oltre 2,2 secondi da Finn Iles (Specialized Gravity) e di circa 2,5 secondi da Thibaut Daprela (Commencal Factory Racing). Goldstone rischia alla prima curva e vince con classe in Val di Sole 2023 Il diciannovenne, nato e cresciuto nell'iconico bikepark di Whistler a Squamish, British Columbia - Canada, ha dimostrato una incredibile maturità mentale nel gesitre l'intero weekend di gare e abilità straordinarie sia nella tecnica di guida che in termini di forza mentale. All'inizio della sua ultima run, infatti, ha quasi cappottato a causa di un ingresso un po' troppo aggressivo alla prima curva. Pochi metri dopo, ha perso anche il piede sinistro dal pedale, ma si è ripreso e da quel momento è rimasto in stato di grazie fino alla fine della impegnativa pista Black Snake di Comezzadura. Jackson Goldstone ha spinto così forte che è stato in grado di recuperare il tempo perso nella parte alta della pista e di superare tutti gli altri rider alla fine della gara. Il club dei rookie della downhill che vincono Una prestazione strepitosa quella di Jackson, che entra a far parte del ristretto gruppo di debuttanti vincenti, che ha visto recentemente entrare anche l'inglse Jordon Williams. Lo sport del downhill sta cambiando velocemente e questi giovani, velocissimi e provenienti da diverse parti del mondo, sono uno dei segni più evidenti di quanto questo sia vero. Le loro abilità sulla bici e la velocità pura che sono in grado di sviluppare e mantenere in tutte le situazioni ci sembra davvero di un altro livello rispetto a quello che si è sempre visto in questo sport. Chissà dove arriveranno quando avranno una maggiore forza fisica ed una esperienza di gara più completa... Video della run vincente di Goldstone in Val di Sole Nel frattempo, a questo link YouTube https://youtu.be/BY4x2v-s4Gg si trova un video unico con tutti i rider delle finali maschili Élite in tutte le sezioni dell'iconico percorso Black Snake in Val di Sole, fra cui anche Jackson Goldstone seguito dal drone nel bosco durante la sua run di gara in Finale. Buon divertimento!
Con un evento privato dedicato ad un pubblico selezionato all'interno della elegante location Villa La Personala di Mirandola (MO), il 21 giugno 2023, Nextale ha svelato in anteprima la sua prima biciletta biammortizzata: la Nextale Spectrum. Nextale Spectrum: il lusso della tecnologia senza compromessi Alla sua presentazione, Spectrum è stata definita iconica. Una eMTB in alluminio che il marchio italiano Nextale ha voluto esplicitamente posizionare nel segmento del lusso e che si differenzia da tutte le altre biciclette elettriche da all-mountain per soluzioni tecnologiche senza compromessi. Ad esempio, la scelta di costruire il tubo verticale direttamente tramite lavorazione dal pieno con processi di fresatura CNC e foratura profonda. Oppure il cannotto di sterzo, anch'esso ottenuto interamente dal pieno con una lavorazione di diverse ore su una fresa a controllo numerico a 6 assi I più si chiederanno se queste chicche tecnologiche abbiano un riscontro in termini di guida e noi di EurekaBike - che abbiamo avuto la fortuna di provare la bicicletta in anteprima - possiamo dire che sì, assolutamente, le scelte progettuali usate su tutte le biciclette elettriche Nextale e, in particolare sulla nuovissima Spectrum, per motivi diversi, si fanno notare eccome: sia quando la bicicletta è in movimento, sia quando è posizionata in un salotto. Questo telaio conferisce alla bicicletta doti di leggerezza, ma soprattutto una versatilità di utilizzo finora sconsciuta e, allo stesso tempo, una precisione dell'anteriore che fa invidia alle migliori biciclette in carbonio di ultima generazione La filosofia costruttiva di Nextale è quella di attingere a piene mani dalla quarantennale esperienza dell'azienda madre Vierrevi srl nell'ambito delle lavorazioni meccaniche per applicazioni motorsport (Formula 1), aeronautiche e dedicate alle industrie del biomedicale e dell'automazione. Da questa visione nascono soluzioni inedite come il tubo verticale ricavato dal pieno che consente di aumentare drasticamente la rigidezza laterale del posteriore e l'utilizzo di boccole (leggerissime e perfettamente adatte all'uso) al posto dei classici cuscinetti per il assicurare la scorrevolezza del carro posteriore. Per scoprire maggiori dettagli sul marchio Nextale puoi controllare la loro pagina brand a questo link. Montaggio eccellente per Spectrum R ed S Con un telaio che presenta queste premesse, non si poteva che prevedere dei montaggi altrettanto pregiati. Ecco quindi che, alla presentazione, sono state svelate la versione R (Braking F.I.R.S.T., ruote in carbonio e cambio elettronico SRAM Eagle XX1 AXS) e la versione S (Magura MT7, ruote in alluminio e SRAM Eagle XX1). Entrambi questi montaggi sono impreziositi da sospensioni FOX Factory Kashima e da dettagli che vanno dal manubrio Race Face Next Carbon, al telescopico Kashima, sempre di serie sulla versione R. L'accurata scelta della componentistica è stata dettata anche dalla volontà di creare montaggi escluisivi, il più possibile intrisi di stile italiano. A questo proposito, la parte del protagonista la fa il potentissimo kit motore e batteria Polini EP3+ MX Evo 2023, un vero mostro di coppia, data l'aggiunta di 5Nm al già micidiale Polini MX Evo in versione 2022. Ma non è finita qui, perché Nextale garantisce che Spectrum sarà al 100% personalizzabile secondo i gusti dei fortunati clienti che vorranno usufruire del servizio di consulenza Nextale, con un esperto dedicato alla definizione del montaggio della bicicletta, fino al più piccolo dettaglio. Ogni Spectrum è pensata per riflettere l'anima del suo possessore ed è allestita secondo il gusto di chi la desidera: un'opera d'arte dall'identità unica. E-MTB artigianale made in MotorValley Il comunicato ufficiale della casa recita: Spectrum è una eMTB biamortizzata unica nel suo genere, iconica perché è un prodotto di artigianato di lusso, dove qualità e stile raggiungono la loro massima espressione. Destinata a chi desidera distinguersi, a chi ambisce all'esclusività e non ha paura di osare. Il risultato finale è un prodotto fuori dal comune, un gioiello meccanico che coniuga design e performance: arte da salotto e da trail. Ed effettivamente emergono sulla Spectrum i dettagli della cura artigianale, come ad esempio le saldature TIG eseguite con maestria dai migliori specialisti del mondo. Grazie a questo connubio di esperienza, visione e tecnologia, Spectrum nasce come un prodotto fuori dagli schemi, dalle forme uniche e dalle performance estreme. Luxury in Action A testimoniare gli elevati standard qualitativi e prestazionali di Spectrum, la collaborazione con il campione Carmine del Riccio, atleta Master di livello mondiale, che ha partecipato attivamente allo sviluppo ed ai test dei prototipi di Spectrum, contribuendo alla sua evoluzione finale. Spectrum è uno status symbol dall'anima italiana, forgiato con un approccio unico guidato dall'innovazione. Spectrum sembra i grado di mantenere tutte le promesse di essere vero e proprio "Luxury in action", lusso in azione capace di regalare emozioni e di affascinare gli appassionati di tecnica e di esclusività. Per saperne di più, si può visitare il sito dedicato: https://spectrum.nextale.it/
Finalmente ci siamo: è scoccata l'ora X per il tanto atteso, come tutti gli anni, Giro d'Italia. L'edizione numero 106 si svolge lungo le usuali 21 tappe, con partenza da Fossacesia Marina in Abruzzo per concludersi domenica 28 maggio, dopo 3489,2 Km a Roma ai Fori Imperiali. Chi sarà l'atleta che succederà a Jai Hindley, vincitore nel 2022? Il percorso 2023 Un percorso di quest'anno che conferma il trend di una corsa dura, adatta ad atleti completi, bravi a cronometro e di gran resistenza in salita. Tre le cronometro, per un totale di 73,2 km, sei gli arrivi in salita di cui almeno tre tapponi di alta montagna che faranno la differenza: Crans Montana, Monte Bondone e Tre Cime di Lavaredo. Per il resto, il consueto mix fra lunghi trasferimenti pianeggianti adatti alle ruote veloci e alcuni arrivi per finisseur. Primo arrivo in salita martedì 9 maggio al Lago Laceno, niente di trascendentale per i big, ma ci sono tre GP della montagna di seconda categoria. Sul Gran Sasso (Campo Imperatore) venerdì 12 maggio si potrà già vedere chi sta bene e chi magari rischia di essere fuori dal lotto del podio. Ma è l'ultima settimana, come al solito, a dare i responsi finali con i tapponi alpini e la terribile cronoscalata al Monte Lussari (sabato 27 maggio, penultima tappa), che quest'anno potrebbe essere decisiva per la vittoria finale. I 176 corridori, 8 per squadra, rappresentano i 18 UCI World-Teams, più le 4 squadre Pro-Team scelte come wild cards: Eolo-Kometa, Green Project-Bardiani CSF-Faizanè e Israel-Premiertech. I due protagonisti Gli ovvi contendenti per conquistare la maglia rosa finale sono Primoz Roglič e Remco Evenepoel, uno scalino o due sopra la concorrenza. Entrambi si sono già dati battaglia al Giro di Catalogna (con lo sloveno vincitore di misura), ma l'impressione è che entrambi abbiano preparato al meglio una stagione finalizzata a pochi obbiettivi ma di assoluta qualità. Remco ha recentemente dominato la Liegi-Bastogne-Liegi, anche se è mancato lo scontro diretto fra titani visto che l'altro favorito della vigilia, Tadej Pogačar ha dovuto arrendersi anzitempo per una brutta caduta Cominciamo l'analisi , per rispetto d'età, da Primoz Roglič: il 33enne sloveno è salito sul podio in tutti e tre i Gran Tours, trionfando per tre volte alla Vuelta España. Nell'edizione '19 del Giro è stato molti giorni in rosa per poi cedere leggermente gli ultimi giorni ed essere sopravanzato da Carapaz e Vincenzo Nibali. Per rendimento in salita, costanza, freddezza, bravura a cronometro (seppure un pelo inferiore a Remco) è uno dei naturali pretendenti alla vittoria finale. A differenza di altri atleti coetanei sembra ancora fresco, grazie al fatto che si è avvicinato tardi alle due ruote dopo una giovinezza trascorsa come promessa del salto con gli sci: la sua prima stagione completa come pro' è stata all'età di 24 anni. Ha dalla sua anche una grande esplosività che lo rendono praticamente imbattibile negli arrivi ristretti in salita. Un corridore da oltre 70 vittorie in carriera, sia arrivi in salita (e siamo convinti che vincerà più di una tappa in questo Giro) che cronometro, con la ciliegina della Liegi nel '20. L'unica incognita potrebbe essere la tenuta nell'ultima settimana (proprio in una cronoscalata all'ultima tappa fu sconfitto al Tour da uno stratosferico Pogačar). Inoltre la sua squadra Jumbo-Visma ha perso per Covid due pedine fondamentali come Tobias Foss e Robert Gesink, perdendo il vantaggio che aveva sulla Soudal-Quickstep di Evenepoel. Remco Evenepoel, ha dalla sua l'età: 10 anni meno dello sloveno. Un fuoriclasse in piena evoluzione, i cui limiti sono ancora da scoprire: la scorsa stagione il suo talento è esploso con le vittorie alla Liegi, alla Vuelta e al Campionato del Mondo. Vincere la rosa in maglia iridata sarebbe un privilegio che pochi campioni hanno avuto. Remco è fortissimo a cronometro e in salita, seppure è da testare sulle salite più lunghe e ad altitudini sopra i 2000 metri. Il suo primo Giro non fu dei più felici: partito ottimamente, fece molta fatica per poi avere una crisi-psicofisica. Il Remco di oggi non è però più lontano parente di quello di due anni fa; è pienamente consapevole del suo grande valore, è più tranquillo, e all'età di 23 anni sta maturando fisicamente e mentalmente. La sua squadra Soudal-Quickstep non ha grandi scalatori (a parte Hirt): saprà Evenepoel cavarsela da solo sulle grandi cime alpine? Sarà in ogni modo una grande battaglia con Roglic. Possibilità per un terzo incomodo? La vediamo dura che qualcuno riesca a scavalcare entrambi i due big, ma il ciclismo ci ha abituati alla imprevedibilità quindi vedremo. I terzi incomodo Partiamo dalle squadre che più delle altre sembrano attrezzate a fare lo scherzetto (che comunque avrebbe del clamoroso) ai due protagonisti annunciati: Ineos-Grenadiers e Bahrain-Victorious. Il team inglese è forte di un organico di tutto rispetto in salita (Sivakov, De Plus, Arendsman) a supportare l'unico vincitore precedente della corsa rosa, Tao Geoghegan Hart e Geraint Thomas, che ha il Tour del '18 in bacheca. Tao ha trionfato recentemente al Tour of the Alps e sembra tornare alla forma del 2021 mentre il gallese, seppur in declino a causa delle 37 primavere, potrebbe sempre dire la sua, anche lo crediamo in funzione di luogotenente di lusso. Inoltre il Team Ineos ha Filippo Ganna, che come sempre infiammerà le crono (obbiettivo non nascosto è vincere la prima maglia rosa) e, per quello che abbiamo visto alle classiche del nord potrebbe anche puntare ad una tappa con fuga da lontano. La Bahrain non smentirà la sua natura di squadra di guastatori: con Caruso, Haig, Buitrago e Gino Mader possiamo aspettarci di tutto per movimentare la corsa. Possono permettersi attacchi da lontano per ambire a vittorie di tappa e sfruttare il lavoro per i capitani in ottica classifica generale. Caruso sembra il leader destinato, ma all'occorrenza ci sono Jack Haig e soprattutto l'emergente colombiano Santiago Buitrago, il cui valore in salita è innegabile. Gli altri potenziali candidati ad un posto sul podio sono Vlasov (Bora-Hansgrohe), Uran (EF Education), Joao Almeida (UAE-Emirates). Un gradino sotto, ma sempre da top-10 poniamo i nostri Fortunato (Eolo-Kometa), l'eterno Pozzovivo (Israel-Premiertech) assieme a McNulty (UAE), Healy e Carthy (EF), Mollema (Trek-Segafredo). Sarà l'ultima presenza sulle strade del Giro per Thibau Pinot, campione mai del tutto realizzato, ma amato anche dagli italiani: non vediamo il francese nei primi posti in classifica generale, ma farebbe piacere che conquistasse una tappa. I velocisti e i finisseur Come sempre vedremo degli arrivi adrenalici dominati dalla squadre dei velocisti. Non c'è quest'anno uno sprinter di riferimento superiore agli altri, quindi vedremo grande battaglia fra Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Gaviria (Movistar), Ackermann (UAE) i nostri Dainese (Team DSM), Consonni (Cofidis), Milan (Bahrain) e l'emergente Kaden Groves (Alpecin-Deceukink) che potrebbe assurgere a dominatore. Ci sono alcuni atleti che hanno nel proprio DNA la capacità di andare in fuga e vincere, o dare una stoccata negli ultimi strappi di tappe dure: fra questi le nostre preferenze vanno a Kamna (Bora-Hansgrohe), Matthews (Team Jayco-Alula), Vendrame e Paret-Paintre (AG2R), Oldani (Alpecin), Bettiol (EF Education First) e uno dei tanti finisseur della Astana, squadra che non avendo uomo da classifica e un Cavendish in declino, proverà a vincere da lontano: Luis Leon Sanchez, Simone Velasco, Samuele Battistella e speriamo in un redivivo Gianni Moscon.
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A causa di una brutta caduta è mancata la sfida alla Liegi con Remco Evenepoel: Pogačar se ne esce con una frattura allo scafoide che comporterà un breve stop alla sua preparazione. Nonostante ciò, per lo sloveno è stato un inizio di stagione sfolgorante. La carriera di un predestinato Nel 2019, Giuseppe Saronni, uno che di ciclismo se ne intende eccome, ebbe a dire su un giovane ciclista appena approdato alla EU-Emirates: ha un gran motore, fa sempre la cosa giusta al momento giusto ed è molto più maturo della sua età. Di lui mi sorprende la calma e la lucidità. Aveva scoperto Tadej tre anni prima e già aveva dimostrato il suo talento dominando il Tour de l'Avenir, e si apprestava a vivere la sua prima stagione da professionista. Le premesse erano ottime, infatti aggiunse che se fosse restato quello che era, cioè umile e determinato, sarebbe salito molto nella gerarchia del ciclismo: “nessuno, nemmeno lui sa cosa vale e dove può arrivare”. Dopo solo quattro anni abbiamo la risposta: il biondino di Komanda è uno dei più grandi campioni del ciclismo. La consacrazione nelle classiche di un giorno Abbiamo ancora negli occhi la maestosa vittoria al Fiandre, il dominio incontrastati alla Amstel Gold Race, lo scatto inesorabile di precisione e potenza alla Freccia Vallone. Quello che stupisce, come aveva vaticinato il buon Saronni, è la capacità di focalizzarsi sugli obiettivi e mettere in pratica con efficacia, calma e tempismo una tattica vincente. A volte sono attacchi da lontano conscio che è necessario scremare il gruppo per evitare un finale con troppi avversari pericolosi. Altre volte, come nella classica vallone, Tadej ha capito che non c'eraspazio per un'offensiva dalla grande distanza, e ha preferito un solo attacco letale nel finale sul muro di Huy. E senza dimenticare che erano corse a cui partecipava per la prima (la classica olandese) o seconda volta (il Fiandre). Dimostrazione di intelligenza tattica che pochi posseggono, di una grande potenza fisica, di una capacità di gestirsi nei momenti topici, in breve un talento unico, di quelli che ne nasce uno ogni generazione. O forse anche più rararamente? C'è già chi scomoda il paragone con il Cannibale Eddie Merckx. Un campione completo Qualche numero può dare la dimensione del fenomeno sloveno: ha vinto già due Tour de France e tre classiche monumento (Fiandre, Liegi e Lombardia), più altre classiche leggendarie come Strade Bianche, Amstel e Freccia Vallone che per molti corridori basterebbero a coronare una carriera e tutto ciò a soli 24 anni e mezzo. Ha vinto 9 delle ultime 11 corse a tappe a cui ha partecipato. Nelle altre due in cui non ha vinto è arrivato secondo, tra cui il famigerato Tour dello scorso anno. Siamo convinti che lo avrebbe vinto, seppur contro uno stratosferico Vingegard, se non avesse sprecato troppo nella prima settimana: errore di gioventù e troppa sicurezza nei propri mezzi? Sicuramente Tadej è intelligente e farà tesoro dei suoi errori, per cui nelle prossime edizioni lo vedremo più accorto tatticamente.Il fenomeno sloveno nasce a Komanda, un villaggio di nemmeno mille anime ai piedi delle montagne nell'Alta Carniola. Comincia a pedalare all'età di 9 anni per seguire l'attività del fratello maggiore e poi viene scoperto dall'ex professionista sloveno Andrej Hauptmann (bronzo al Campionato del Mondo in linea del 2001). Questi, notando che in una gara giovanile il dodicenne Tadej era alla rincorsa di un plotone di ciclisti più grandi della sua età, chiese all'organizzazione di prestargli assistenza: gli fu spiegato che in realtà stava raggiungendo e doppiando il gruppetto.Hauptmann lo seguì nella carriera giovanile del team Rog-Ljubjana fino a che l'allora ventenne Pogačar fu ingaggiato nel 2018 dalla EU-Emirates per cominciare la stagione Pro l'anno successivo.I risultati furono subito entusiasmanti: prime vittorie (tappa e classifica finale) alla Volta ao Algarve e classifica finale al Tour di California. Ma è alla Vuelta España dove il talento si rivela al grande pubblico, con tre vittorie di tappa e terza posizione finale dietro un certo Roglič e Alejandro Valverde.Il 2020, anno del calendario stravolto a causa del Covid, incorona la star Pogačar. Nel Tour corso a settembre, supera nella epica cronoscalata dell'ultimo giorno Primoz Roglic, che aveva dominato fino ad allora e sembrava imbattibile. Un capolavoro di potenza e resistenza: un nuovo fenomeno è sbocciato. Dove può arrivare Pogačar? Come tutti i grandi predestinati dello sport, Tadej ha cominciato a vincere e dominare in verdissima età: ci ricorda i vari Tiger, Federer, Valentino Rossi. Inoltre ha dalla sua l'essere calmo, determinato e spavaldo al punto giusto. In un'epoca nella quale è anche più difficile vincere per la presenza di altri grandi campioni come Evenepoel, Van der Poel, Van Aert, Roglic, Pidcock. Eppure inanella successi a ripetizione. L'altro punto a suo favore è la capacità di vincere sia grandi corse a tappe che le classiche monumento, cosa che lo pone in una dimensione di altri tempi: Hinault, Merckx, Coppi e Bartali. Tutti sono concordi nel dire che ha la possibilità di vincere le due Monumento mancanti cioè Sanremo (quarto quest'anno) e Roubaix (mai corsa). Vedremo come si svilupperà la sua carriera, in attesa di vederlo vincere sulle strade del Giro: siamo certi che scriverà la storia del ciclismo. Il mondo delle due ruote aveva bisogno di un campionissimo, seppure in questi anni non è mancato lo spettacolo grazie alla presenza di una nuova generazione di atleti fortissimi che danno sempre battaglia. Ma il pubblico aveva bisogno dell'atleta iconico, capace di attrarre il tifo di ogni nazionalità. Lo era stato Sagan per un certo periodo fino a che il fisico del talento slovacco non si è spento inesorabilmente. Pogačar non ne avrà lo stesso carisma mediatico o nelle interviste, ma ha una grandezza come atleta tale da incarnare il ciclismo stesso. Sarà riconosciuto e celebrato sulle strade e in TV da tutti gli sportivi: il ciclista generoso, che corre quasi tutto l'anno e parte sempre per vincere sia classiche in linea che corse a a tappe. In attesa di vivere il prossimo scontro epico sulle strade del Tour, dove lo sloveno se la dovrà vedere tra tanti avversari a partire da Vingegard e in futuro contro un altro fenomeno in ascesa anche nelle corse a tappe, che risponde al nome di Remco Evenepoel.
Negli ultimi anni, l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto è cresciuto esponenzialmente, sia per motivi ambientali che per motivi di salute. Sempre più persone scelgono la bicicletta come mezzo di trasporto, sia per gli spostamenti quotidiani che per il tempo libero. In questo scenario, le APP per ciclisti stanno diventando sempre più importanti per migliorare l'esperienza di guida. In questo articolo, esploreremo come le APP per ciclisti possono migliorare l'esperienza di guida e quali sono le migliori APP disponibili sul mercato. Perché le APP per ciclisti sono importanti Le APP per ciclisti sono importanti perché permettono di migliorare l'esperienza di guida, sia su strada asfaltata, che gravel, che cross-country. In particolare, le APP possono aiutare i ciclisti a pianificare il loro percorso, a monitorare le proprie prestazioni e a rimanere in sicurezza sulla strada. Ecco alcune delle principali funzioni delle APP per ciclisti: Pianificazione del percorso: le APP per ciclisti permettono di pianificare il percorso in modo dettagliato, scegliendo le strade più adatte alla propria esperienza e alle proprie esigenze. Alcune APP permettono anche di calcolare la distanza, il tempo di percorrenza e il dislivello del percorso. Monitoraggio delle prestazioni: molte APP per ciclisti permettono di monitorare le prestazioni durante la guida, come la velocità, la distanza percorsa e le calorie bruciate. Queste informazioni possono essere utili per migliorare le proprie prestazioni e raggiungere i propri obiettivi. Sicurezza sulla strada: alcune APP per ciclisti offrono funzioni per la sicurezza sulla strada, come l'avviso di pericoli o di ostacoli sulla strada, l'avviso di cambio di corsia e la possibilità di segnalare incidenti o problemi sulla strada. Le migliori APP per ciclisti Ci sono molte APP per ciclisti disponibili sul mercato, ognuna con le proprie caratteristiche e funzionalità. Ecco alcune delle migliori APP per ciclisti: 1. Strava: Strava è una delle APP per ciclisti più popolari al mondo. Offre funzioni per il monitoraggio delle prestazioni, la pianificazione del percorso e la condivisione delle proprie attività sui social network. È disponibile sia per Android che per iOS. 2. Komoot: Komoot è un'app per la pianificazione del percorso. Offre mappe dettagliate e funzioni per il calcolo della distanza, del tempo di percorrenza e del dislivello del percorso. È disponibile sia per Android che per iOS. 3. Wahoo Fitness: Wahoo Fitness è un'app per il monitoraggio delle prestazioni durante la guida. Offre funzioni per la misurazione della velocità, della distanza percorsa e delle calorie bruciate. È disponibile sia per Android che per iOS. 4. Bike Citizens: Bike Citizens è un'app per la pianificazione del percorso. Offre mappe dettagliate e funzioni per il calcolo della distanza, del tempo di percorrenza e del dislivello del percorso. Inoltre, l'app offre anche percorsi alternativi per evitare strade trafficate o pericolose. È disponibile sia per Android che per iOS. 4. Bike Hub: Bike Hub è un'app per la sicurezza sulla strada. Offre funzioni per segnalare incidenti, problemi sulla strada e per ricevere avvisi di pericoli e ostacoli sulla strada. Inoltre, l'app offre anche una mappa delle piste ciclabili e dei parcheggi per biciclette. È disponibile sia per Android che per iOS. 5. Cyclemeter: Cyclemeter è un'app per il monitoraggio delle prestazioni durante la guida. Offre funzioni per la misurazione della velocità, della distanza percorsa e delle calorie bruciate. Inoltre, l'app offre anche funzioni per la pianificazione del percorso e per la condivisione delle proprie attività sui social network. È disponibile solo per iOS.Bike Computer: Bike Computer è un'app per ciclisti disponibile per iOS e Android. L'app offre un'ampia gamma di funzioni, tra cui il monitoraggio GPS, il monitoraggio delle statistiche di guida e la possibilità di creare e condividere i tuoi percorsi. 6. Wahoo Fitness: Wahoo Fitness è un'app per ciclisti disponibile per iOS e Android. L'app offre il monitoraggio GPS, statistiche di guida e la possibilità di integrarsi con altri dispositivi comecome il sensore di cadenza. 7. MapMyRide: MapMyRide è un'app per ciclisti disponibile per iOS e Android. L'app offre il monitoraggio GPS, statistiche di guida e la possibilità di creare e condividere i tuoi percorsi. 8. Trailforks: Trailforks è un'app per ciclisti che si concentrano sulle attività fuoristrada. L'app offre mappe offline, monitoraggio GPS e la possibilità di condividere i tuoi percorsi con la comunità di ciclisti. 9. Runtastic Road Bike: Runtastic Road Bike è un'app per ciclisti disponibile per iOS e Android. L'app offre il monitoraggio GPS, statistiche di guida e la possibilità di creare e condividere i tuoi percorsi. Queste sono solo alcune delle migliori APP per ciclisti disponibili sul mercato. Ogni app ha le sue caratteristiche e funzionalità, quindi è importante scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Come migliorare l'esperienza di guida con le APP per ciclisti Ora che abbiamo visto quali sono le migliori APP per ciclisti, vediamo come queste APP possono migliorare l'esperienza di guida. 1. Pianificare il percorso: pianificare il percorso con un'app per ciclisti può rendere la guida più piacevole e sicura. Si possono evitare strade trafficate e pericolose, scegliere percorsi panoramici e scoprire nuove zone della città. 2. Monitorare le prestazioni: monitorare le prestazioni durante la guida può essere utile per migliorare la propria forma fisica e raggiungere i propri obiettivi. Si possono impostare obiettivi di distanza o di calorie da bruciare e monitorare i progressi nel tempo. 3. Essere sicuri sulla strada: le APP per ciclisti offrono funzioni per la sicurezza sulla strada, come l'avviso di pericoli o di ostacoli sulla strada, l'avviso di cambio di corsia e la possibilità di segnalare incidenti o problemi sulla strada. Queste funzioni possono contribuire a rendere la guida più sicura e piacevole.
Siamo ormai nella settimana della Milano-Sanremo, l'attesissima prima classica monumento che si svolgerà sabato. È la 114esima edizione della “classicissima” o del “mondiale di primavera” che si disputò nel 1907 per la prima volta (vincitore il francese Petit-Breton). Un fascino intramontabile della corsa che più di ogni altra incarna lo spirito del ciclismo combinando la tradizione storica con la modernità. È la più lunga corsa professionistica di un giorno (294 km) e la più veloce, con una media di oltre 45 km/h. Ha un percorso pressoché invariato da decenni che unisce Milano e la pianura padana, al mare: la parte finale si dipana lungo la bellissima costa ligure (che ahimè i ciclisti non hanno il tempo di apprezzare) per poi giungere alla città dei fiori e del Festival. Il classico e lunghissimo percorso Un percorso facile, certo, ma come recita l'adagio la corsa la fanno i ciclisti. La mancata presenza di difficoltà altimetriche fa sì che possa essere alla portata di tutti con la conseguenza che è difficilissima da interpretare. Un itinerario che tutti gli appassionati di ciclismo conoscono a memoria: partenza la mattina presto a Milano, con la classica fuga di giornata e il gruppo sonnacchioso che lascia l'effimera gloria ai carneadi. Poi il docile passo del Turchino (588 m, la maggiore altitudine raggiunta dalla corsa) per poi lanciarsi nella lunga discesa verso il mare. Lungo la costa Varazze, Savona, Finale, Albenga, Alassio e Laigueglia. Qui mancheranno 55 km alla conclusione e i corridori troveranno le prime asperità della riviera dove la corsa, se ancora non l'ha fatto, entra nella fase calda: i capi Mele, Cervo e Berta a creare scompiglio nel gruppo e a costringere le squadre a tirare alla morte. Infine i due strappi delle Cipressa e del Poggio, dove, specialmente in quest'ultimo si può decidere la corsa. Quest'ultimo è una salita di soli 3700 m al 3.7% con punte all'8% vicino alla vetta. Non molto, ma abbastanza per fare selezione con i migliori che daranno tutto per poi lanciarsi nella vertiginosa discesa (che termina a poco più di 1 km dal traguardo). La storia ci insegna che è l'unica monumento alla portata dei velocisti, ma ciò non limita le possibilità agli sprinter. In pratica la Sanremo è stata vinta con ogni possibile tattica: fuga da lontano, scatto da finisseur in salita, allungo in discesa, volata a ranghi ristretti, volatona di gruppo. Un ricchissimo albo d'oro Se scorriamo l'albo d'oro, tutto il gotha del ciclismo è qui: Girardengo (che l'ha vinta 6 volte), Binda, l'epopea di Bartali e Coppi (4-3 per il toscano il computo di vittorie), Van Steenbergen, Bobet. Poi i gloriosi anni '70 con Mercx (7 vittorie), Gimondi, De Vlaeminck. Gavazzi, Moser, Saronni (che trionfò con la maglia di Campione del Mondo), l'indimenticato professor Fignon (due successi consecutivi), Bugno e Chiappucci. A cavallo del millennio ci fu una serie interminabile di vittorie dei velocisti, fra cui Erik Zabel (4 vittorie), Freire, Cipollini, Petacchi e perfino Cavendish. In tempi più recenti, chi ha dimenticato il fantastico trionfo di Nibali che scattò in discesa in faccia al gruppo? A testimonianza che i corridori con le più diverse caratteristiche hanno una chance a Sanremo. La vittoria del siciliano è anche e l'unica tricolore negli ultimi 17 anni e crediamo che, a meno di incredibili sorprese, la statistica si allungherà di un altro anno. Chi sono i favoriti? Indovinare il vincitore della Milano-Sanremo è quasi come vincere alla lotteria, ma facciamo un analisi dei pretendenti, secondo le categorie: Velocisti: quello che alla luce dei risultati alla Tirreno-Adriatico sembra più in forma è Jasper Philipsen (Alpecin). Il belga ha un'ottima gamba, può resistere sul Poggio e può contare su Mathieu Van der Poel, qualora il neerlandese non fosse brillante per la vittoria. Mads Pedersen (Trek-Segafredo) ha già vinto due volte quest'anno (fra cui una breve cronometro) dimostrando di avere fondo e velocità. Anche Fabio Jakobsen (Soudal-Quickstep) è molto in forma e il giovane emergente Arnaud De Lie (Lotto-Dstny), che ha in squadra Caleb Ewan, mai da sottovalutare (due volte secondo a Sanremo). Un gradino sotto sembrano Demare (Groupama-FDJ) e Sam Bennet (Bora-Hansgrohe) e Groenewegen (Jayco-Alula)- Capitolo finisseur: spazio piuttosto ampio, anche se quest'anno i grandi nomi non sembrano ancora al top della forma. Se Alaphilippe non ha pedalato male alla Tirreno, Van der Poel ha dimostrato di non avere la gamba. Ad ogni modo mai fidarsi di questi campioni che possono tirare fuori il coniglio dal cilindro quando meno te lo aspetti. La Jumbo-Visma sembra particolarmente agguerrita, perché oltre a Van Aert che non è mai stato protagonista (ma potremmo supporre che abbia fatto pretattica), può contare sull'emergente ungherese Attila Valter e su Cristoph Laporte, coriaceso in salita e solido in volata. Discesisti: la storia insegna che la Sanremo si può vincere scendendo con tecnica e coraggio giù dal Poggio. Van Aert vinse così nel '20 e il già ricordato Nibali. Ma è a Mohoric che stiamo pensando: abbiamo ancora negli occhi la cavalcata dello scorso anno e dopo quanto visto alle Strade bianche lo sloveno è di diritto nel novero dei favoriti, anche se bisogna risalire al 2001 (Erik Zabel) per avere una doppietta in anni consecutivi-. L'altro fenomenale discesista è Tom Pidcock, fresco vincitore delle Strade bianche, su cui però pesa l'incognita delle due cadute alla Tirreno-Adriatico. Se avrà recuperato sarà da considerare uno dei candidati alla vittoria. Gli outsider: Magnus Cort forte in volata e Nelson Powless in ottima forma in salita (entrambi della EF) Cosnefroy (AG2R), scaltro corridore capace di vincere corse in linea e mettiamoci Filipppo Ganna! Sarebbe fantastico vedere il verbanese trionfare: onestamente visto il parterre de roi è quasi impossibile, ma supponiamo che tenga sul Poggio in un gruppo ristretto di attaccanti e poi se ne vada all'ultimo km mentre gli altri stanno a guardarsi... Capitolo a parte: Tadej Pogačar. Inseriamo il fenomeno sloveno in una categoria a sé stante perché nessuno conosce i suoi limiti, nemmeno lui stesso. Ha vinto con imbarazzante facilità la Parigi-Nizza, è mostruoso in salita e in gruppo ristretto è abbastanza veloce. Per dare un'idea della superiorità, negli ultimi due anni ha vinto l'81% delle corse a tappe a cui ha partecipato. Certo, la Sanremo è il linea con arrivo in pianura, ma chissà...stiamo parlando di un campione che a 24 anni ha già vinto Liegi e Lombardia (per non parlare dei 2 Tour) e potrebbe stupire ancora su viia Roma con classe, creatività e coraggio. Il borsino: **** Philipsen, Jakobsen, Pedersen, Pogačar *** Alaphilippe, Van Aert, De Lie, Mohoric, Pidcock ** Van der Poel, Ewan, Bennet, Merlier * Groenewegen, Valter, Laporte, Ganna, Cort, Powless
Uno spettacolare Tom Pidcock domina le Strade Bianche, primo appuntamento del 2023 con il grande ciclismo Si è svolto sabato scorso nella suggestiva cornice delle colline senesi il primo appuntamento con il grande ciclismo, la ormai mitica Strade Bianche. Un percorso di 184 km, dei quali ben 63 su strade sterrate, che ogni anno mette a dura prova le abilità dei professionisti delle due ruote nelle corse di un giorno. La gara, di non antica tradizione in quanto è stata organizzata a partire dal 2007, è in breve tempo diventata la non ufficiale sesta classica monumento. Nata come evoluzione della gran fondo Eroica, ha visto Moreno Moser come primo vincitore e poi un albo d'oro ricco di grandi nomi del ciclismo. La gara Questa edizione, caratterizzata da un tempo variabile con tanta pioggia specialmente nelle fasi iniziali, ha visto la vittoria del 23enne inglese Tom Pidcock. Il talento britannico ha atttaccato quando mancavano più di 50 km al traguardo, staccandosi dal gruppetto dei migliori per raggiungere De Marchi che in quel momento era reduce da una lunga fuga. Dopo che i due hanno collaborato per una decina di km, Pidcock ha deciso che era il momento dell'affondo e in un tratto di discesa sterrata è rimasto solo. Rimanevano ben 40 km al traguardo incluso il temuto tratto di Monte Sante Marie, con pendenze fino al 12%, con tante incognite dovute alla resistenza di un solo uomo in fuga visto che il vantaggio sui migliori inseguitori non ha mai superato 30". Dietro un gruppetto di una decina di corridori fra cui Benoot, Rui Costa, Mohoric, Madouas e Valter si è alternato all'inseguimento senza riuscire a coronare il raggiungimento. Il piccolo alfiere dell'INEOS (1.70 per 58 kg) è riuscito a rintuzzare gli attacchi e mantenere un vantaggio che si è ridotto a 13 secondi, per poi dare tutto nella rampa finale di via Santa Caterina prima di trionfare in Piazza del Campo. Il britannico suggella così un promettentissimo inizio di carriera, che lo aveva visto eccellere non solo nelle corse di un giorno su strada (terzo al Fiandre lo scorso anno), ma anche nel fuoristrada, campione olimpico della mountain-bike a Tokyo e campione del mondo di ciclocross, facendone uno dei corridori più poliedrici di sempre. Al secondo posto Valentin Madouas della Grupama e terzo Benoot della Jumbo-Visma, squadra che ha attirato le critiche per la sconsiderata tattica di Attila Valter (sulla carta luogotenente del belga), che invece di tirare per riportare sotto il suo capitano quando ormai Pidcock era in vista, si lanciava in inefficaci e dispendiosi scatti che niente hanno prodotto, se non aumentare il nervosismo degli inseguitori, frustrati dal mancato aggancio. Delusione italiana Le Strade Bianche è stata seguita da numerosi appassionati lungo il percorso toscano, e ancora di più nelle vie di Siena fino alla suggesiva conclusione in Piazza del Campo, che vede più pubblico solo durante il Palio. Purtroppo una giornata non positiva per i colori italiani, con i soli Formolo e Bettiol presenti nelle fasi cruciali. Il primo è stato attardato da una foratura ed ha chiuso al nono posto, mentre peggio è andata al toscano della EF che dopo un tentativo di fuga, è stato fermato da una spettacolare caduta in discesa fortunatamente senza conseguenze. Non comincia nel migliore dei modi la stagione che dovrebbe essere quella del rilancio in chiave azzurra: i giovani emergenti come Zana e Bagioli non sono mai stati nel vivo della corsa. Deludente anche la prova del super favorio della vigilia, Mathieu Van der Poel che pur essendo nel gruppetto dei migliori, non è sembrato avere la gamba per rispondere agli attacchi quando la corsa è entrata nelle fasi finali. L'intervista del dopo-gara "Non avevo pianificato l'attacco, ma in un trato in discesa ho preso un po' di vantaggio ed ho continuato" ha dichiarato Pidcock all'arrivo. "A 5 km dal traguardo quando il distacco si è assottigliato ho avuto paura di aver rovinato tutto con questo attacco prematuro, ma poi ho resistito". Il successo dell'inglese conferma il team Ineos-Grenadiers, che corre con bici Pinarello, uno delle squadre top al mondo (include anche lo stellare Filippo Ganna). Prossimi appuntamenti per il ciclismo top sono la Tirreno-Adriatico, la Parigi-Nizza per poi arrivare sabato 18 marzo al primo appuntamento delle classiche monumento, con la Milano-Sanremo. Continua a seguirci su EurekaBike! Troverai migliaia di listini, schede tecniche e annunci di vendita delle migliori case produttrici e dei principali negozi di biciclette, e una ricca sezione blog dove si parla di sport, tecnica, mercato e curiosita!
Se hai rilevato che dalla tua presenza su un marketplace di biciclette come EurekaBike o come Subito.it arrivano un numero di contatti che ritieni basso, ci sono diverse considerazioni da fare. Contatti da marketplace di biciclette: pochi o tanti? La prima e più importante considerazione da fare è: i contatti che mi arrivano da un determinato marketplace sono pochi o tanti, ma rispetto a cosa? Quello che realmente desideriamo è avere contatto oppure vendere delle biciclette? Dalla nostra esperienza, la risposta che sentiamo ripeterci di gran lunga più spesso è che l'importante è vendere delle bici. Avere un alto numero di contatti ed un basso numero di vendite è spesso molto peggio che avere pochi contatti e non vendere, perchè il costo complessivo di gestione di questi contatti ruba tempo ad altre attività che bisogna fare in negozio e quindi crea un danno maggiore del beneficio di avere venduto magari una bicicletta da poche centinaia di euro a fronte di decine di contatti gestiti. Un parametro fondamentale da valutare è quindi la qualità dei contatti e, strettamente correlata ad essa, il conversion rate (rapporto fra vendite concluse e numero di contatti) di un determinato canale promozionale. Infine, parametro chiave per valutare se il canale di vendita sia redditizio o meno, è il famigerato ROI (return on investment), o ritorno dell'investimento, cioè il rapporto fra il margine di tutte le vendite attribuibili ad un determinato canale di vendita ed l'investimento totale eseguito su quel canale, in un determinato periodo. Andiamo con ordine e vediamo tre esempio che renderanno tutto molto più chiaro. Analisi comparata fra: EurekaBike, Subito.it e Facebook Il miglior modo per capire quale sia l'effettivo rendimento di un canale di vendita è quello di fare degli esempi pratici. Quelli riportati qui sotto prendono in considerazioni dati reali raccolti in anni di analisi ed esperienza sul campo nel settore specifico dei rivenditori di biciclette. Si tratta di dati medi ed indicativi, quindi potrebbero non corrispondere a quelli che rilevi in un singolo caso applicato alla tua realtà quotidiana di negoziante di bici, ma vedrai che se considererai il paragone su un periodo più lungo, questi dati non si discosteranno troppo dalla tua realtà. I casi riportati di seguuito sono quindi da prendere a mero scopo esemplificativo e sono stati anche uniformati a livello numerico per potere effettuare dei paragoni significativi fra i tre canali promozionali: Sponsorizzate Facebook Subito.it EurekaBike Analisi dei costi reali di una sponsorizzata Facebook per vendita bici Partiamo con un esempio estremo. Ipotizziamo di ricevere contatti da annuncio pubblicitario Meta, quindi da un post on annuncio a pagamento di Facebook o di Instagram. In questo caso si possono raggiungere tranquillamente diverse centinaia di contatti. Ma è questo quello che serve realmente? Più si amplia il target più la qualità dei contatti scade. Ipotizziamo quindi di ricevere 300 contatti da una sponsorizzata Facebook. In questo caso abbiamo speso tipicamente 100€ per la sponsorizzazione, più, il tempo necessario alla gestione della singola sponsorizzazione, più - ad esempio 3' - a lead per la gestione. Analisi Costi-Ricavi del canale "Sponsorizzata Facebook" per vendita di biciclette Fee annuale: 0,00€ Costo di setup campagna: 30' (pari a 17,50€) Budget campagna: 150,00€ Numero di lead generati: 300 Tempo di gestione del lead: 3' Costo di gestione: 300x3'=900'=15h (pari 525,00€) Conversion rate: 0,3% -> 1 vendita ogni 300 contatti Fatturato: 3.500,00 (marginalità 25%) -> utile 717,21€ ROI del canale "Sponsorizzata Facebook" per vendita di biciclette Costo totale: 17,50 + 150,00 + 525,00 = 692,50€ Utile totale: 717,21 € ROI = (717,21 - 692,50) / 692,50 = 3,6% Analisi dei costi reali di annunci Subito.it per vendita bici Prendendo in considerazione un marketplace generalista come Subito.it, la situazione è diversa innanzitutto perchè bisogna pagare una fee annuale fissa. Il ragionamento va quindi svolto in maniera aggregata, su tutti gli annunci che si pubblicano nel periodo di tempo (che per comodità pensiamo essere di 12 mesi). Ipotizziamo che in questo anno di presenza su Subito.it con 20 annunci bici caricati, arrivino 100 contatti. La gestione di ciascun contatto da subito.it richiede solitamente più tempo rispetto ai contatti provenienti da Facebook perché questi utenti sono in maggioranza effettivamente interessati all'acquisto. Il problema è che i dati di un prodotto tecnico e di prezzo tendenzialmente elevato come una bici, spesso non sono strutturati adeguatamente sui marketplace generalisti. Questo perchè, in queste piattaforme, la stessa pagina prodotto deve andare bene per una bicicletta da 7.000 euro come per una sedia usata d'antiquariato, come per il cappotto di montone vintage. L'effetto di questo è che il cliente, interessato di certo, tende a tartassare di domande il venditore e, alla fine, nove volte su dieci si aspetta un extra sconto rispetto al prezzo mostrato. Tutto questo perchè il comportamento dei venditori sui makreptlace generalisti è quasi sempre quello di lasciare margine per una ulteriore trattativa. Non è nè un bene nè un male, è semplicemente la regola non scritta del markeptlace generalista, alla quale però il negoziante di biciclette vorrebbe sottrarsi. Quindi il contatto (lead) proveniente da questo canale richiede che tu gli dedichi una quota parte ancora maggiore del tuo tempo prezioso. Rispondere al telefono o ad una mail, mandare foto più dettagliate dell'articolo in vendita, spiegare, contrattare, ... tutte attività che richiedono tempo. Dai nostri rilievi svolti su decine di negozi specializzati in biciclette, i lead (contatti) generati dal marketplace generalista richiedono in media 10' l'uno per essere gestiti (dal primo contatto alla eventuale vendita conclusa). Analisi Costi-Ricavi del canale "Subito.it" per vendita di biciclette Fee annuale: 400,00€ Costo di caricamento prodotto: 10'/cad, 20 prodotti, 10'x20=200' (pari a 116,67€) Numero di lead generati: 100 Tempo di gestione del lead: 10' Costo di gestione: 100x10'=1000'=16,7h (pari 583,33€) Conversion rate: 2% -> 2 vendita ogni 100 contatti Fatturato: 7.000,00 (marginalità 25%) -> utile 1.434,43€ ROI del canale "Subito.it" per vendita di biciclette Costo totale: 400,00 + 116,67 + 583,33 = 1.100,00€ Utile totale: 1434,43€ ROI = (1434,43 - 1.100,00) / 1.100,00 = 30,4% Le diverse tipologie di traffico e il loro tasso di conversione E' necessario, a questo punto, fare un breve excursus sulle diverse tipologie di traffico. Capirai il perchè nel prossimo pragrafo. Per traffico si intendono le visite che una pagina web riceve. Per fonte del traffico si intende l'origine della visita. Il conversione rate, come detto sopra, è - semplificando un po' - il rapporto fra le vendite generate da una certa pagina web e il numero diviste totali ricevute da quella pagina. Quello che vogliamo è di avere sempre un conversione rate il più elevato possibile, perchè questo massimizza il ROI delle mie azioni di marketing. Le differenze di conversion rate rispetto alle fonti di traffico sono sostanziale. Le spieghiamo qui di seguito: Il traffico da social network è quello a più basso tasso di conversione perchè l'utente che naviga sui social non è solitamente propenso all'acquiusto in quel particolare momento. Ecco il motivo per qui i social network sono un ottimo strumento per creare branding, ma sono storicamente un pessimo strumento per convertire lead in clienti. Soprattutto per prodotti tecnici e ad altro scontrino medio. Il traffico cosiddetto "a pagamento" forza la proposizione di offerte all'utente che finisce per cliccare e visitre la pagina dell'offerta spesso per errore, per esasperazione, o per mera curiosità - senza quindi essere effettivamente interessato all'acquisto. Il traffico referral è il traffico proveniente da altri siti che linkano la pagina di destinazione al loro interno. Rispetto alla conversione in acquisto, il traffico referral presenta un converion rate molto variabile in quanto fortemente dipendente dalla natura del link di origine. Il traffico diretto (direct) è quello che porta l'utente a digitare nel browser l'indirizzo della pagina specifica. E' indice della popolarità del marchio al quale si riferisce quella pagina. Ad esempio: se cerco un prodotto Nike è probabile che io digiti direttamente nike.com nel mio browser. Il tasso di conversione del traffico diretto è solitamente molto migliore dei due precedentemente analizzati, ma non è tanto buono quanto quello del traffico organico. Ed ecco finalmente il re della conversione: il traffico organico. Il traffico organico è la fonte di traffico che, nell'ambito della vendita di bicicltte ed accessori per ciclismo, ha il maggiore conversion rate perchè è una fonte che viene visualizzata da un utente che non solo è interessato all'articolo in vendita, ma che vi è interessato nell'esatto momento in cui sta facendo la sua ricerca. Il traffico organico, infatti, è quello che porta l'utente a cliccare sui link della pagina dei risultati di ricerca di Google o di altri motori di ricerca. Questo è il motivo per cui tutti cercano di essere in cima ai risultati di ricerca: perchè è il modo migliore di intercettare traffico organico. Un'altra caratteristica importante del traffico organico è che esso è "gratuito", cioè non è soggetto ad un costo per click come il traffico "a pagamento". Infine, il traffico organico cresce nel tempo, perchè le pagine contenti keyword specifiche tendono ad acquisire un ranking più alto nel tempo e quindi ad essere viste in modo migliore dai motori di ricerca. Analisi dei costi reali di annunci EurekaBike per vendita bici Adesso che abbiamo capito meglio la differenza fra i vari tipi di traffico su una pagina web, possiamo comprendere il reale vantaggio di mettere in vendita i tuoi prodotti su un marketplace verticale come EurekaBike. EurekaBike è un marketplace verticale di bici che è stato appositamente studiato per generare traffico organico. Il traffico organico è il traffico di più alta qualità possibile perchè è quello proveniente dalle ricerche degli utenti sui motori di ricerca. Gli utenti arrivano quindi sulle pagine dei tuoi annunci su EurekaBike non solo perchè cercano quello specifico prodotto, ma anche nell'esatto momento in cui lo cercano. Questo ci consente di avere dei tassi di conversione (conversion rate) di un ordine di grandezza superiori (x10) a quegli dei canali di vendita generalisti. In altre parole, significa che ogni 10 contatti da eurekaBike (se la bici è effettivamente disponibile) si vendono in media 2 bici. Ma vediamo i numeri del solito caso pratico. Analisi Costi-Ricavi del canale "EurekaBike" per vendita di biciclette Fee annuale: 500,00€ Costo di caricamento prodotto: 20 prodotti (100,00€) - li carichiamo noi per te Numero di lead generati: 10 Tempo di gestione del lead: 10' Costo di gestione: 10x10'=100'=1,67h (pari 58,33€) Conversion rate: 10% -> 2 vendita ogni 10 contatti Fatturato: 7.000,00 (marginalità 25%) -> utile 1.434,43€ ROI del canale "EurekaBike" per vendita di biciclette Costo totale: 500,00 + 100,00 + 58,33 = 658,33€ Utile totale: 1434,43€ ROI = (1434,43 - 658,33) / 658,33 = 117,9% Vantaggi del marektplace di vendita bici EurekaBike Si vede subito che, anche se apparentemente il costo di EurekaBike è simile (o superiore) a quello di Subito.it, grazie alla elevata qualità dei contatti (lead) generati da EurekaBike il ROI è di oltre tre volte superiore! Introdurre questo tipo calcoli nella gestione del tuo negozio di biciclette è un passo fondamentale che ti aiuterà a capire quali sono i canali di comunicazione e marketing più efficienti sui quali quindi conviene di più investire. Grazie ad EurekaBike non hai solo a disposizione lo strumento Marketplace, ma anche una serie di servizi di consulenza specializzata a 360° su tutto quello che riguarda la vendita dei tuoi prodotti da ciclismo, creando da zero o potenziando la tua presenza digitale. Prima del COVID-19 i dati ufficiali di Google dicevano che in italia soltanto il 25% degli utenti cercavano online prima di recarsi in un negozio fisico. Ebbene, da febbraio 2020 a dicembre 2020 questa percentuale è esplosa al 70% e, nel corso del biennio 2021/22, è andata ancora aumentando. Sai cosa significa questo? Che circa otto nuovi clienti su dieci ti hanno trovato cercando online invece che su altri mezzi di comunicazione. Questa tendenza sarà sempre più marcata, ed ecco perchè creare e gestire una presenza online di alta qualità e con alta efficienza in termini di tempo non è più un'opzione per la tua attività di rivenditore bici. Per questi motivi, se gestisci un negozio di bici fisico (con o senza ecommerce), costruire una ottima presenza online da oggi stesso dovrebbe essere una delle tue massime priorità. Noi di EurekaBike siamo qui apposta per aiutarti a compiere questo passo. Contattaci ora da questo form dedicato ed avrai la priorità. L'importanza di monitorare i risultati Essere online non è sufficiente. Bisogna esserci con qualità e monitorare costantemente i risultati ed i KPI. Ma non ti preoccupare, EurekaBike è qui per aiutarti anche in questa importante serie di attività, per ottenere il meglio dalla tua presenza sul nostro marketplace. Capita che, nostri clienti che sono presenti contemporaneamente su Subito.it e su EurekaBike abbiano la sensazione che Subito.it lavori di più. Ma dopo un'analisi attenta le cose non sono proprio così. Vediamo questo esempio pratico: Subito.it EurekaBike Note Ore/settimana 5 0 Dedica a subito.it oltre mezza giornata a settimana Numero di accessi/anno 200 5 Controlla costantemente e aggiorna le disponibilità Numero di prodotti caricati 35 42 Il numero di prodotti caricati è simile di cui usati 17 0 Nessun prodotto usato caricato su EurekaBike Prezzo medio articoli 2.512,00€ 2.622,00€ Scontrino medio di oltre 100€ inferiore su Subito.it Sconto medio articoli 30,8% 6,6% Scontistica 5x dei prodotti presenti su Subito.it Dalla tabella sopra è evidente che la presenza su Subito e la presenza su EurekaBike per questo negoziante non sono adeguatamente comparabili. Ad esempio, Il fatto di vendere su subito ad una scontistica 5 volte superiore a quella presente su EurekaBike è di sicuro una delle principali cause delle apparenti peggiori peformance degli annunci sul marketplace verticale. E' quindi importante tenere sotto controllo tutti i parametri della tua presenza sul marketeplace. Il servizio clienti EurekaBike è qui apposta per aiutarti a performare al meglio, non vediamo l'ora di sentirti e di esserti utili per metterti in condizione di vendere sempre di più, sempre meglio e in modo sempre più efficiente! Note importanti per una presenza di qualità sui marketplace Le ragioni per cui potrebbe verificarsi un problema di basse performance della tua presenza sui marketplace possono essere varie. Le principali cause, tuttavia, sono quasi sempre il prezzo a cui proponi i tuoi prodotti e la mancanza di una scheda prodotto dettagliata completa di foto reali del prodotto. Il prezzo che devi inserire su EurekaBike è il prezzo finale del tuo articolo. Da quello non c'è più margine di trattativa. La strategia di inserire il prodotto con un prezzo più alto "perchè tanto tutti mi chiedono lo sconto" non si addice ad un marketplace verticale come EurekaBike. Inoltre, questa strategia comporta perdita di tempo con il cliente e, alla fine, quasi sempre una perdita di marginalità. Lascia che EurekaBike lavori per te, ma per fare questo devi inserire nella scheda prodotto l'ultimo prezzo al quale sei disposto a vendere quel prodotto. Questo ti porterà il doppio vantaggio di ricevere più contatti grazie ad un prezzo più appetibile e di non sprecare tempo al telefono o in negozio per trattare sul prezzo con il potenziale cliente. Un altro consiglio: quando vendi una bicicletta nuova, salvo casi particolari, uno sconto sotto il 10% comporta una drastica riduzione dei contatti. Questo perchè tutti i clienti sanno che, in qualsiasi negozio, uno sconto 10% lo riescono a spuntare se sono davvero intenzionati ad acquistare la bici. Ricorda che i clienti sono sempre alla ricerca di un buon rapporto qualità-prezzo e, se il prezzo che offri non è competitivo e/o realistico, potrebbe esserci una minore probabilità che scelgano di contattarti. Oltre al prezzo, ci sono anche altri fattori che possono influire sulla quantità di contatti che ricevi dal marketplace, come la visibilità del tuo profilo o annuncio, la concorrenza presente, eventuali recensioni negative e problemi tecnici. Assicurati di avere un profilo completo e ben ottimizzato con parole chiave pertinenti per il tuo business, perchè questo aumentarà la tua visibilità organica. Questo è un servizio che EurekaBike ti offre al prezzo di costo di soli 100€ una tantum e che molti negozi decidono di acquistare, proprio per la limitatezza dell'investimento e per il fatto che è un investimento che ritorna sempre di più man mano che il tempo passa sotoforma di traffico alla tua pagina venditore su EurekaBike. In sintesi, se stai ricevendo pochi contatti dal tuo marketplace, è importante: analizzare attentamente i prezzi che offri rispetto alla media del mercato; adottare una strategia di prezzo più competitiva; E' tuttavia importante anche prendere in considerazione altri fattori che possono influire sulla tua visibilità e reputazione nel marketplace: visibilità organica del tuo profilo venditore (parole chiave) qualità degli annunci (foto reali, descrizione con le parole chiave corrette, scheda tecnica del prodotto, descrizione specifica dell'oggetto, ...) reputazione del tuo negozio su Google MyBusiness (recensioni). Inoltre, la zona geografica in cui si trova il venditore può influire sulla quantità di contatti ricevuti. Se la bicicletta si trova in una zona densamente popolata, come una grande città, potrebbe esserci una maggiore probabilità di ricevere un maggior numero di contatti rispetto ad una zona meno popolata. Contattaci ora per una consulenza gratuita EurekaBike è l'agenzia specializzata nel mondo delle biciclette che aiuta piccoli e grandi business del settore ad ottenere una presenza digitale efficace e di qualità. Contattaci ora per saperne di più, c'è un consulente gratuito a te dedicato che risponderà a tutti i tuoi dubbi (lingue supportate: inglese, italiano, francese, spagnolo),
Se sei un rivenditore di biciclette italiano o un negozio di biciclette italiano che cerca di espandere la tua portata e vendere più prodotti, potresti considerare Subito.it come il tuo marketplace online preferito. Subito.it non è l'unica scelta Ma sapevi che esiste un markeplace di biciclette specializzato con una gamma più ampia di prodotti e un'interfaccia utente più moderna? Esatto, si chiama EurekaBike e offre una serie di vantaggi per i rivenditori, tra cui la possibilità di aumentare le tue vendite e farti risparmiare molto tempo. Mentre Subito.it è un sito web di annunci generici che include varie categorie come automobili, immobili e posti di lavoro, EurekaBike è un marketplace specializzato esclusivamente in biciclette, accessori bici e servizi relativi al ciclismo. Ciò significa che EurekaBike è la piattaforma più interessante per chi è particolarmente interessato alle biciclette e alle attrezzature per il ciclismo. Vantaggi di diventare un Venditore su EurekaBike Uno dei maggiori vantaggi di entrare a far parte di EurekaBike come rivenditore è l'assistenza personale che ti guiderà nell'ottimizzazione e nel potenziamento della presenza online del tuo negozio di biciclette. Potrai pubblicare annunci di vendita per biciclette e accessori sia nuovi che usati, inclusi articoli di fascia alta e premium che potrebbero non trovare il giusto riscontro su Subito.it. Ciò significa che, in qualità di rivenditore, avrai accesso a una audience molto più in traget, che ti aiuterà a distinguerti dalla concorrenza. Un altro vantaggio dell'adesione a EurekaBike è la nostra interfaccia utente molto più moderna e navigabile. Le nostre pagine di dettaglio prodotto, le opzioni di ricerca avanzate e la possibilità di filtrare i risultati per marca, taglia e fascia di prezzo rendono più facile per gli acquirenti trovare ciò che stanno cercando. Ciò porta a tassi di conversione a due cifre per i rivenditori presenti sulla nostra piattaforma. Vendi le tue bici in tutto il mondo EurekaBike offre ai rivenditori la possibilità di raggiungere un pubblico estremamente in target, specificatamente interessato ai tuoi prodotti. Il nostro sito Web è disponibile in diversi paesi europei, tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Il volume di traffico di EurekaBike è, inoltre, in costante crescita anche negli Stati Uniti e in Medio Oriente. Ciò significa che affiliandosi con noi, i rivenditori hanno il potenziale per raggiungere una base di clienti più ampia di quella che potrebbero raggiungere sul solo mercato Italiano, come dimostrano numerose vendite concluse da rivenditori Italiani verso clienti esteri. Un piccolo prezzo per servizi di grande valore Per sfruttare veramente tutti questi vantaggi, ti consigliamo di iscriverti al nostro piano a pagamento. Contattaci dalla pagina oru Diventa un Vendor per conoscere tutti i dettagli. Un piccolo investimento per servizi ad alto valore aggiunto Per sfruttare veramente tutti questi vantaggi, ti consigliamo di iscriverti al nostro piano a pagamento. Contattaci dalla pagina oru Diventa un Venditore per conoscere tutti i dettagli. I nostri piani a pagamento offrono funzionalità e vantaggi aggiuntivi, come la possibilità di creare una vetrina personalizzata, aumentare la visibilità dei tuoi prodotti e accedere ad analisi dettagliate per aiutarti a ottimizzare la tua strategia di vendita. Investendo in un piano a pagamento, i rivenditori possono aumentare il loro potenziale di vendita e generare vendite reali per la loro attività. Quindi, se sei un rivenditore di biciclette e desideri aumentare le tue vendite e vendere più prodotti, EurekaBike è il markeplace ideale per te. La nostra gamma di prodotti ampia, l'interfaccia utente moderna e il potenziale per un pubblico verticale ed interessato solo alle biciclette ci rendono la scelta migliore per i rivenditori di bici. Investendo in un piano a pagamento con EurekaBike, puoi aumentare il tuo potenziale di vendita e portare la tua attività al prossimo livello. Allora perché aspettare? Unisciti a EurekaBike oggi e inizia a vendere più biciclette e accessori per il ciclismo. Rispetto a Subito.it, EurekaBike offre un approccio più specializzato e moderno alla rivendita di biciclette e accessori per il ciclismo. Investendo in un piano a pagamento che parte da soli 100€, puoi accedere a un pubblico ultra-mirato e ottimizzare la tua strategia per traghettare verso il futuro la tua attività di negoziante di biciclette con un negozio fisico.
Se sei un appassionato di biciclette ma vivi in una casa o appartamento con poco spazio, potresti aver già considerato l'acquisto di una bicicletta pieghevole. Questo tipo di bicicletta è sempre più popolare tra gli urbani che cercano un mezzo di trasporto ecologico, efficiente e facile da riporre. In questo articolo, esploreremo i vantaggi delle biciclette pieghevoli, i diversi modelli disponibili e come scegliere quello giusto per le tue esigenze. I vantaggi delle biciclette pieghevoli La principale caratteristica distintiva delle biciclette pieghevoli è la loro capacità di ripiegarsi in modo compatto e facile da trasportare. Questo le rende la scelta ideale per chi vive in appartamenti con poco spazio, per chi vuole portare la bicicletta in auto o su mezzi di trasporto pubblico, o semplicemente per chi vuole riporla in ufficio. Ma le biciclette pieghevoli non sono solo comode da riporre. Sono anche molto versatili e adatte a molte situazioni diverse. Ad esempio, se vivi in una città con traffico intenso, una bicicletta pieghevole può essere una soluzione perfetta per evitare il traffico e risparmiare tempo. Inoltre, molte biciclette pieghevoli sono dotate di tecnologie all'avanguardia, come sistemi di cambio a 8 o 9 velocità, freni a disco e sospensioni. Queste caratteristiche le rendono altrettanto performanti delle biciclette tradizionali, ma con il vantaggio di poterle ripiegare e riporre facilmente. I diversi modelli di biciclette pieghevoli Esistono molti modelli diversi di biciclette pieghevoli sul mercato, ognuno con le sue caratteristiche uniche. Ecco una panoramica dei modelli più comuni: Biciclette pieghevoli a ruote grandi: queste biciclette hanno ruote più grandi (generalmente da 26 a 28 pollici) rispetto ad altri modelli di biciclette pieghevoli. Ciò significa che offrono una guida più fluida e stabile, ma sono anche più grandi e pesanti di altri modelli. Biciclette pieghevoli a ruote piccole: queste biciclette hanno ruote più piccole (generalmente da 16 a 20 pollici) e sono generalmente più leggere e compatte di altri modelli. Sono anche più manovrabili e facili da trasportare, ma offrono una guida meno stabile e confortevole rispetto a biciclette a ruote grandi. Biciclette pieghevoli elettriche: queste biciclette sono dotate di un motore elettrico che fornisce assistenza alla pedalata. Ciò significa che puoi pedalare per più a lungo e su terreni più impegnativi con meno fatica. Le biciclette pieghevoli elettriche sono ideali per chi desidera una bicicletta efficiente e comoda ma non vuole affrontare le salite e le discese in modo estenuante. Biciclette pieghevoli da trekking: queste biciclette sono ideali per le escursioni in bicicletta e le gite fuori porta. Sono dotate di ruote più grandi e robuste, di sospensioni e di numerosi accessori, come portapacchi e fanali. Anche se meno compatte e facili da riporre rispetto ad altri modelli di biciclette pieghevoli, sono un'ottima scelta per chi vuole esplorare il territorio in bicicletta. Come scegliere la bicicletta pieghevole giusta per te Prima di acquistare una bicicletta pieghevole, ci sono alcune cose da considerare. Innanzitutto, devi scegliere il tipo di bicicletta pieghevole che meglio si adatta alle tue esigenze e al tuo stile di vita. Se vivi in un appartamento piccolo e vuoi portare la bicicletta sui mezzi di trasporto pubblico, ad esempio, una bicicletta pieghevole a ruote piccole potrebbe essere la scelta giusta per te. Se invece vuoi esplorare il territorio in bicicletta, una bicicletta pieghevole da trekking potrebbe essere più adatta alle tue esigenze. Inoltre, è importante verificare la qualità dei componenti e la stabilità del telaio della bicicletta. Verifica che la bicicletta sia facile da piegare e da riporre, ma anche che sia stabile e sicura da guidare. Controlla i freni, i cambi, le sospensioni e i pneumatici per assicurarti che siano di alta qualità e adatti al tipo di bicicletta pieghevole che hai scelto. Infine, considera il budget che hai a disposizione. Le biciclette pieghevoli possono variare di prezzo in base al modello e alle caratteristiche, quindi assicurati di scegliere quella giusta per te senza spendere troppo. Dai un occhio ai principali marchi listati su EurekaBike che producono biciclette elettriche: Icone Dahon Brompton Graziella Su EurekaBike.it il marketplace della bicicletta, troverai interessanti articoli blog di corse su strada, mtb, downhill, tecnica, curiosità, lifestyle e tanti listini e schede dei marchi top del mondo delle ruote!
La nuova Fiido X, eBike pieghevole in magnesio Le city bike pieghevoli sono abbastanza comuni al giorno d'oggi, ma quando si parla di elettriche se ne vedono molte meno in giro. Se sei alla ricerca di una e-city bike elettrica e pieghevole che sia anche bella da vedere a livello di design, allora la ricerca diventa più difficile. In Fiido, però, sono andati oltre: hanno costruito una city bike elettrica dall'aspetto accattivante, solida e scorrevole da pedalre, con il telaio realizzato in magnesio. E questo è piuttosto unico, a quanto ci risulta. Un'altra unicità molto interessante della Fiido X è il suo esclusivo alloggiamento della batteria, integrato nel reggisella. Questa soluzione tecnica ha permesso agli ingegneri di progettare il telaio con molta libertà e di ottenere un'eBike che assomiglia molto a una bicicletta pieghevole standard (senza motore). Il team di Fiido ha anche progettato un sistema di sicurezza senza chiave, che consente al rider di estrarre la batteria semplicemente digitando un codice di sicurezza su una piccola tastiera integrata nella parte posteriore della bici, vicino alle luci posteriori. Una soluzione certamente originale, che scommettiamo possa genereare un effetto "wow" quando ti capiterà di estrarre la batteria in mezzo alla strada, magari per caricarla in ufficio. Fiido eBike: visione e stile Fondata alla fine del 2016, Fiido è un'azienda di tecnologia sportiva e intelligente che si concentra su E-bike ed E-scooter. Il loro obiettivo è aiutare il mondo a diventare ecologico offrendo esperienze di guida eccezionali ai ciclisti urbani e ai pendolari di tutto il mondo. La filosofia che spinge gli ingegneri di Fiido si fonda sul fornire veicoli che aiutino a controllare il tempo delle persone oltre al loro benessere fisico e mentale, nella vita di tutti i giorni. Fiido racchiude, inoltre, la sua visione in un design senza fronzoli, moderno e alla moda, il che è sempre un vantaggio. "Controllare il proprio tempo significa controllare la propria vita." Specifiche tecniche della Fiido X L'autonomia dichiarate per la Fiido X è di 130 km, un range importante per una bici da città. Questo risultato è stato ottenuto grazie a: capacità della batteria di 418 Wh; setup di pedalata a 3 configurazioni, selezionabili tramite un dashboard a colori, posizionato sul manubrio; peso complessivo ridotto:17Kg con pedali e batteria. componenti Shimano di alta qualità. La sensazione di guida e la risposta alla pedalata del motore posteriore da 250W sono eccezionali. Questo è possibile grazie a una soluzione ancora poco utilizzata nelle ebike da città: il sensore di coppia (integrato nel movimento centrale) che fornisce un feedback retroattivo in base all'effettiva forza esercitata dal ciclista sui pedali. Ciò fornisce un'assistenza elettrica quasi istantanea, con un ritardo di risposta molto contenuto. A causa delle normative locali, la velocità massima è limitata dal software e impostata a 25Km/h per la versione europea ed a 32Km/h per la versione USA. Le luci completamente integrate e i freni a disco idraulici sono altre importanti caratteristiche della Fiido X, e garantiscono un livello di sicurezza elevato su strada. Dove si può acquistare l'eBike da città pieghevole Fiido X? La Fiido X è stata creata grazie una campagna di successo su Indiegogo che ha raccolto oltre 1,5 milioni di euro da parte di oltre 1.400 sostenitori nel 2021 ed è ora disponibile sul mercato. Puoi acquistarla direttamente dal loro sito di e-commerce semplicemente seguendo questo link: Acquista online la Fiido X E attenzione, perché fino a fine novembre 2022 avrai il seguente sconto speciale. Speciale promo early bird (sconto 200€ + vantaggi) Dal 15 novembre al 30 novembre 2022, avrai la possibilità di usufruire dei seguenti vantaggi: Non €1799,00 ma €1599,00 per la tua Fiido X; 10% di sconto sugli accessori in upsell (risparmia fino a $ 46,05); I primi 100 ordini hanno la possibilità di ottenere oggetti omaggio a costo totalmente zero. REGALO: dal 1° al 5° ordine: nr. 1 batteria aggiuntiva GRATIS (!!!) dal 6° al 45° ordine: nr. 1 coppia di pedali pieghevoli in alluminio GRATIS dal 46° al 100° ordine: nr. 1 supporto borraccia GRATUITO. Acquista ora questa super stilosa eBike da città scontata qui: Acquista online la Fiido X digitando il codice coupon FX20 alla cassa e risparmia 200€.
Better Late è l'ultimo video di Brandon Semenuk, la leggenda canadese della mountain bike che, a 31 anni, è l'unica persona sulla Terra che è stata in grado di vincere la Red Bull Rampage 4 volte. Questo video dall'atmosfera rilassata (e acrobazie molto meno rilassate...) porta il messaggio che è sempre "Meglio tardi", perché mai NON è un'opzione. È un "insieme di momenti trascorsi con persone creative che hanno costruito bei ricordi e che sono state in grado di mettere in gioco la resilienza e l'impegno che ti portano a non mollare mai", afferma Brandon nella presentazione di questa modifica su YouTube. Dai un'occhiata allo stile impeccabile di Brandon Semenuk su diversi terreni e ostacoli enormi, come una roccia di 8 metri che Brandon usa come appoggio per uno step-on wall ride... Pazzesco. Guarda il video qui sotto, divertiti e lasciati ispirare per le tue prossime uscite, questo è il nostro migliore augurio per i lettori di EurekaBike.
Scopri le fat eMTB Gogobest GF700 e Bezior XF200 I nostri lettori conoscono già le eBike GoGoBest, perché ne abbiamo già scritto in precedenza. Dai un'occhiata a questo link per un po' di storia su questo produttore di biciclette elettriche con sede in Polonia e nel Regno Unito. Ora: se sei alla ricerca di mountain bike a per pedalare su grandi varietà di terreno, che si adattino perfettamente anche agli spostamenti in città e abbiano per di più dei prezzi pazzeschi, dai un'occhiata alla Gogobest GF700 ed alla Bezior XF200. Si tratta di ebike-ciclomotore (o MotoBikes) con motore posteriore e ruote "fat", che hanno una velocità limitata per legge a 25 Km/h (ma che possono arrivare fino a 50 Km/h se sbloccate per l'utilizzo su terreni privati). Le Moto Bike si differenziano dalle eBike tradizionali perché sono dotate di acceleratore e il loro motore spinge anche se il ciclista non esercita pressione sui pedali. Entrambi i modelli sono classificati come ciclomotore elettrico mountain bike, ma hanno caratteristiche abbastanza diverse, dato che sono state progettate per utilizzi differenti. La GF700 è una robusta eMTB per avventure a corto raggio, che ti condurrà nella natura selvaggia esplorando i dintorni vicino a casa tua. La XF200 è una bicicletta urbana in stile MTB, perfetta per aggredire le sconnessioni e gli ostacoli delle strade cittadine, per portarti al lavoro o al tuo appuntamento in centro città, in modo sicuro e sostenibile. Entrambi i modelli sono disponibili in più colori e tutti gli stili sono creati su una base nera, che risulta allo stesso tempo elegante e sportiva. Gogobest GF700: esplora i tuoi dintorni La Gogobest GF700 è tecnicamente una MTB hardtail, il che significa che è dotata di una forcella anteriore con sospensione e che la parte posteriore è rigida per un migliore trasferimento di potenza alla ruota. Con i suoi 37,5 chilogrammi di peso, questa non è esattamente l'e-bike che ideale da portare con te per epici giri in montagna sulle Alpi, ma in realtà è perfetta se le tue gite sono per lo più a breve e media distanza e il tuo budget è relativamente basso. Ti divertirai molto con questa bici in collina e per gite in riva al lago e al fiume su strade sterrate e sentieri facili. La GF700, quotata a € 1.899,00 è una delle scelte più convenienti per entrare nel mondo delle biciclette elettriche da montagna. E, udite udite... la GF700 è ora disponibile con spedizione immediata a casa vostra (da 4 a 6 giorni come dichiarato dalla logistica Gogobest che ha base in UK) al prezzo scontato di €1.549,99. La trovi a questo link (con l'acquisto adesso dal sito Gogobest, risparmierai €350 ,00 + spedizione gratuita!). Ma non è finita: per i lettori del Blog EurekaBike abbiamo uno sconto extra del 10% con il seguente CODICE PROMO: 150off: NAE9YY8 Ciò significa che la GF700 può essere tua allo straordinario prezzo di soli €1349,99 (inclusa la spedizione gratuita a domicilio in tutta l'UE)! È uno sconto notevole di 550€. Inoltre, avrai diritto a: uno smart band Xiaomi Mi Band 5 come OMAGGIO gratuito; l'opportunità di acquistare un bundle composto da: "eBike GOGOBEST GF700 + Pompa bici smart Bezior + portapacchi posteriore GOGOBEST Luggage Holder" per soli €1.528,97 (inserendo il codice NAE9YY8 al checkout). eMTB crossover urbana pieghevole Bezior XF200 La Bezior XF200 è un mezzo diverso ed rappresenta una svolta per la mobilità urbana. Prima di tutto, questa bici è una full-suspended, è dotata di ruote da 20" ed è pieghevole. Sì, hai capito bene: una bici-ciclomotore pieghevole, con ruote "fat", elettrica, da 20" e bi-ammortizzata! Abbiamo più di 10.000 biciclette presentate ad oggi su EurekaBike e questa è una delle pochissime che presenta questo interessante layout. Hai intenzione di farla tua? È più facile e conveniente se lo fai ora. Basta fare clic su questo link per andare sul loro sito Web e inserire questo codice promozionale al momento del checkout: 150off: NAE9YY8 Con questo codice potrai acquistare l'XF200 alle migliori condizioni possibili, ottenendo un prezzo finale di soli €1.304,99, inclusa la spedizione gratuita a casa tua. Inoltre, avrai diritto a: uno smart band Xiaomi Mi Band 5 come OMAGGIO gratuito; l'opportunità di acquistare un bundle composto da: "eBike BEZIOR XF200 + Batteria aggiuntiva Bezior + Portapacchi posteriore BEZIOR" per soli €1.779,97 (in questo caso non sarà necessario inserire il codice sconto, ma dovrai semplicemente aggiungere al carrello i tre oggetti, e la promozione si attiverà automaticamente. Abbiamo una visione: usare questa bicicletta per gironzolare nei boschi con una lenza e una borsa da pesca sulla schiena ... e poi, al lunedì, usarla per arrivare in ufficio rapidi e sicuri. Cosa ne pensi?
Penultima tappa del Giro d'Italia 2022 La ventesima e penultima tappa del Giro d'Italia 2022, una tappa di pura montagna da 168km che si è svolta oggi con partenza da Belluno e arrivo in salita al passo Fedaia sulla Marmolada. Dislivello complessivo che si commenta da solo: 4.490m. La situazione alla partenza era una delle più "strette" che si ricordino al Giro, con i primi due corridori Richard Carapaz (Ineos Grandier) e Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) divisi da soli 3 secondi dopo oltre 81 ore di gara cronometrata! Il terzo, lo spagnolo Landa Meana (Bahrain Victorious) era anch'egli piuttosto vicino a 1'05", seguito da un più distaccato Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team) che è comunque ottimo quarto, tornato ai vertici del ciclismo mondiale all'età di 37 anni. Descrizione tappa Bolzano-Passo Fedaia Dallo start di Belluno, situato a 358m slm, la tappa è partita in leggera discesa per i primi 20km circa, per poi affrontare un paio di colli che portavano all'inizio della costante salita verso il traguardo volante di Cencenighe Agordino (774m). E' da qui che è cominciata la salita vera verso il primo Gran Premio della Montagna che ha portato i corridori ai 1918m del Passo San Pellegrino. Una rapida picchiata verso valle e la corsa ha raggiunto Canazei, da dove il gruppo ha attaccato la seconda fatica di giornata: la scalata del mitico Passo Pordoi, secondo GPM a 2239m, Cima Coppi (cioè punto più alto raggiunto da tutte le tappe) di questo 105° Giro d'Italia. Da qui, una fase interlocutoria in discesa in cui nessuno ha forzato, dopo 4 ore di gara alla media di 37,6km/h, ha portato all'inizio dell'ultima impegnativa salita del Giro d'Italia 2022, a metà della quale era stato fissato anche il secondo traguardo volante di Malga Ciapela (1460m), da dove - con 162km e mezzo nelle gambe - gli atleti hanno dovuto dare fondo a tutte le loro energie per affrontare gli ultimi 5km e mezzo con punte di pendenza al 18% (e mai sotto al 10% negli ultimi chilometri) fino al terzo ed ultimo GPM di giornata, l'arrivo al Passo Fedaia. Chi ha vinto l'ultima tappa di montagna del Giro d'italia 2022 Fino all'ultima salita, la tappa non ha regalato particolari emozioni, con il gruppo maglia rosa stabilmente distaccato di circa 6 minuti dalla testa della corsa fino a 5km dall'arrivo. Carapaz, Hindley e Landa sono stati sempre assieme fino a dopo l'ultimo traguardo volante di Malga Ciapela, che non ha avuto per loro influenza rispetto agli abbuoni in palio, che sono stati vinti dall'italiano Alessandro Covi (23 anni) che - curiosità - ha corso con una scarpa bianca ed una scarpa nera da quando, pochi giorni prima, la sua scarpa era stata rovinata dal contatto con un altro corridore e aveva dovuto sostituirla in corsa. Non si sa se per motivi si scaramanzia o altro, Alessandro ha deciso di concludere non solo il Giro ma l'intera stagione con questo particolare stile. Ai 5km, quando manca il tratto più impegnativo della tappa, scatta Domel Novak (Bahrain Victorious) e, nel gruppo maglia rosa, la Bahrain lascia spazio alla Ineos che vuole ora provare ad aggiudicarsi la tappa, con un'azione che sfalda in un attimo l'assetto della Bahrain e tutto il gruppo della maglia rosa che era stato compatto fino a quel momento. Ai 3Km il vantaggio di Alessandro Covi si è ridotto a 45", A 2.6km, Hindley scatta e lascia sul posto Michel Landa, ma Carapaz rimane a ruota. La lotta per la maglia rosa si sblocca a 1.9km dall'arrivo quando, con un eccellente gioco di squadra, il compagno della Ineos Lennard Kämna traina Hindley creando uno strappo di 10m su Carapaz e a questo punto l'azione di Hindley diventa perentoria e si capisce subito che è il più forte in salita oggi. Ma non basta, a meno di 1km dall'arrivo Richard Carapaz si blocca lasciando un enorme vantaggio finale di 1'28" e facendosi superare anche dal rientrante Landa (che arriva a 50" da Hindley). Finisce con uno stravolgimento completo della classifica generale con Hindely che conquista la maglia rosa guadagnando 1'25" di vantaggio complessivo su Carapaz.
Una gara emozionante fino all'ultimo momento, come non si vedeva da tempo. La gara di apertura della UCI Downhill World Cup si è tenuta oggi a Lourdes, Francia, ed ha visto come primo vincitore di stagione un superlativo Amaury Pierron (Commencal Muc-Off by Riding). Nonostante un piccolo errore nella parte alta del percorso, il francese ha guidato all'attacco ed in maniera superba per tutto il resto dell'impegnativa DH di Lourdes assicurandosi la vittoria sul giovane canadese Finn Iles (Specialized Gravity) e sull'amico e rivale di sempre Loïc Bruni (Specialized Gravity). Il tracciato francese è risultato tecnico ma allo stesso tempo molto veloce. A tratti, le velocità raggiunte dagli atleti di punta si sono aggirate attorno ai 60km/h! Allo stesso tempo, il percorso di Lourdes si è presentato molto deteriorato rispetto alle condizioni delle prove, presentando ai concorrenti in gara una ulteriore difficoltà ad interpretare al meglio linee, buche, rocce e radici. Il terreno molto secco ha fatto il resto, rendendo la velocissima pista molto selettiva. Diversi atleti di punta come Daprela e Vergier sono incappati in cadute senza conseguenze mentre stavano staccando intertempi di tutto rispetto. Ma torniamo all prestazione di Amaury Pierron del Team Commencal: il francese ha portato a termine una run da manuale e nemmeno il fortissimo Bruni ha potuto nulla contro la velocità dimostrata da Pierron nella parte bassa del percorso. Loïc Bruni, terzo di giornata e in netto vantaggio su Pierron al primo intertempo, ha perso progressivamente decimi di secondo negli intertempi successivi, accumulando un ritardo finale di 1,086 secondi. Il secondo classificato, Finn Iles, ha tagliato il traguardo in soli 847 millessimi in più rispetto a Pierron. Distacchi molto ridotti che sono ciò che il foltissimo pubblico ai lati della pista sin dalle run di qualifica aspettava con entusiasmo. Prossimo appuntamento della UCI DH WOrld Cup a Fort Williams il 21 e 22 maggio prossimi. Vuoi sapere di più sulla bici che oggi ha vinto la gara di Lourdes? Consulta la scheda tecnica completa EurekaBike della Commencal Supreme DH Team con foto e specifiche tecniche qui. All'interno della pagina catalogo EurekaBike troverai anche gli annunci di vendita per la Commencal Supreme DH Team dove potrai acquistare la bici direttamente dal sito ufficiale di vendita diretta del brand Commencal, il Commencal Online Shop!
È appena uscito un video incredibile dove il rider acrobatico britannico Chriss Akrigg porta al limite estremo le potenzialità della nuova GT Amp 2022, equipaggiata con il motore Shimano EP8. Sicuramente Chris ha un immenso talento che gli permette di pedalare qualsiasi tipo di bicicletta nei posti più incredibili, ma questo video mostra ancora una volta qual è l'effettivo potenziale delle e-bike quando si tratta di salite ripide. Le mountain bike elettriche, in particolare, aprono nuovi scenari di guida per i professionisti, così come per il ciclista medio. Avere quel surplus di potenza a disposizione delle tue gambe ti permette di pedalare in luoghi che erano semplicemente inaccessibili prima dell'avvento delle e-bike. Scalare corsi d'acqua e rocce viscide, saltare su e giù da enormi pietre, pedalare su sentieri polverosi e sponde. Diagonali ripidi su muri con pendenza superiore al 30%, percorrendo su e giù per terreni smossi in ardesia il tutto nel pieno controllo del mezzo... Per farlo hai bisogno di qualcosa in più del talento di Chriss Akrigg, e il livello di guidabilità che le moderne ebike offrono al giorno d'oggi è semplicemente quello che mancava. Il sistema e-bike Shimano EP8 è lo stato dell'arte delle trasmissioni Shimano per uso specifico MTB. La potenza giusta al momento giusto, afferma Shimano. Ciò significa potenza pura con pieno controllo e potenza regolabile su misura per ogni stile di guida ed esigenza. Shimano EP8 offre una coppia massima di 85 Nm ed una potenza fluida e diretta per una sensazione di guida il più naturale possibile. Lo puoi vedere con i tuoi occhi in questo video. Puoi anche visitare la pagina del marchio GT, o la pagina del motore Shimano EP8.
Sta entrando nel vivo la stagione 2021-22 del ciclocross, con l'Europeo del passato weekend, i circuiti della UCI World Cup e il Superprestige per poi culminare con i Campionati del Mondo in prova unica. Quest'anno la Coppa del Mondo è ricca come non mai perché conta ben 16 appuntamenti: dopo le prime 3 prove in territorio USA, si è sbarcati in Europa dove si sono disputati altri 2 round in Belgio, per poi proseguire in altre quattro nazioni ospitanti almeno una prova. Il ciclocross è una disciplina che ha in Belgio una lunga tradizione e un enorme attenzione da parte dei media. I top riders sono considerati alla stregua dei grandi professionisti della strada e le competizioni sono seguite da grandi folle di appassionati. Negli ultimi anni, però, la popolarità del ciclocross è cresciuta a livello globale grazie alle sfide dei due fenomeni Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel, una rivalità anche nazionale (Belgio contro Olanda), a cui si è aggiunto un terzo incomodo, il britannico Tom Pidcock. In conseguenza della crescita dei tre atleti che sono ormai ai vertici del ciclismo mondiale su strada, gli stessi non potranno disputare molte prove della Coppa del Mondo perché la loro preparazione è incentrata sulle prime corse in linea di primavera. Nonostante ciò hanno già dichiarato che l'appuntamento del Mondiale, che quest'anno si svolgerà a Fayetteville negli USA il 29-30 gennaio, sarà un obbiettivo imprescindibile: vedremo quindi Van Aert e Van der Poel nelle prove di Coppa del Mondo più tardi nella stagione. Il loro programma prevede un debutto a dicembre e un graduale miglioramento di forma per rinnovare quella sfida iridata che entrambi hanno già vinto (e che per l'olandese sarebbe il quarto alloro consecutivo). Nel quadro delle 16 competizioni dell'UCI ciclocross World Cup, spicca la prova italiana che tornerà dopo alcuni anni di assenza il 12 dicembre in Val di Sole. Sarà molto suggestiva perché si svolgerà sulla neve e inoltre sarà il test event per convincere il CIO a inserire il ciclocross fra le discipline delle Olimpiadi invernali. Questo il dettaglio delle prove della Coppa del Mondo: 10 OCT 2021Waterloo (USA) 13 OCT 2021Fayetteville (USA) 17 OCT 2021Iowa (USA) 24 OCT 2021Zonhoven (BEL) 31 OCT 2021Overijse (BEL) 14 NOV 2021Tabor (CZE) 21 NOV 2021Koksijde (BEL) 28 NOV 2021Besancon (FRA) 5 DEC 2021Antwerpen (BEL) 12 DEC 2021Val di Sole (ITA) 18 DEC 2021Rucphen (NED) 19 DEC 2021Namur (BEL) 26 DEC 2021Dendermonde (BEL) 2 JAN 2022Hulst (NED) 16 JAN 2022Flamanville (FRA) 23 JAN 2022Hoogerheide (NED) Nonostante l'assenza dei big della strada, la stagione della Coppa del Mondo Ciclocross è quest'anno molto aperta e combattuta. Se Eli Iserbyt sembra il più accreditato alla vittoria finale (ha già vinto tre prove su 5), gli avversari Toon Aerts, Michael Vanthourenhout e l'emergente Quentin Hermans gli stanno dando filo da torcere e ogni competizione è molto lottata. Si corre su circuiti selettivi e tecnici e molto spesso il fango e la pioggia rendono la corsa estremamente incerta. Rai Sport offre una copertura dei principali eventi, non soltanto nella prova regina Elite, ma anche Donne e Juniores. Unico neo che renderebbe la categoria più varia, è l'assenza di veri contendenti allo strapotere dei belgi, ed è stata una grande sorpresa nei recenti Campionati Europei vedere l'olandese Van der Haar sul gradino più alto del podio che ha sbaragliato la corazzata fiamminga. L'Italia si è fatta onore con il nono posto di Jakob Dorigoni: il bolzanino e Giole Bertolini partecipano alle prove di Coppa del Mondo da diversi anni con risultati alterni ma in trend di crescita, ma lontani sono i tempi di Renato Longo che riuscì a vincere ben 5 Campionati del Mondo negli anni '60 oppure in tempi più recenti ricordiamo il trionfo di Daniele Pontoni (che fra l'altro è stato appena nominato CT della nazionale italiana). In attesa di una crescita di Dorigoni, che in fondo ha solo 23 anni, c'è da sperare in un movimento italiano che vede segni di risveglio nelle categorie giovanili e nelle donne: Arzuffi e Lechner fra queste ultime, Toneatti Under 23 e Luca Paletti che ha appena conquistato il bronzo europeo al primo anno da junior. Il ciclocross ha dimostrato in questi anni di essere una disciplina spettacolare e ancora amata; inoltre può essere svolta come integrazione della preparazione invernale o addirittura come step di avvicinamento al mondo della strada, senza dimenticare che molti atleti di casa nostra si intercambiano fluidamente fra la mountain bike d'estate e il ciclocross in inverno. Seguici sempre su EurekaBike.it, il marketplace del mondo delle due ruote, con aggiornatissimi listini prezzi, offerte e schede tecniche dei principali brand del mondo e una ricca sezione blog con articoli su ciclismo professionistico su strada, MTB, downhill, BMX, articoli di tecnica e di curiosità dal mondo della bicicletta!
Ha fatto abbastanza rumore la pubblicazione dei risultati della perquisizione della Gendarmeria all'ultimo Tour de France al Team Bahrein-Victorius. Secondo i quotidiani francesi, l'analisi dei capelli di tre corridori della squadra, effettuate presso il Centro Nazionale di Biotecnologia, ha dimostrato la presenza della tizanidina, farmaco che normalmente viene utilizzato per la cura della sclerosi multipla. C'è da sottolineare che tale farmaco non è nella lista dei prodotti vietati dalla Wada (l'agenzia internazionale antidoping) e considerati dopanti. Il professore francese Jean Pierre de Mondenard, già medico del Tour e coinvolto nelle analisi ha dichiarato che il farmaco è un miorilassante e potrebbe essere usato nel dopo gara per lenire il dolore ai muscoli. Dopo lo sforzo intenso e prolungato infatti si verifica la cosiddetta asfissia muscolare, con conseguente forte mal di gambe dovuto all'irrigidimento dei muscoli. Il farmaco limita questa tensione e i suoi effetti. Però il professor Mondenard ha anche aggiunto che questa molecola è molto simile a quelle che stimolano gli ormoni della crescita e pensarla utilizzata nello sport gli dà fastidio. La vicenda ha risvegliato i detrattori del Team Bahrein-Victorius che hanno sollevato dubbi sulle performance dei suoi atleti dopo una stagione entusiasmante: 30 vittorie tra cui tappe ai grandi giri e podio al Giro d'Italia, la Parigi-Roubaix. Giovani emergenti come Matej Mohoric, Mark Padun, Gino Mader; atleti consolidati come Domenico Caruso e Pello Bilbao; un finalmente maturato Sonny Colbrelli sono arrivati ai vertici mondiali. C'è da dire che sono tutti atleti che hanno avuto un miglioramento costante nella loro carriera e hanno dimostrato il talento fin dalle categorie inferiori, per cui non sono usciti dal nulla. Lungi da noi adombrare macchie o tantomeno parlare di doping (che peraltro non si configura per la tizanidina come detto prima). Tutti gli addetti ai lavori sono concordi nel ritenere pulito il ciclismo pro di oggi, vuoi per la riforma degli enti preposti al controllo e per l'aggiornamento della lista dei farmaci vietati. Vuoi grazie all'accettazione dai parte degli atleti del protocollo che consente controlli non programmati ed esami del sangue in ogni luogo, associato all'obbligo di dichiarare dove ci si trova in ogni giorno dell'anno cose che hanno permesso serie verifiche e disincentivato fortemente il doping. Non ultimo, la trasparenza nel pubblicare tutti i dati relativi all'allenamento e alle competizioni che possono costituire una campanello d'allarme in caso di performance abnormi. Infine una rinnovata etica da parte dei team, che hanno immediatamente licenziato gli atleti nei pochi casi in cui sono stati trovati positivi all'uso di sostanze vietate. L'ultimo caso eclatante risale al 2017 con Ruffoni e Pirazzi della Bardiani. Detto tutto ciò, rimane un dubbio. Far luce su quell'area grigia che è medico-scientifica, ma ancor prima etica, dell'utilizzo nello sport di farmaci, anche potenti, per finalità diverse dalla cura per cui sono indicati. Il pensiero non può non andare a Chris Froome e a tanti altri che abusavano di farmaci anti-asma, o alla presente vicenda dove è difficile dimostrare il bisogno di un prodotto contro la sclerosi multipla per un atleta nel pieno della forma. Sono sostanze che forse non incrementano la performance, ma c'è bisogno di trasparenza da parte delle squadre e dei medici: qual'è il beneficio reale? Che effetti hanno sulla salute dei ciclisti a lungo termine? Quali e quanti sono gli altri farmaci di cui si abusa e che non sono nelle liste antidoping? La squadra chiamata in causa si è difesa dichiarando: “Il Team Bahrain Victorious e nessuno dei suoi corridori sono stati informati ufficialmente o ufficiosamente di alcun risultato rinvenuto relativo alla tizanidina o ad altre sostanze. Il Team tiene a sottolineare che gli autori dell'articolo scientifico a cui si riferiscono tutte le accuse hanno inequivocabilmente sottolineato che la tizanidina non è una sostanza vietata nello sport” Inoltre la squadra sta consultando i legali per verificare la modalità della pubblicazione che ha avuto un impatto negativo sull'immagine del team” Staremo a vedere gli sviluppi: la speranza è che non venga macchiato tutto il movimento del ciclismo che tanta fatica ha fatto per uscire dali anni bui del doping, ma sia un'occasione per migliorare la ricerca e l'etica dello sport. Su EurekaBike.it il marketplace della bicicletta, troverai sul blog articoli interessanti di corse su strada, mtb, downhill, tecnica, curiosità, lifestyle e tanti listini e schede dei marchi top del mondo delle ruote!
Il mercato delle due ruote ha visto negli ultimi anni lo spettacolare affermarsi delle bici gravel. Un numero sempre maggiore di appassionati opta per l'acquisto di questa tipologia, senza contare l'aumento di competizioni, di gran fondo o di raduni non competitivi a tema. Gravel significa letteralmente ghiaia e quindi la gravel road è una strada sterrata o bianca, per cui la filosofia costruttiva di tali bici parte dal presupposto di essere adatte a tali percorsi. Tutto nasce, come molto spesso nel mondo della bicicletta in tempi recenti, negli USA dove l'amore per le due ruote si è coniugato con vastissimi spazi naturali con la presenza di lunghe strade bianche. E poi l'introduzione di affascinanti gare in molti Stati americani caratterizzate da percorsi nella natura sconfinata, senza troppe difficoltà altimetriche e su strade piuttosto compatte, che possono superare agevolmente le 100 miglia fino ad arrivare alle Ultra race come la Trans Iowa che sfiora i 500 km!I costruttori a stelle e strisce hanno quindi lanciato sul mercato una tipologia di bici specializzata per questi percorsi, che però in realtà è ottima anche per l'utilizzo su strada asfaltata.Circa 4-5 anni fa le prime gravel sono arrivate in Europa e adesso è un prodotto di punta di molte case. Moda temporanea? Attenta strategia commerciale? Noi crediamo di no: ce lo dimostrano i numeri ma soprattutto l'analisi costruttiva di queste biciclette. Le caratteristiche tecniche delle gravel bikes In generale, il concetto base da cui partire sono le bici da corsa su strada che sono modificate in alcuni elementi basilari per ottenere robustezza e solidità senza sacrificare troppo la velocità. Una due ruote eclettica che unisce caratteristiche da road bike, ciclocross e turismo. Ovviamente sul mercato troviamo un'ampia gamma di gravel bike che vanno da 500-600 Euro per modelli d'entrata fino a oltre dieci volte tanto per le bici top di gamma. Il telaio, funzione dell'uso e del prezzo può essere d'acciaio, alluminio o perfino carbonio. Ciò che però lo differenzia dalle cugine da strada è la geometria. Una struttura leggermente più “comoda”: tubo di sterzo un po' più alto, tubo verticale meno verticale e carro posteriore più lungo (fino a 20 mm), per garantire una postura non “sdraiata” come nelle competizioni su strada, ma più rialzata sulla sella. Questo si traduce in comodità per affrontare gli sterrati e maggior prontezza sullo sconnesso. Il maggior peso del telaio è legato ad una esigenza di robustezza, ma come detto, chi opta per la gravel non ricerca l'esasperazione di bici da competizione su strada. Le ruote sono da 28”, stessa dimensione della strada, ma quello che cambia sono le coperture: sezione maggiorata (30-35 mm) e si può optare per un disegno del battistrada più o meno “artigliato”. I freni sono ovviamente a disco e la trasmissione è disegnata ad-hoc per percorsi accidentati con la presenza di ghiaia, polvere o fango (bilanciere lungo e forchetta di deragliata alta). Inoltre i rapporti sono più agili delle cugine da strada: è abbastanza comune l'abbinamento corone da 50/32 denti, ma si sta sempre più affermando la monocorona, con pacco pignoni da 10-11 fino a 34. Nel caso della BMC URS 1 One, top della gamma del costruttore svizzero, il pignone più grande è un padellone da 50 denti! Le maggiori case costruttrici come Trek, Giant, Scott, Cannondale, BMC, Triban hanno tutte più modelli gravel in listino. Vediamo alcune proposte: La Scott Speedster Gravel 40 ha telaio in alluminio, freni a disco e trasmissione Shimano con cassetta CS-HG500#10 11-32 e doppia corona all'anteriore. Un ottimo mezzo di fascia media ad un prezzo poco superiore ai 1200 Euro. Salendo di categoria verso il top della gamma, incontriamo la Giant TCX Advanced Pro 1 modello 2021. Telaio in carbonio, robuste ruote Giant SLR-2 42 su cui si montano pneumatici tubeless tutto terreno da 33mm e il gruppo Shimano Ultegra, 11x34 con monocorona. Il prezzo è 3799 Euro. Divertimento, avventura e non solo In conclusione, un mezzo dall'uso facile e non esasperato, robusto e solido. Si possono percorrere tantissimi km su strada e su percorsi non asfaltati meglio se dal fondo duro e compatto: ghiaia, brecciolino, terra. Ovviamente non sono fatte per fuoristrada difficile e/o con differenze altimetriche importanti: per questi percorsi ci sono le varie MTB. La gravel ha comunque un uso versatile: c'è chi la usa prevalentemente su asfalto (con coperture ad-hoc) per avere più robustezza e magari risparmiare rispetto ad una specialissima road. C'è chi la usa per percorsi misti, chi per andare all'avventura o addirittura in brevi viaggi: alcuni modelli possono installare portaborse e portapacchi e addirittura frecce e parafanghi. Infine chi opta l'acquisto di queste bici per i numerosi eventi di gravel che in Italia stanno cominciando a comparire. Sono queste delle manifestazioni di più giorni a metà fra cicloturismo, avventura e sfida pura: tra le più popolari ricordiamo la Veneto Gravel (690 km e 3900 m di dislivello), il BAM di Mantova e la Tuscany Trail Experience. Un ciclismo più a contatto con la natura, avventuroso e con un tocco di rievocazione del passato, quando le strade di ghiaia o di terra erano la norma, non l'eccezione. Un amore per l'epoca eroica del ciclismo, e forse più autentica, che il mondo del professionismo su strada non disdegna: basta guardare non solo al successo delle Strade Bianche e della classica-monumento Roubaix, ma anche alla fascinazione per l'antico di gare meno conosciute come la Paris-Tours che si svolge fra gli sterrati delle vigne della Loira, o il Tro-Bro Léon in Bretagna che si svolge su ampi tratti di ribinoù, caratteristiche redole dal fondo terroso.
L'inizio di ottobre è stato il momento del lancio sul mercato della nuova sospensione elettronica integrata RockShox, denominata Flight Attendant. Con una giustificata attesa da parte del mondo dei biker e della stampa, abbiamo finalmente i riscontri su un prodotto che, seppure non sia il primo ad utilizzare l'elettronica, è senz'altro innovativo nella tecnologia e nel concetto. Se sarà sufficiente a rivoluzionare il mercato della MTB, solo il futuro ce lo potrà dire, ma sicuramente i modelli top di bici da Enduro equipaggiati con questa nuova tecnologia saranno più attrattivi. Un concentrato di tecnologia Il RockShox Flight Attendant è un sistema integrato di sospensione che, attraverso microsensori alloggiati nella forcella, nel movimento centrale e nell'ammortizzatore posteriore, è in grado in tempo reale di adattare i parametri delle sospensioni stesse al terreno che si sta percorrendo. Innanzitutto è wireless, il che riduce di molto le complicazioni dovute a manutenzione e rotture. Ma la grossa novità rispetto a prodotti esistenti è che il Flight Attendant si comporta in maniera “predittiva” piuttosto che “reattiva”. Questo possibile grazie ad algortitmi creati sulla base di migliaia di km percorsi in ogni condizione nella fase di ricerca e sviluppo, durata 7 anni: il sistema è in grado di decifrare e leggere il terreno in 5 millisecondi e regolare le sospensioni per la situazione che si presenterà. Ogni piccolo dosso, buca, corrugamento, salto, cambio di compattezza del terreno sarà previsto e l'ammortizzatore e sarà regolato in tempo reale. Ciò si traduce nella massima efficienza di performance, specialmente in salita. Quando il percorso spiana si avrà ovviamente un indurimento proporzionale delle sospensioni, mentre se il sensore rileverà la discesa, si avrà un settaggio più libero, sempre regolato però in funzione della superficie del terreno. Ma come funziona il RockShox Flight Attendant? Il sistema è collegato ad una App dotata di un utile tutorial e istruzioni step-by-step. L'operazione iniziale è quella di calibrare il sistema in funzione del proprio peso: si può fare da fermo e una volta registrato non occorre più farlo. Da questo momento in poi il sistema è gestibile con i bottoni sulla forcella stessa: i tre settaggi possibili sono Open, Pedal and Lock andando dal più morbido al più duro. Come possiamo immaginare e come specificato nell'introduzione, il sistema “intelligente” previene o si adatta in tempo reale alle condizioni, per cui è capace di allentare se si dovesse incontrare una buca profonda in un tratto compatto di scorrimento, o viceversa. Inoltre ci sono tre modalità: l'Auto in cui il computer è libero di cambiare automaticamente i settaggi durante la marcia, il Manual in cui viene cambiato dal biker, e l'Override. Un'eccellente opzione aggiuntiva è quella di poter operare un fine-tuning al sistema: se di default il bias è 0, possiamo settarlo di +1 o +2 verso la posizione Open oppure -1 o -2 verso la Lock. Per il momento la RockShox non ha pubblicato i prezzi del prodotto acquistabile come componente aftermarket. I costruttori che utilizzeranno questo sistema sono per ora Trek, Canyon, YT e Specialized e in media avranno un sovrapprezzo di circa 2000€ rispetto all'equivalente modello senza il Flight Attendant. Sono state privilegiati i modelli Enduro, nella convinzione che il nuovo sistema elettronico sarà più utile per i trail lunghi e variegati, dove è importante la massima performance in ogni condizione, sia in salita che in piano che in discesa. I modelli equipaggiati con questo sistema saranno la YT Jeffsy Uncaged 6, la YT Capra Uncaged 6, Canyon Neuron CF SLX LTD, la Canyon Spectral 29 CF LTD AXS, la Trek Slash 9.9 XX1 AXS Flight Attendant e infine la Specialized S-Works Enduro, quest'ultima equipaggiata con trasmissione SRAM AXS e sella AXS Reverb. Vantaggi e svantaggi del nuovo sistema Innanzitutto la performance che da tutte le prove pratiche risulta aumentata. Le bici dotate di RockShox Flight Attendant hanno un sistema di sospensioni che lavora perfettamente in ogni condizione, ma specialmente su terreni ondulati con brevi e impegnative salite. In secondo luogo la facilità di utilizzo e regolazione, con una gamma molto ampia. Richiede tempo e pratica trovare l'assetto giusto, ma crediamo che questo sia una opportunità piuttosto che un limite. Passando ai punti critici, il primo è il prezzo, anche se ampiamente giustificabile dato la quantità di tecnologia e ricerca impiegata, e comunque destinato ad abbassarsi con il tempo. Il peso potrebbe essere un piccolo dato negativo, anche se circa 300g non incidono troppo su mezzi che sono abbastanza pesanti di natura. Può essere un po' fastidioso il buzz elettronico che contraddistingue il cambiamento di setting durante la marcia (in modalità Auto). Infine un minus è la quantità di batterie: ben tre che sono rispettivamente alloggiate nella forcella, nella scatola pedali e nell'ammortizzatore. Ciò richiede un tempo aggiuntivo nella ricarica di esse. Su EurekaBike.it il marketplace della bicicletta, troverai sul blog articoli interessanti di corse su strada, mtb, downhill, tecnica, curiosità, lifestyle e tanti listini e schede dei marchi top del mondo delle ruote!
Trek e SRAM hanno appena rilasciato un video dove mostrano l'esperto meccanico, Sean Murphy, della Fluid Function a Squamish, B.C. che assembla una delle due bici che Brandon Semenuk porterà alla Red Bull Rampage, in cerca di un quarto titolo, che non è mai stato raggiunto da nessuno. Il montaggio pensato per Brandon Semenuk per la Red Bull Rampage 2021 è quello ci si può aspettare per un 5 volte vincitore della Joyride e tre volte campione della Rampage. La lunga corsa posteriore le dona un grande potenziale per fare trick, il montaggio Trek Session personalizzato 27.5/26 mullet è abbinato ad una trasmissione BlackBox AXS unica nel suo genere, e ad una forcella RockShox Zeb Ultimate a singola piastra da 190mm. Trek Session SRAM Rampage build details Telaio: custom built Trek Session 27.5" / 26" Mullet Deragliatore: BlackBox XX1 Eagle AXS short cage Controllore: SRAM AXS Cassetta: SRAM X01 DH Catena: SRAM Eagle Guarnitura: SRAM X01 DH DUB | 165mm, with custom crank damper Forcella: RockShox Zeb Ultimate | 190mm, 44m offset, 3 Tokens, 63.5 PSI, HSC open, LSC 9 clicks to closed Ammortizzatore: RockShox Super Deluxe Ultimate DH with MegNeg air can | 270 PSI, 4.5 tokens in Positive, 2 Bands in Negative, Rebound 5 clicks to closed, LSC 9 clicks to closed. Freno Anteriore: SRAM Code RSC | Routed through Zeb steerer tube. Freno Posteriore: SRAM Code RSC | Extra long brake hose for 3 full rotations of handlebars. Dischi: SRAM HS2 200mm (front & rear) Ruote: Industry Nine 27.5" / 26" Manubrio: Chromag OSX LTD Attacco Manubrio: Chromag Ranger V2 Reggisella: Truvativ Noir T40 Pneumatico Anteriore: Maxxis Assegai 27.5 x 2.5" EXO+ Maxx Grip Pneumatico Posteriore: Maxxis Minion DHR2 26 x 2.4" DH Casing Maxx Grip Sella: Chromag Overture LTD Manopole: Chromag Clutch Pedali: Chromag Synth Guarda che video! Scopri come il meccanico di Brandon costruisce pezzo dopo pezzo e con la massima accuratezze questo mezzo fantastico. Seguici su EurekaBike.it, il marketplace di biciclette con listini aggiornati di migliaia di bici, annunci di vendita vicino a te e specifiche tecniche dai principali marchi di bici al mondo. Inoltre, una ricca sezione blog con articoli sul ciclismo professionistico su strada, MTB, downhill, BMX, articoli tecnici e curiosità dal mondo delle bici!
Siamo ormai agli sgoccioli della stagione World Tour su strada 2021, con il solo Lombardia come classica monumento da disputare. L'anno di rinascita del ciclismo, dopo il dramma del Covid e la conseguente sfortunata e bislacca stagione 2020, si è dimostrato eccezionale. Una serie bellissima di corse, che ha visto finalmente il riavvicinarsi del pubblico, con una presenza ampia e competente, forse anche maggiore delle aspettatice. Il ciclismo è vivo e vegeto: uno sport popolare tradizionale, ma capace di emozionare sempre più ampie fasce di appassionati, sia dal punto di vista degli spettatori che dei praticanti. Facendo un discorso più ampio, non si può tralasciare di menzionare il boom che sta avendo il ciclismo femminile, dalle categorie giovanili fino alle pro.Per quanto riguarda gli uomini, abbiamo ancora negli occhi la leggendaria cavalcata nel fango degli eroi della Parigi-Roubaix, da cui è emerso uno strepitoso Sonny Colbrelli. Una corsa come questa è lo spot più efficace a favore di uno sport troppo spesso bistrattato: chi ha avuto la fortuna di seguirla in TV, per non dire chi era sul posto, ha assistito ad una delle competizioni più dure, più combattute e più incerte degli ultimi anni. La vittoria azzurra ci rallegra perché un italiano è finalmente riuscito a salire sul gradino più alto dopo 22 anni (ultimo trionfo fu quello di Andrea Tafi nel 1999) e perché consegna alla storia e al futuro di questo sport un campione vero, che ha forse ottenuto tutto assieme ciò che la malasorte gli aveva tolto negli anni precedenti. In pochi mesi, campionato Italiano, Europeo e Roubaix, più altre cinque vittorie sparse. Ma, al di là del vincitore, ci sembra giusto di fare un plauso a tutti gli attori su quel palco epico e terribile che sono le pietre del nord della Francia. Una elite mondiale di atleti che rendono le classiche monumento, così come le corse a tappe, sempre incerte e battagliate. Il bilancio dell'Italciclismo Una stagione che per l'Italia, ancora orfana di un atleta competitivo nelle corse a tappe, vede la consacrazione di Filippo Ganna. Il verbanese è ormai il numero uno al mondo nelle prove a cronometro, status raggiunto dopo il dominio al Giro d'Italia, nel quartetto olimpico di inseguimento e nella conferma del titolo mondiale contro il tempo. Avendo già detto di Colbrelli, e in attesa della maturazione di alcuni giovani interessanti, per il resto il piatto è un po' povero, con atleti ormai in anagrafico declino (Nibali), oppure buoni ciclisti ma difficilmente competitivi con le superstar. Se però dovessimo puntare su qualcuno nella stagione, lo faremmo su Gianni Moscon. Una commovente e sfortunata prova alla Roubaix: rimasto in fuga da solo a più di 50 km dal traguardo, ha resistito con poco più di un minuto su un manipolo di scatenati inseguitori e solo una foratura e una caduta a 15 km dalla meta gli hanno tolto una possibile vittoria. Questa gara è tagliata sulle sue caratteristiche e siamo sicuri che l'approdo il prossimo anno all'Astana sarà un trampolino di lancio per il suo talento, non solo nella gara francese, ma anche in molte altre corse. Un talento che forse negli anni scorsi è rimasto imbrigliato nelle logiche tattiche della Sky/Ineos, ma è pronto ad esplodere, un po' come ha fatto Colbrelli quest'anno.Per estendere il ragionamento in altre categorie, incontriamo un grandissimo bottino azzurro non solo alle Olimpiadi (dove l'inseguimento su pista è una certezza), ma anche e soprattutto ai Campionati del Mondo su strada in Belgio. A parte l'assenza di vittorie nella prova in linea degli Elite uomini a cui siamo purtroppo abituati da tempo, abbiamo dominato in molte altre gare: gli ori di Elisa Balsamo nella Elite femminile, di Filippo Baroncini nella Under 23 e iò trionfo dello stesso Ganna sono a dimostrare che il movimento ciclistico italiano è vario e solido. Il ritorno di un ciclismo all'"antica"? Dicevamo che la stagione è stata bellissima: le giovani superstar Pogacar ed Evenepoel sono maturati alla velocità della luce, gli ormai fortissimi Van der Poel, Van Aert e Alaphilippe garantiscono spettacolo ad ogni corsa a cui partecipano. Roglic è un trattore su tutti i terreni, Bernal si è consolidato re nelle corse a tappe con un bel trionfo al Giro d'Italia. Il ciclismo sta evidentemente cambiando, e lo fa in meglio. Non solo la nuova generazione ha messo definitivamente alla porta i senatori che hanno scritto il ciclismo di pochi anni fa, ma le gare stesse sono cambiate. Vediamo molti meno tatticismi, e le squadre non sono più in grado di tenere legate le corse come fino a pochi anni fa. Meno treni in salita senza possibilità di fuga (Team Sky in questo era la squadra padrone), meno arrivi in volata nelle prove di pianura e vallonate. Questo si traduce in grandi possibilità delle fughe di arrivare: solo al Giro d'Italia, i pochi fuggitivi, o il singolo (anche più spesso) sono arrivati al traguardo in ben 15 occasioni su 19 tappe in linea disponibili. E al Tour e alla Vuelta la musica non cambia di tanto, con il gruppo che spesso non è stato capace di controllare la corsa, che dava una motivazione nuova alle fughe di giornata e alle uscite solitarie. Abbiamo scoperto corridori meno conosciuti, saliti alla ribalta mondiale con le loro imprese: siano essi giovani emergenti oppure luogotenenti e gregari che possono coronare con una vittoria la loro carriera. Abbiamo riassaporato un ciclismo bello e antico, meno legato alle logiche tattiche delle grandi squadri, ma più incline alla romantica fuga solitaria, magari con un finale che arride al David contro Golia. 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L'annuncio di Fabio Aru del ritiro dall'attività agonistica giunge inaspettato, ma alla fine dei conti nemmeno troppo. Il Cavaliere dei Quattro Mori ha avuto nel 2021 forse l'ultima annata utile per risalire quella china e ritrovare una competitività che gli permettesse, se non di vincere un Grand Tour, almeno di lottare per le posizioni di vertice. Dopo una metà di stagione lenta e dedicata a macinare gare e chilometri, il sardo sembrava aver trovato una alchimia per duta: i secondi posti consecutivi al Sibiu Tour e alla più qualificata Vuelta a Burgos avevano fatto intravedere una flebile luce in fondo al tunnel e dato nuovi stimoli per la Vuelta España. Nel grande giro iberico, che si sta correndo in queste settimane, dopo un promettente inizio, Aru ha putroppo mostrato le croniche debolezze che subentrano dopo la prima settimana di corsa. Probabilmente era però già scattata dentro di sé la consapevolezza di non poter esser più il ciclista in grado di vincere la Vuelta nel 2015 e di indossare la maglia gialla al Tour dopo una serie di imprese sulle montagne. Un declino che era cominciato nel 2018, complice un grave problema alla arteria iliaca e, qualcuno dice, uno sbagliato atteggiamento mentale. Il declino di Quintana, Sagan, Bardet e Pinot Ma c'è un elemento in più: nel ciclismo del passato si raggiungeva la maturità psico-fisica attorno ai 30 anni dopo un lento e costante miglioramento durante gli anni precedenti (pensiamo ai Moser, Bugno, Chiappucci, Indurain, Pantani, Basso). Nel professionismo a due ruote di oggi si osserva invece un declino prestazionale di grandi campioni attorno a quell'età. Nairo Quintana, vincitore di Giro e Vuelta fra i 24 e i 26 anni, non è più in grado da tempo di lottare per i vertici. Peter Sagan, a cui peraltro auguriamo grandi vittorie nel futuro, non è nemmeno lontano parente del tre volte Campione del Mondo e di colui che dominava le classiche del nord. Lo stesso Cavendish, dopo una carriera fulminante negli sprint che gli ha fruttato più di 100 vittorie, all'età di 30 anni si è spento per diversi anni. Ha ritrovato lo spunto vincente questa stagione, ma anche grazie alla perfetta organizzazione del treno della Deceunink. L'elenco potrebbe continuare, con fior di atleti che hanno avuto un'impressionante parabola discendente come Mikel Landa, i francesi Pinot e Bardet (vincitore di una tappa alla Vuelta, ma mai in classifica negli ultimi anni), per non parlare della clamoroso stop di Tom Dumoulin. C'è chi tira in ballo la programmazione: nel ciclismo moderno si diventa professionisti in giovanissima età dopo molti anni spesi nelle categoria giovanili al massimo livello di prestazioni, per poter ottenere vittorie molto presto (Sagan e Cavendish vincevano nei professionisti già a 21 anni), o, in altri casi (come Aru e i francesi) i giovani ciclisti sono sottoposti subito a grandi responsabilità e conseguenti immani sforzi come luogotenenti e poi come capitani. La conseguenza è il pagamento un forte dazio in termini di brevità di carriera vincente. La medicina dello sport ci dice che il fisico di un atleta è come un motore: la sua durata è lunga ma non illimitata. Se si eccede con il chilometraggio, con lo sfruttamento alla massima potenza, il fuori giri, allora il rischio di rottura o la perdita di potenza avverrà prima del tempo. L'eccezione di Primoz Roglic e la nuova generazione di campioni Una conferma alla regola è data da Primoz Roglic che è ancora tra i più forti al mondo e non si notano cenni di declino a quasi 32 anni. Ma lo sloveno, dopo una carriera sportiva iniziata nel salto con gli sci, è approdato al ciclismo a ben 24 anni, diventando vincente costantemente soltanto due anni dopo. In parole povere, un motore ancora “fresco” in rapporto a molti altri suoi colleghi. In questo quadro globale del ciclismo professionistico rientra a buon diritto lo splendore di una nuova generazione di fenomeni delle due ruote, che ha dato la spallata finale alla vecchia guardia, e che ha alzato ancor più l'asticella della gioventù: Pogacar capace di vincere il Tour a 21 anni e diventare il più forte al mondo, Egan Bernal dominare il Giro a 24 anni, 2 anni dopo il trionfo agli Champs-Élysées;, Flippo Ganna essere il numero 1 al mondo nelle prove a cronometro a 25. E dietro a loro, una nidiata di ciclisti destinati a scrivere la storia del futuro: Evenepoel, Pidcock, Vingegard. Senza dimenticare che i fuoriclasse Van der Poel e Van Aert hanno solo 26 anni...Vedremo se la loro carriera subirà un declino secondo il trend attuale, oppure se riusciranno a smentire le teorie della medicina sportiva e ad avere una carriera più longeva. Dall'alto dei suoi 41 anni il nonno d'acciaio Alejandro Valverde continua a correre e ben..ma questa è un'altra eccezionale storia, studiata perfino nelle Università spagnole! Su EurekaBike.it il marketplace della bicicletta, troverai interessanti articoli blog di corse su strada, mtb, downhill, tecnica, curiosità, lifestyle e tanti listini e schede dei marchi top del mondo delle ruote!
I Mondiali UCI in Val di Sole hanno portato non solo tante emozioni sportive, confermando Nino Schurter e Greg Minaar come greatest of all time (GOAT) rispettivamente nel cross country e nella downhill. I mondiali in Val di Sole, l'evento sportivo MTB più importante dell'anno, hanno anche visto nascere la nuova collaborazione fra il portale EurekaBike e la più importante associazione italiana dedicata alla promozione e all'insegnamento del mountain bike: AMIBike - Scuola Nazionale Maestri di Mountain Bike ed E-Bike. La collaborazione è nata in maniera del tutto naturale da una visione condivisa sui valori fondanti dello sport e dalla convinzione reciproca che una realtà giovane e dinamica come EurekaBike possa fornire un grande valore aggiunto ad una realtà storica e consolidata come AMIBike. Allo stesso modo, si crede che AMIBike possa aiutare EurekaBike a farsi conoscere più rapidamente e ad aumentare il numero di offerte presenti all'interno della piattaforma, generando così un valore aggiunto per tutti gli utenti. Attività AMIBIke AMIBIke è la più strutturata e capillare associazione di Maestri di Mountain Bike operante sul territorio nazionale. Migliaia di iscritti possono accedere a servizi di formazione e aggiornamento (ma anche avere un punto di riferimento per la tutela dei propri diritti) e godono di condizioni commerciali speciali presso i diversi partner e sponsor. Il tutto volto alla diffusione del fenomeno della mountain bike in maniera sicura e sostenibile, per evitare situazioni di improvvisazione che giocano solitamente a svantaggio di tutto il movimento. Ogni anno vengono organizzati corsi che formano centinaia di nuovi maestri, istruttori e guide mountain bike ed e-bike, figure con una mentalità ed una attitudine professionale che sono in grado di accompagnare gli appassionati in sicurezza alla scoperta della Natura e di tutti gli aspetti del mondo Mountain Bike. AMIBike, presente in modo capillare sul territorio italiano, organizza ogni anno numerosi corsi di formazione in cui viene rilasciato il certificato ufficiale che attesta l'acquisizione di tutte le competenze necessarie per essere un maestro o una guida di mountain bike ed e-bike ufficialmente riconosciuto dal CSI e dal CONI per mezzo della certificazione AMIBike. In oltre vent'anni di attività, AMIBike ha definito dei metodi di insegnamento e formazione che sono oramai un punto di riferimento nel settore. Grazie a questo approccio, AMIBIke collabora anche con regioni, province e comuni, e porta all'interno delle scuole i programmi di avviamento allo sport e alla bicicletta, con protocolli speciali ideati da AMIBike, per per bambini a partire dai 18 mesi, perseguendo la visione di sport come "scuola di vita" e come occasione per educare i giovani sia alle abilità motorie di base sia ad abitudini di vita sane ed alto valore formativo. AMIBike organizza e presiede inoltre programmi di avviamento all'uso dell mountain bike di ragazzi e adulti. EurekaBike infrastruttura tecnologica ideale Andrea Trivellato, fondatore di AMIBIke, e suo principale promotore sin dal 1997 dichiara: "Abbiamo da tempo la volontà di offrire ai nostri associati servizi digitali utili e innovativi, ma non avevamo l'infrastruttura tecnologica per mettere a terra questi progetti. EurekaBike mi è sembrata da subito la soluzione ideale per dare concretezza alle nostre idee ed al desiderio di AMIBike di fornire vantaggi sempre più utili e interessanti a tutti gli associati." EurekaBike mira a diventare un motore di ricerca globale che raccoglie informazioni organizzate non solo sui listini di bici e componenti, ma anche in termini di esperienze e servizi offerti a chi visita il sito. Il progetto di collaborazione, di ampio respiro, prevede che nei prossimi mesi, lo staff di AMIBike lavori assieme ad EurekaBike per costruire uno strumento digitale dedicato a guide, maestri e tour operator del settore ciclo, in grado di offrire visibilità a chi offre tali servizi e funzionalità di ricerca avanzate a tutti gli utenti che sono interessati ad usufruirne. State connessi e controllate la sezione del blog EurekaWorld per le prossime novità sul mondo EurekaBike!
Rivivi la spettacolare gara di Downhill Élite Men sulla Black Snake della Val di Sole, valida per i Campionati del Mondo UCI di MTB 2021 in un modo inedito e avvincente. Guarda questo fantastico video che mostra, pilota per pilota e sezione per sezione tutti i passaggi gara. Avrai l’impressione di essere sul bordo della Black Snake in una run ideale fatta componendo tutte le principali sezioni del tracciato, percorse ciascuna da uno dei rider che hanno avuto accesso alla finale. Il montaggio RAW permette di rivivere l’atmosfera che si respirava ai Campionati del Mondo UCI 2021 di downhill in Val di Sole. Passaggi sia a velocità normale (supersonica), sia in slow motion per apprezzare il modo in cui si muovono biciclette e piloti fra le radici e i sassi di una delle piste da Downhill più iconiche al mondo. Non solo per la cronaca, ma perché oggi è stata compiuta una incredibile impresa sportiva, ci sentiamo di dovere condividere anche il risultato di questi Campionati del Mondo UCI 2021 di Downhill appena concluso in Val di Sole. La Black Snake ha visto oggi trionfare (a quasi 40 anni!) Greg Minaar. La quarta vittoria della sua carriera nell’evento più importante del circus UCI e la prima sulla famigerata pista trentina. il Sudafricano del team Syndicate Santa Cruz ha dimostrato a tutto il Mondo la sua grandezza senza tempo con una performance straordinaria che ha costretto tutti gli avverarsi più giovani a farsi da parte. Benoît Coulange (argento), Troy Brosnan (bronzo), Loïc Bruni, Loris Vergier, Danny Hart, Amaury Pierron (che proveniva da un infortunio), il compagno di squadra Luca Shaw e tanti altri avversari erano partiti agguerriti, ma nulla hanno potuto contro la solidissima consistenza di Greg che, con questo risultato, mette la ciliegina sulla torta ad una carriera a dir poco incredibile lunga oltre 20 anni, consolidando ancora di più la sua posizione di GOAT (Greatest of All Time) nel mondo della DH. Al di là di questo grande risultato sportivo che meritava di certo di essere raccontato, la gara di Downhill degli Èlite Uomini sulla Black Snake della Val di Sole è stata spettacolare. Pensare a distacchi di pochi decimi di secondo su una pista di quella difficoltà e di quel livello tecnico può solo fare immaginare quanto serrata sia stata la competizione che è andata in scena a Daolasa. Guarda allora il video che abbiamo trovato per te e… buon divertimento a tutto gas! Eccolo qui:
Nella giornata di apertura dei Campionati Mondiali di ciclismo su strada nelle Fiandre non era facile per Top Ganna bissare l'oro iridato dopo il successo dello scorso anno ad Imola, considerato la qualità degli avversari, invece la freccia di Verbania è riuscito nell'intento al termine di una gara emozionante. Il percorso, piuttosto lungo ma pianeggiante si addiceva sia a lui che a Van Aert e Evenepoel, supportati da una straboccante folla di appassionati fiamminghi, e allo svizzero Kueng, reduce dalla vittoria nei Campionati Europei. Una cronometro molto combattuta Il talentino Remco Evenepoel ha subito staccato un tempo sensazionale circa un'ora prima della partenza degli altri favoriti, per accomodarsi nella hot-seat in attesa dei migliori avversari che partivano per ultimi. Si è capito subito che Van Aert era in gran forma quando al primo intermedio è passato in testa lasciando Evenepoel a 27”, mentre Ganna pagava 6”.Al T2 Ganna recuperava quasi tutto lo svantaggio (sotto di 0.74) e non restava quindi che aspettare il terzo ed ultimo tratto, su lunghi e veloci rettilinei, terreno ideale di caccia di Top Ganna. Wout giungeva al traguardo nettamente in vantaggio rispetto a Remco, in attesa del verbanese partito per ultimo. Il campione mondiale ed olimpico non smentiva la sua classe, con un rush finale straordinario: chiudeva in un finale al cardiopalma in 47:47, a solo poco più di 5 secondi meglio del belga, spegnendo le illusioni del folto e corretto pubblico belga. Un trionfo meraviglioso, che suggella l'oro olimpico di Ganna nel quartetto su pista e lo fa entrare di diritto nella leggenda di questa specialità! Filippo Ganna ha corso con il gioiello da cronometro della Pinarello: “Avevo buone sensazioni ma non sapevo come sarebbe finita”, le prime parole dell'iridato che ha fatto in tempo appena arrivato ad alzare le braccia in trionfo e poi complimentarsi con Wout Van Aert in un bel gesto di rispetto. La prova si è disputata su un percorso quasi totalmente pianeggiante di ben 43,4 km da Knokke-Heist a Bruges. Al via erano presenti praticamente tutti i big delle prove contro il tempo, con l'eccezione di Primoz Roglic, evidentemente appagato dopo l'oro a Tokyo e che ha preferito serbare le energie per la prova in linea. Va così in archivio la lunga stagione delle cronometro che ha visto primeggiare Filippo Ganna per 6 volte e che lo consacra come numero uno al mondo in questa specialità. L'UCI non ha un ranking mondiale delle prove contro il tempo (a differenza delle prove in linea, con una graduatoria specifica), ma vi supplisce https://www.procyclingstats.com/rankings/me/time-trial, dove Ganna guida davanti a Kueng e Cavagna. E adesso una settimana ricca di titoli mondiali I Mondiali di ciclismo su strada, dopo questa prima giornata, continueranno per tutta la settimana con la prova regina in linea, con arrivo a Lovanio. Si assegneranno un totale di 11 titoli, fra uomini e donne (compresa la relay mista), di tutte le categorie dagli Junior agli Elite. Finalmente una rassegna iridata completa, dopo che lo scorso anno le problematiche legati al Covid avevano costretto a spostare la sede a Imola con la disputa delle sole prove Elite. Sarà una fondamentale vetrina per i giovani e permetterà il coronamento della carriera su strada di alcuni emergenti Junior e Under 23 prima del passaggio nelle categorie superiori. Nelle quanto riguarda gli Elite, attendiamo ansiosi la competizione femminile che si svolgerà sabato 25 settembre, con le punte azzurre Marta Bastianelli e Elisa Balsamo, mentre domenica 26 settembre sarà il turno degli uomini. La nazionale azzurra capitanata da Sonny Colbrelli, con Trentin, Ballerini e Moscon possibili protagonisti, proverà nell'impresa di battere un nutrito lotto di favoriti, fra cui spicca di diritto Wout Van Aert dopo la grande prova nella cronometro. Queste le quote di WilliamHill dei top riders: Wout Van Aert 3.00Matthieu Van Der Poel 6.50 (partecipazione in forse o solo pretattica?)Colbrelli Sonny 11.00Matej Mohoric 13.00Julian Alaphilippe 13.00Remco Evenepoel 15.00Magnus Cort Nielsen 17.00Marc Hirschi 19.00Michael Valgren 21.00Primoz Roglic 21.00Kasper Asgreen 23.00Ethan Hayter 26.00Trentin viene dato a 41, mentre il trio azzurro Moscon, Ballerini e Nizzolo a 67...magari vogliamo fare una profittevole scelta di cuore? Seguici sempre su EurekaBike.it, il marketplace del mondo delle due ruote, con aggiornatissimi listini prezzi, offerte e schede tecniche dei principali brand del mondo e una ricca sezione blog con articoli su ciclismo professionistico su strada, MTB, downhill, BMX, articoli di tecnica e di curiosità dal mondo della bicicletta!
Lo spettacolare trionfo del quartetto italiano nell'inseguimento su pista alle Olimpiadi ha fatto esultare schiere di appassionati del ciclismo, ha reso ancor più popolare Filippo Ganna e ha fatto conoscere al grande pubblico ottimi ciclisti e speranze del futuro come Consonni, Lamon e Milan. Ma dietro questo successo di uomini e di organizzazione sportiva si cela una componente tecnica e di ricerca il cui contributo è fondamentale: stiamo parlando delle biciclette Pinarello. Un'eccellenza italiana, che nasce a Treviso nel 1953 creata dal ciclista professionista Giovanni “Nani” Pinarello e che ha fatto la storia del ciclismo, competitivo e amatoriale. Le bici Pinarello entrano nel mondo dei professionisti nel 1967 e da quel momento la loro ascesa è implacabile: come non ricordare i vari Bertoglio,Van Impe, Chiocccioli, Cipollini, fino ai successi di Indurain con cinque Tour de France consecutivi. In tempi più recenti, la fornitura è andata a Petacchi, Basso, Valverde e Quintana nel team Movistar, fino ad arrivare agli ultimi anni, quando Pinarello si lega al team Sky, poi Team Ineos (fra cui un certo Froome...). Soltanto quest'anno, il sodalizio ha consentito di conquistare il Giro d'Italia con Bernal e l'oro olimpico su strada con Carapaz, per poi arrivare al magico quartetto italiano della pista. La ricerca continua, l'utilizzo di materiali innovativi, l'organizzazione perfetta di un'azienda, sono elementi imprescindibili del marchio Pinarello, per raggiungere il top del mondo. E non ultimo, l'esplosione di Ganna che ha permesso di focalizzarsi, assieme ad Ineos, sulla più avanzata ricerca della velocità nelle bici da cronometro su strada e da pista. Le bici di Tokyo: un condensato di alta tecnologia e innovazione Le biciclette della nazionale italiana a Tokyo sono state battezzate Bolide HR (Hour Record) e sono un'evoluzione della speciale Bolide TT usata da Ganna nelle cronometro su strada (e con cui vinse l'ultimo Campionato del Mondo a Imola). Ci sono peraltro notevoli differenze, determinate dal fatto che lo sforzo su pista è di soli 3km e l'assenza di impianto frenante consente di risparmiare sui pesi e sul disegno di alcune componentistiche. Inoltre la velocità rispetto si raggiunge dopo pochi giri nell'inseguimento su pista, è piuttosto superiore quella sviluppata nelle cronometro su strada. Le chiavi tecniche della Bolide HR sono la rigidità e l'aerodinamicità, necessarie per minimizzare l'attrito con l'aria e la pista e, viceversa, ottimizzare il trasferimento dell'energia muscolare sul mezzo. Il telaio è monoscocca in fibra di carbonio Torayca T1100 1K : l'assenza di incollaggi permette il massimo della penetrazione aerodinamica (-7.5% in meno del modello stradale) e della rigidità. La forcella pesa 1.9 kg mentre il peso totale della bici è quantificato in 7.1 kg. Anche il manubrio rappresenta una soglia tecnologica importante: realizzato in titanio con stampa in 3D, con un sistema EBM (Electronic Beam Melting), in cui un fascio di elettroni colpisce il materiale fondendolo e disegnandone il profilo. Lo studio, prima in sede di progettazione e poi in galleria del vento, non ha tralasciato l'importante componente del banking, cioè l'inclinazione della pista di 42°. Sono ricerche di stampo aerospaziale, che coinvolgono studi della meccanica dei fluidi. I rapporti stratosferici Ma che rapporti hanno usato i nostri ragazzi del quartetto olimpico? Da informazioni giunte da Miche, partner tecnico della componentistica della trasmissione, risulta che la corona era di 63 denti, mentre il pignone era un 14. Rapporto impressionante, che in una pista veloce come quella di Tokyo, ha permesso di abbattere per ben due volte il record del mondo, raggiungendo in finale la media di 64.856 km/h. Ciò vuol dire che, con partenza da fermo, in alcuni tratti hanno sfiorato i 70 km/h. Ma torniamo alle biciclette. Pinarello è oggi una realtà industriale e tecnologica conosciuta in tutto il mondo e offre bici di tutte le tipologie: dalla strada alla pista, alla mountain bikes, urban city-bikes e eBikes. Su EurekaBike troverai migliaia di listini, schede tecniche e annunci di vendita di Pinarello e di tutte le principali case produttrici.
Chi ha vinto l'inseguimento a squadra alle Olimpiadi di Tokyo 2020? Una grandissima prova di finale contro la Danimarca ha consentito di ottenere uno storico oro per l'Italia nell'inseguimento a squadre, arricchito da un ennesimo record del mondo! Dopo le delusioni della strada, finalmente il ciclismo tricolore ha saputo riscattarsi con una epica prestazione nell'inseguimento a squadre. Il quartetto italiano, composto da Filippo Ganna, Jonathan Milan, Simone Consonni e Francesco Lamon ha conquistato il gradino più alto del podio in una finale al cardiopalma. Partiti bene, gli azzurri hanno conservato un vantaggio costante di circa 2-3 decimi fino ai 2km. Poi hanno ceduto qualcosa e la Danimarca si è fatta gradualmente sotto, recuperando gradualmente per poi passare in vantaggio. Il gap si è allargato notevolmente, fino ad arrivare a ben 8 decimi quando mancavano tre giri. La vittoria sembrava ormai inarrivabile, quando il cuore e i muscoli di Filippo Ganna hanno guidato i restanti due del quartetto verso un recupero incredibile. Tre giri mozzafiato, che hanno consentito di ribaltare la situazione ed arrivare allo sprint con le tre frecce in linea e sopravanzare i danesi di soli 166 millesimi. Il riscontro cronometrico è stupefacente: 3'42"032 e nuovo Record del Mondo! Ieri, nelle batterie di semifinale il quartetto era stato artefice di una incredibile performance contro i forti neozelandesi, facendo registrare il nuovo record del mondo in 3'42''307 , abbattendo il precedente primato di ben 2"3. Le quattro locomotive italiane erano riuscite a recuperare il leggero deficit rispetto agli avversari e concludere con uno straordinario tempo che valeva la qualifica alla finale contro la Danimarca. Quest'ultima si era qualificata d'ufficio alla prova per l'oro nonostante un incidente nella propria batteria contro la Gran Bretagna, che aveva costretto alla sospensione della stessa. Il danese Madsen aveva infatti impattato a tutta velocità contro il britannico Tanfield che si era staccato dal proprio trenino causando una spettacolare caduta, per fortuna senza conseguenze. La giuria ha poi convalidato la vittoria (e il passaggio alla finale) degli scandinavi che in quel momento erano in vantaggio. Olimpiadi Tokyo 2020 storiche per il tricolore Una edizione delle Olimpiadi che sta riservando belle soddisfazioni agli atleti italiani, ed adesso si spera che questa risultato dia un grande sprone alle rimanenti gare delle due ruote (ogni riferimento a Elia Viviani è puramente voluto!) Per il quartetto italiano una grande soddisfazione e un traguardo storico. La nazionale italiana su pista ha trovato una nuova linfa negli ultimi anni, grazie al prezioso contributo della federazione, di Marco Villa soprattutto, ma anche del bistrattato Davide Cassani che ha saputo integrare l'attività della pista e della strada. Filippo Ganna è ormai un faro del ciclismo mondiale, ma anche il giovane Milan è il presente della pista e magari il futuro della strada, senza dimenticare Consonni, un ottimo luogotenente e il giovanissimo Lamon. Una nazionale del pedale che si affida alla tecnica sperimentata delle biciclette Pinarello Un risultato che consolida il movimento del ciclismo su pista italiano e fa sì che molti giovani si avvicinino a questa disciplina. Visita adesso le altre pagine del sito Eurekabike, il marketplace e motore di ricerca della bici, dove troverai altri interessanti articoli informativi nella parte blog e tantissimi listini, schede tecniche e annunci di vendita di ogni tipologia di bici.
Ritardi di consegna dei componenti bici: la soluzione? Un network asiatico di notizie finanziarie ha annunciato un programma di investimenti multimilionario di Shimano Inc. Il piano prevede sia l'espansione degli stabilimenti esistenti che la costruzione di un nuovissimo impianto di produzione, al fine di superare le attuali criticità dovute ai ritardi di consegna sui componenti bici che stanno affliggendo l'intero mercato bici nell'era della pandemia di COVID-19. Shimano è una multinazionale giapponese di componenti per il ciclismo. Oggi la sua quota di mercato mondiale è stimata tra il 70% e l'80% in valore e il suo primo continente per vendite nette è l'Europa (38% dei ricavi totali). Shimano si è affermata come uno dei principali produttori di componenti per il ciclismo negli anni '80, dopo che il boom della bicicletta negli Stati Uniti degli anni '70 non poteva essere soddisfatto dalle aziende europee, che all'epoca erano tradizionalmente e tecnologicamente ai vertici del mondo. Ben presto, l'azienda giapponese è diventata una presenza stabile nel mercato, grazie all'affidabilità e all'innovazione dei suoi componenti come corone, deragliatori, freni, pedali e gruppi completi. Molti dei prodotti Shimano sono riconosciuti da qualsiasi cicloamatore come una nuova alba tecnologica: gruppo AX Dura-Ace, pedale clipless, MTB Dual Control, fino ai più moderni componenti per e-Bike. Il piano di investimenti Shimano 20 miliardi di yen giapponesi (circa 153 milioni di euro) saranno investiti in un nuovo stabilimento a Singapore e 99 milioni di euro saranno destinati all'ampliamento degli stabilimenti nipponici. Il piano di investimenti è una risposta efficace a coloro che hanno recentemente criticato il gruppo giapponese per non aver investito abbastanza in capacità produttiva aggiuntiva. Intervistato dal network finanziario, il presidente Taizo Shimano ha affermato che un tale investimento sulle fabbriche esistenti migliorerà l'efficienza e sarà utilizzato per "attrezzature e software di produzione all'avanguardia". Inoltre, il nuovo stabilimento di Singapore sarà una roccaforte nella futura tecnologia di digitalizzazione dei componenti per biciclette di fascia alta. Tutti gli appassionati di ciclismo hanno grandi aspettative dopo questa notizia: non vediamo l'ora di vedere i prossimi prodotti Shimano hi-tech sul mercato e siamo certi che un investimento così grande aiuterà il mercato delle biciclette ad essere più competitivo, ad avere una gamma più ampia di prodotti e di vedere la filosofia e-Bike ulteriormente ampliata nel mondo. Se vuoi conoscere le ultime novità nel mondo del ciclismo qui troverai molti articoli correlati. Ricordati che su EurekaBike! hai il più grande marketplace di biciclette di tutti i tipi e dei migliori componenti ad un prezzo competitivo come Shimano, Campagnolo e Sram.
È ormai tempo di apertura della stagione bikepark. L'arrivo dell'estate, infatti, permette agli appassionati di downhill di sfruttare i meravigliosi percorsi dei resort attrezzati per questo scopo. Il downhill è una disciplina che si è enormemente sviluppata negli ultimi anni, e dopo la forzata sosta per Covid, è pronta a ripartire alla grande. L'Italia offre un panorama invidiabile di bike park, in quanto il territorio (soprattutto quello alpino) ha permesso di coniugare la bellezza e la quantità dei percorsi con la tradizione ciclistica che si è sviluppata in direzione delle moderne discipline. Come iniziare a fare downhill? Per quanto riguarda la bici, si può optare sia per il noleggio sul posto sia per l'acquisto. Molti bikepark forniscono sia bici a noleggio che attrezzatura di protezione e casco. In questo modo si può avere un primo assaggio della specialità e provare le caratteristiche del mezzo. L'altro vantaggio dell'affitto in loco è per chi è abita lontano dal resort e non può o non vuole trasportare la propria bici. Ovviamente il vero appassionato affronterà prima o poi la scelta dell'acquisto di una bici downhill. Per le caratteristiche particolari che hanno il downhill, i mezzi sono superspecializzati: telai compatti e robustissimi, doppio ammortizzatore con escursione della forcella di derivazione motociclistica che arriva fino a 240 mm e ammortizzatore centrale di 140-200 mm. Freni idraulici potenti e solidi pneumatici tasselati di misura almeno 2,5". Poiché non si può lesinare sulla tecnologia e sulla qualità dei materiali, il prezzo delle bici downhill non è fra i più economici: per la fascia d'entrata (ma comunque di ottima fattura e niente a che vedere con la scarsa qualità delle bici economiche di altre tipologie) si devono spendere più di 2000 €. Per fare un esempio, la Cube Two-15 Pro modello 2021 è offerta a 2599 €. Le bici top della gamma, consigliate per usi estremi oppure nelle competizioni, superano gli 8000 €, come per esempio il modello 2021 della Scott Gambler 900 Tuned. L'ebbrezza dei bikepark Le località sciistiche hanno quasi tutti gli elementi necessari al downhiller: splendide piste di discesa di diversa difficoltà, impianti di risalita e strutture di servizio: bar, ristoranti, servizi tecnici e di noleggio. Hanno quindi colto la palla al balzo del diffondersi della disciplina per convertirsi in bikepark durante l'estate, soltanto con piccoli aggiustamenti (per esempio per rendere le piste più sicure per i biker) o con l'integrazione di elementi specifici (es.jump o pun track in stile Dirt). In Italia ed in Europa, per non parlare degli USA, i bike park sono moltissimi, e sta crescendo il loro numero come la quantità di appassionati che li frequentano. Ricordiamo fra l'altro che al nostro paese va il primato di aver allestito il primo bike park d' Europa, il Fly Down di Finale Ligure, da un'idea del flow rider Erik Burgon. Oggi queste strutture sono moderne e funzionali e molte di esse attrezzate non solo per downhill e free-ride, discipline d'elezione della montagna, ma anche per four-cross, cross-country, dirt, north-shore e BMX). I percorsi sono segnalati e diversificati secondo gradi di difficoltà. Per gli impianti di risalita si paga un pass giornaliero valido che costa mediamente dai 20 ai 25€. Inoltre si possono fare pass mulitigiornalieri, settimanali o stagionali. Per i bike park che offrono il noleggio, si può optare per pass giornaliero+bici+protezioni che costa a seconda del resort dai 70 ai 120-150 Euro. I resort sono normalmente dotati di bar, ristoranti e hotel per chi vuole soggiornare per più giorni, senza considerare la presenza di supermercati e tutti i negozi di praticità quotidiana. Inoltre le strutture tecniche sono molto funzionali: la parte noleggio, il negozio specifico di bici, ricambi e abbigliamento, il lavaggio e perfino la scuola. Si sta diffondendo infatti sempre di più la presenza di istruttori qualificati per il downhill e le altre discipline. Cosa c'è di meglio se non affrontare spericolate discese guidati da un esperto della zona, magari ex-competitor, che ti sappia suggerire come affrontare le traiettorie, e darti utili consigli tecnici su come migliorare? I principali bike park in Italia Mottolino Fun Mountain, Livigno (SO): uno dei più famosi d'Italia, con 12 percorsi, 20 km di piste attrezzate, un'intera jump area e una delle prime North-Shore italiane Bike Park Val di Sole: 4 percorsi di 3 diverse difficoltà serviti da una moderna telecabina. Dal 24 al 29 agosto questo park sarà teatro dei Campionati del Mondo DH UCI: potrete provare le piste mondiali oppure assistere al massimo evento mondiale dove parteciperanno gli atleti top come quelli della Rock Shock Factory Racing Caldirock Bike Park, Calibratola (AL): Un storico park aperto nel 2000, che può soddisfare le esigenze dei smaliziati downhiller ma anche dei principianti. Ottimamente collegato con Milano, Torino e Genova, è aperto tutti i weekend da marzo a novembre! Pila Bike Park (AO): Collegato ad Aosta da una moderna telecabina, offre tante opportunità del mondo del gravita, per ogni livello di preparazione, in un contesto naturale e paesaggistico molto suggestivo Bike Park Bardonecchia (TO): Rinomata stazione invernale, Bardonecchia, a 50 km da Torino si trasforma in estate in uno dei più grandi bike park: 40 percorsi non solo gravity ma anche free ride e cross country Bike Park Gravity, Piani di Bobbio (LC). Paradiso delle due ruote, questo park offre numerose possibilità in un territorio di montagna, sia aperto che boschivo: discese mozzafiato, all-mountain e single track Cimone Bike Park, Sestola (BO): Uno dei pochi resort in territorio emiliano, si trova a circa 80 km da Bologna e offre tre seggiovie, una funivia e un pullman per il trasporto delle bici, per un totale di diversi chilometri di piste Molte altre stazioni sciistiche hanno bike park attrezzati che funzionano da giugno a settembre, ricordiamo Cervinia, Madesimo, Fai della Paganella, Pozza di Fassa, Kronplatz, Piancavallo, ... Queste le stazioni del nord Italia, territorio dove si concentrano in assoluta maggioranza. Ricordiamo però le due principali del centro e del sud: Amiata Free Ride: Nel territorio di Abbadia S. Salvatore (SI), presso il massiccio del Monte Amata, si trova un bike park immerso nella faggeta capace di soddisfare sia gli appassionati di downhill che i free-rider Pierfaone Bike Park: Primo parco gravity della Basilicata, si trova ad Abriola (PZ). Dalla cima del Monte Pierfausto si snodano 5 tracciati fra salti, passerelle e paraboliche per un totale di 10 km I principale bike parks in Europa e USA Chatel Bike Park (Francia): Uno dei complessi più grandi d'Europa dove sbizzarrirsi dal gravity al all-mountain. Tre località connesse via impianti di risalita: Chalet e le famose stazioni invernali Morzine e Les Gets, da dove dipartono le discese mozzafiato Bikerepublik Solden (Austria): Un paradiso per il downhill, questo comprensorio (che arriva fino al ghiacciaio dove si scia anche d'estate) ha molti percorsi impegnativi ed è servito benissimo, non a caso è chiamato Little Canada Saalbach-Interglemm (Austria): Un altro bike park che nasce da un grande ski-resort. 15 trails, discese di ogni livello di difficoltà, funivie moderne di risalita in uno scenario alpino da favola Geisskopf (Germania): Uno dei migliori park d'Europa immerso nelle foreste bavaresi. Adatto a tutti: dai principianti, alle famiglie, agli smaliziati professionisti. 13 trails dalla discesa, allo slow-trail, ai percorsi naturalistici. Whistler Mountain Bike Park (BC, USA). Questa grande stazione sciistica si è convertita da tempo al mountain-bike ed è stata fra le prime ad adottare la gravity logic, con grande successo. L'area downhill si integra benissimo con le zone di all-mountain e di slope-style Angel Fire Resort, (New Mexico, USA): Angel Fire, popolare ski-resort in inverno, è considerato fra i top ride park a stelle e strisce. 100 km di piste per tutti i gusti: downhill, flows, chunks, jumps, single-tracks nello scenario maestoso delle Rocky Mountains.
Se n'è fatto un gran parlare nei mesi scorsi, con scommesse sulle prelibatezze tecniche e molte anticipazioni, ufficiali e non, e finalmente è arrivato il momento: la Scott Spark 2022 è disponibile! Una nuova era per il XC? Sicuramente si tratta di una bici che rivoluziona il mondo di intendere questa disciplina. Un'azienda, la Scott, che si è distinta per essere all'avanguardia nella produzione di MTB. L'ultima Spark era di 5 anni fa e questo lungo periodo ha permesso all'azienda americano-svizzera di sviluppare idee, implementare progetti e condurre sperimentazioni con l'aiuto degli atleti top del cross-country come Nino Schurter e Kate Courtney. L'elemento che più salta agli occhi è l'ammortizzatore integrato nel telaio, ma la serie di interventi e chicche tecnologiche sono tali e tanti da rnedere palese che non si è trattato di un semplice restyling, ma di una vera e propria alba tecnica. Leggerezza efficienza e velocità sembrano essere i pilastri su cui si regge la filosofia XC Scott, per avere un mezzo al top della gamma nelle competizioni in cui si vede chiaramente la derivazione dalla piattaforma Bold, marchio acquisito da Scott nel 2019. Caratteristiche tecniche della nuova Spark C'è subito da dire che la Scott Spark 2022 viene prodotta in due tipologie: 9 modelli per la RC (Cross Country) e 13 modelli per la 900 (Trail Riding). L'escursione minima dell'ammortizzatore integrato è di 120mm (che diventano 130mm nella serie 900). Le forcelle sono 32 mm diamentro, serie sterzo da 1,5” con passaggio interno dei cavi, angolo piantone 76,1°, angolo sterzo 67°. La linea della catena è da 55mm e questo consente di montare pignoni fino a 40 denti! Infine il telaio: sono tutti full carbon per la RC, mentre si può optare (con una conseguente notevole variazione di prezzo) per carbonio, ibrido o alluminio per i modelli 900. Il peso del telaio varia fra i 1870 g dichiarati per l'HMX-SL, top della gamma, fino ai 2150 g dell'HMF. In generale, la bici completa viene a pesare fra 10,5 e 11,5 kg. Integrazione per l'efficienza e la semplicità Ma vediamo da vicino l'ammortizzatore integrato. È inglobato completamente nel telaio, poco sopra la scatola del movimento centrale. Negli intendimenti di Scott, oltre ad avere un impatto estetico non da poco, serve ad abbassare il baricentro e proteggere l'ammortizzatore da fango e sporcizia. Inoltre il sistema brevettato di ammortizzatore a fulcro singolo riduce il movimento laterale, fornendo più prontezza ed efficienza. Più difficoltà di accesso? Per niente, in quanto l'ammortizzatore è accessibile da un piccolo sportello nel telaio per regolare estensione, compressione e pressione. Inoltre permette la veloce sostituzione del cavo TwinLoc La sospensione TwinLoc L'evoluto sistema di sospensione TwinLoc collega ammortizzatore, forcella e telaio con un comando sul manubrio. Con esso è possibile modificare prontamente l'assetto e la geometria, per avere praticamente tre bici in una: Lockout per una risposta rapida al cancelletto; Traction Control per una salita impegnativa o in tutte le condizioni quando è importante trasferire la trazione; infine Downhill per il massimo della performance in discesa. Cockpit integrato Scott Il design del cockpit permette una curvatura dei cavi che passano sotto il manubrio e attorno ai lati dell'attacco prima di sparire nella serie sterzo. Un'altra novità è la possibilità di regolare l'angolo di sterzo di 0,6° per avere una assetto più diretto o più rilassato: è sufficiente smontare e rimontare il manubrio girato di 180°. Scott Spark 2022: prezzi Come detto, la gamma della Scott Spark è molto variegata in quanto sul mercato sono presenti ben 26 modelli. Si va dai 2399 € per i modelli base, serie 900 come per esempio la Spark 970 fino ai 12999 € per quanto riguarda il top della gamma RC, come la Spark SL Evo Axs. Ricordate che su EurekaBike troverete tutto il listino delle Scott Spark 2022 con dettgliate schede tecniche e moltissime foto!
Si è conclusa a Milano il Giro d'Italia 2021 con la vittoria di Egan Bernal. L'edizione numero 104 della corsa rosa non ha tradito le attese: durissima nel suo percorso di oltre 3410 km (qui tutte le tappe del Giro d'Italia 2021), combattuta e incerta, resa ancor più difficile dalle condizioni del tempo e da una serie impressionante di cadute che hanno falcidiato molti protagonisti. E non ultimo, il ritorno di un pubblico appassionato e festoso dopo il lockdown dell'anno passato che, combinato con una bellezza di paesaggi che non eguali in alcuna corsa a tappe del mondo, ne fa del Giro d'Italia una corsa speciale. La nostra corsa non sarà una macchina di business come il Tour de France, non vedrà sempre alla partenza tutti i protagonisti top, ma siamo sicuri di una cosa: ad ogni edizione il Giro d'Italia fa grandi i ciclisti che la onorano,qualunque nome essi abbiano e di rimando gli atleti fanno grande la corsa anno dopo anno. Anche per questo il trofeo del vincitore si chiama Trofeo Senza Fine. Chi ha vinto il Giro d'Italia 2021 è un grande campione che risponde al nome di Egan Bernal. Senza scomodare i nomi-monumento del passato, ha dominato le grande montagne, supportato da una squadra, la Ineos, di grande qualità e perfetta nei meccanismi, che ha saputo rinnovarsi dopo il cambio di sponsor e il tramonto di Froome. Egan è tornato ai fasti del 2019, e con un Tour e un Giro nel carniere a soli 24 anni ha confermato di essere un fenomeno del presente e del futuro. Una vittoria nella corsa rosa voluta e ambita, per il rapporto intenso che il colombiano ha con il nostro paese (è nato ciclisticamente in Piemonte), dimostrato quando nella vittoria a Cortina si è sfilato la mantellina per sfoggiare trionfante la maglia rosa. Questa è la classifica del Giro d'Italia 2021 1. Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) 86:17:28 2. Damiano Caruso (Bahrein-Victorious) a 1:29 3. Simon Yates (Team BikeExchange) a 4:15 4. Alexandr Vlasov (Astana) a 6:40 5. Daniel Felipe Martinez (Ineos- Grenadiers) a 7:24 6. Joaõ Almeida (Deceuninck- Quick Step) a 7:24 7. Romain Bardet (Team DSM) a 8:05 8. Hugh Carthy (EF Education- Nippo) a 8:56 9. Tobias Foss (Jumbo- Visma) a 11:44 10. Daniel Martin (Israel- Start-Up Nation) a 18:35 Un bellissimo podio: ai fianchi del vincitore Caruso e Yates, due atleti che per ragioni diverse meritano questo onore (e una vittoria di tappa ciascuno). Caruso perché dopo una carriera spesa al servizio dei capitani ha dimostrato di avere testa, gambe e cuore: all'Alpe Motta è diventato “l'uomo più felice al mondo”. Yates perché è stato un fiero avversario e perché quando è in giornata è garanzia di spettacolo. Dietro ai primi tre, un mix di corridori di esperienza e giovani emergenti, come ormai mostrato nelle grandi corse degli ultimi anni: il cambio generazionale è pienamente in corso. Una classifica che presenta molti outsider e uno sviluppo sempre incerto, determinato da una serie senza fine di cadute , che hanno messo fuorigioco molti leader che potevano essere protagonisti: Landa, Pozzovivo, Soler, Buchmann, Ciccone, per buona pace di De Marchi, Mohoric e Brambilla. Un tema che meriterebbe approfondimento da parte della Federazione e di tutto il movimento e che non è sufficientemente sottolineato: come gli incidenti possono condizionare i grandi giri, magari all'interno di un più vasto dibattito sulla sicurezza in generale. L'Italia non è solo Ganna e Caruso Filippo Ganna non solo ha dimostrato di essere il più forte al mondo nelle tappe a cronometro ma è stato una locomotiva inesauribile quando si trattava di lavorare per la squadra. E in una edizione dove hanno vinto tanti corridori in solitario provenienti dalla fuga di giornata, i nostri sono stati protagonisti di 6 vittorie di tappa: oltre il verbanese e Caruso, Fortunato, Vendrame, Bettiol e finalmente la agognata vittoria al Giro di Nizzolo dopo 8 partecipazioni e 11 secondi posti! Le pagelle del Giro d'Italia 2021 Ineos-Grenadiers Spesso nello sport i grandi nomi tutti assieme non sono garanzia del successo di una compagine . Invece la Ineos (già Sky) dimostra ogni anno di avere una organizzazione perfetta, dove ogni elemento dà il massimo per il successo della squadra, in questo caso finalizzato da Egan Bernal. Abbiamo visto Ganna che oltre alle due vittorie, si è sacrificato volentieri per il team, così come Puccio, Martinez e Moscon, quest'ultimo anche a scapito di chance personali di successo. A qualcuno potrà non piacere il loro modo di tenere la corsa, ma questo è il ciclismo moderno e la Ineos ha saputo interpretarlo alla perfezione. Voto: 10 Deceuninck- Quick Step La Deceuninck fa da contraltare al team vittorioso: la squadra esperta che negli ultimi anni ha vinto tantissimo (nelle corse di un giorno), ha stupito in negativo per la gestione a dir poco scriteriata di Evenepoel. Come può considerarsi tra i favoriti un ragazzo di 21 anni che non solo era alla prima partecipazione della vita in una corsa di tre settimane, ma in più non aveva MAI più corso dal terribile incidente di agosto scorso al Lombardia? Le eccessive aspettative del team hanno ingannato anche i giornalisti, che ogni giorno lo hanno caricato di grandi pressioni mediatiche. La realtà è che è arrivato a soli 15” dalla maglia rosa a Campo Felice dopo 9 tappe, questo è stato il suo successo: ripartire da lì per coltivare un talento che avrà un grande futuro a condiozione di dargli il tempo necessario per crescere. Poco conta in questo quadro il progresso di Almeida, che peraltro era già fuori classifica alla 4° Tappa, arrivando a 6 minuti. Voto: 4 Team BikeExchange Un Simon Yates che, a parte la lieve flessione di Montalcino, è sempre stato sul pezzo e supportato da una squadra coesa pur senza grandi individualità. Quando il camoscio di Bury è in forma, sa dare spettacolo: uno dei pochi nel ciclismo mondiale ad avere il cambio di ritmo in salita e staccare tutti. C'erano dubbi sulla sua tenuta, ma è riuscito a fugarli con una tattica efficace. Probabilmente ha fatto tesoro dello sfortunato epilogo del Giro 2018: si è risparmiato nella prima parte per avere energie fresche da giocare nell'ultima settimana, sebbene abbia pagato qualcosa nel finale del Giro. Voto: 7 Team Qhubeka ASSOS Una delle liete sorprese del Giro 2021. Dopo un inverno tribolato, che ha visto il team sudafricano rischiare di chiudere i battenti, ha trovato finalmente uno sponsor. Hanno reagito all'abbandono dell'uomo classifica Pozzovivo e hanno trovato tre vittorie di tappa con Schmid, Nizzolo (finalmente!) e Campenaerts. Un team di combattenti dalla maglia accattivante per portare avanti il progetto Qhubeka dall'alto valore etico, cioè donare biciclette alle popolazioni povere dell'Africa.Voto: 8 Bahrein – Victorious Una squadra che ha trasformato gli imprevisti in opportunità: con Landa fuori per caduta e Bilbao non nella forma dello scorso anno,, Caruso si è caricato sulle spalle la leadership. Ha condotto un solido e regolare Giro che già lo premiava con un secondo posto e poi ha stupito tutti con l'impresa della penultima tappa. Ciliegina sulla torta il numero di Gino Mader a San Giacomo di Ascoli.Voto: 8.5 Trek-Segafredo È difficile dare un giudizio su una squadra che partiva alla vigilia con molti dubbi sulle condizioni di forma dei protagonisti ed è stata poi bersagliata dalla sfortuna. Nibali ha ormai capito di non poter accarezzare il sogno della longevità come l'eterno Valverde, ma le cadute lo stanno perseguitando; stesso dicasi di Ciccone che sembrava potesse far bene nel finale del Giro. Resta il contentino della tappa vinta da Dombrowski (poi neanche a dirlo, ritirato anche lui per incidente).Voto: 5,5 UAE- Emirates Una squadra che forse si è concentrata troppo sul fenomeno Pogacar pensando al Tour perché nella corsa rosa è sembrata allo sbando, senza pianificazione né direzione chiara.. Aspettando il Godot Formolo, si rischia di bruciarlo. Ormai è evidente come il sole che la Roccia di Verona non è uomo da corse a tappe ma deve essere programmato per le classiche di un giorno. In compenso, sul fronte velocisti, Gaviria non ne azzecca una: non si fida nemmeno del compagno quando gli spiana la strada per la vittoria (vedi Molano a Termoli). Voto: 4 Lotto-Soudal Sufficienza stringata perché hanno sì vinto due tappe con l'ottimo Ewan, ma poi l'australiano è stato “ritirato” ad un terzo di Giro per scelta tecnica. La necessità di preservarlo per il Tour, non è sufficiente a giustificare la mossa, quando ci sono fior di velocisti (vedi Sagan) che si sobbarcano tutte le montagne pur di arrivare a Milano. Il resto della squadra ha cercato di entrare nelle fughe ma ha raccolto poco. Voto: 6 Eolo-Kometa La giovane squadra diretta da Basso e Contador (che ricordiamo lo scorso anno era ancora Continental) ha movimentato la corsa con sue promesse spesso in fuga, e alla fine ha coronato gli sforzi con una insperata vittoria sulla salita più bella, lo Zoncolan. Il sorriso di Fortunato che usciva dalla nebbia, e le lacrime di Contador (per chi ha visto il suo social) sono stati fra i momenti più emozionanti di questo Giro. Ora vederemo se l'ex campione spagnolo verrà, come ha promesso, da Madrid a Milano in bici! Voto: 7 Team Jumbo-Visma Una delle delusioni di questo Giro: anche se non aveva nomi di primo piano, lo squadrone olandese non è mai stato nel vivo della corsa. George Bennett, indicato come leader, non aveva la forma per competere con i migliori mentre la strada per il recupero di Groenewegen dopo il dramma dell'anno scorso sembra ancora molto lunga. Voto: 5 Team Movistar Soltanto pochi anni fa la Movistar poteva vincere qualsiasi corsa. Adesso è un team in transizione, aspettando di vedere sbocciare qualche promessa o acquistare un campione già affermato (sarà Lopez l'uomo giusto?) Soler ha dovuto abbandonare per caduta quando forse poteva inventarsi qualcosa, Cataldo ha forse alle spalle il meglio della carriera, gli altri componenti sono atleti volenterosi ma senza un acuto. Voto: 5 Astana Discorso simile alla Movistar, ma con maggiori ambizioni disattese. Squadra incentrata sull'emergente Vlasov che comunque si è guadagnato una posizione nei top 10, però ma sono mancate le azioni tipiche Astana sui traguardi parziali (Felline, Izagirre, Leon Sanchez battete un colpo).Voto: 5.5 AG2R- Citroen La squadra francese ci ha abituati a condotte all'attacco e qualche vittoria di tappa con giovani corrdori: anche quest'anno ha confermato la tradizione con il numero di Vendrame (che secondo noi potrà togliersi divrse soddisfazioni nelle corse di un giorno) e la maglia azzurra di Bouchard. Voto: 7 EF Education- Nippo Il team americano è stato spesso nel vivo della corsa, con diversi componenti ad aiutare Carthy in salita che ha consentito una top10 finale al giovane britannico. Poi, l'emozionante impresa di Bettiol che conferma il talento del toscano dopo due stagioni non facili. Voto: 7 Bora - Hansgrohe Non più dominante come un tempo Peter Sagan ma ha vinto una bella tappa ed è arrivato a Milano per conquistare la maglia ciclamino. Purtroppo rimane il brutto episodio di Stradella, che non ci si aspetterebbe da lui (multato di 1000 Euro dalla giuria per intimidazioni ad altri atleti). Per il resto un team incolore, con l'abbandono di Buchmann e un impalpabile Fabbro. Voto: 6 Israel - Start-up Nation Un'altra di quelle squadre che è riuscita a ritagliarsi una fetta di gloria. Se Froome è stata una scommessa milionaria ormai persa, sono stati altri due maturi pedalatori a far brillare la stella di David: lo sfortunato De Marchi che ha indossato la maglia rosa, per poi cadere rovinosamente e l'irlandese Dan Martin con una bel numero a Sega di Ala. Voto: 7 Le Altre squadre Un 6.5 a quelle squadre di secondo piano che hanno conquistato una tappa come la Intermarchè-Wanty Gobert (con Van der Hoorn), la Cofidis (con Lafay), la Alpecin (con Merlier). Un 6 alla Groupama che ha indossato la maglia rosa per 3 giorni con Attila Valter. Non raggiunge la sufficienza (5.5) il Team DSM con un regolare ma mai protagonista Bardet (a parte il tentativo nella penultima tappa) e con il fantasma di Hindley dopo l'exploit dell'anno passato. Discorso diverso per le due squadre italiane Pro Team entrate come wild-card: la Androni Giocattoli e la Bardiani CSF, con mezzi economici ridotti ma con la tradizionale passione hanno cercato una vittoria di tappa che non è arrivata. I due team sono spesso entrati nelle fughe, hanno mostrato fra gli altre speranze due indomiti giovani (Pellaud e Carboni rispettivamente, sempre presenti negli attacchi da lontano): un SV che vale come una piena sufficienza.
Filippo Ganna e la sua bici Pinarello si sono imposti oggi, alla prima tappa (a cronometro) del 104° Giro d'Italia. il piemontese ha superato le aspettative di tutti vincendo la prova con una incredibile media oraria di 58,7km/h nella "sua" città di Torino. Ganna è ormai riconosciuto come la figura vincente, in un panorama ciclistico ultimamente piuttosto avaro di soddisfazioni per i colori nostrani e questo eccezionale esordio, chiama Filippo Ganna e il ciclismo italiano ad un riscatto dopo un inizio di stagione che non li ha visti raccogliere quanto ci si poteva aspettare. Ganna: il più grande cronoman italiano di sempre? Durante il 2019 e 2020 Top Ganna è stato infatti protagonista di una serie di vittorie lunga ben nove tappe contro il tempo, e culminata con il trionfo nella prova mondiale. È stato praticamente imbattibile, un Filippo Ganna World Record incredibile che è diventato forse il più grande cronoman italiano di sempre. E il suo futuro è ancora in gran parte da scrivere, forse con il record dell'ora. Certo, abbiamo avuto i Binda e i Guerra, locomotive umane, Ercole Baldini con la sua eleganza ed efficacia, i Coppi e i Moser che hanno registrato più volte il Record dell'Ora e lo stesso trentino che ribaltò un Giro d'Italia nell'ultima prova contro il tempo a scapito di un grande Fignon. Se i suddetti fuoriclasse vincevano a cronometro in virtù di una completezza atletica da campione, tuttavia, Ganna è invece il primo ciclista italiano che si afferma come specialista assoluto delle cronometro. Alcune curiosità su Filippo Ganna Dov'è nato Filippo Ganna? Nato a Verbania, ha conosciuto i primi successi in pista nella disciplina dell'inseguimento e poi si è sviluppato in strada verso quei traguardi che erano nei suoi geni, ma che non erano assolutamente scontati nè facili da raggiungere. Se vuoi saperne di più sulla carriera di Filippo Ganna fino a qui, non perderti l'articolo che abbiamo pubblicato qualche mese fa sul blog EurekaBike, cliccando qui: vai all'articolo sulla panoramica della carriera di Filippo Ganna. Al fisico di cui madre natura lo ha dotato, Ganna ha saputo abbinare una tecnica sopraffina costruita con dedizione e tanto lavoro, e una notevole forza mentale (fondamentale nelle breve performance di una cronometro). Alla sua costante crescita ha certamente contribuito il passaggio al top team Sky/Ineos, squadra di primo ordine, se non la migliore, che dedica una grande attenzione alla preparazione mentale e alla ricerca tecnologica, e che - fra l'altro - è equipaggiata con biciclette fra le più performanti di sempre, marchiate Pinarello. A proposito, se vuoi scoprire cenni storci e curiosità sulla storia della Pinarello, segui il link e leggi tutti dettagli e curiosità sulla pagina EurekaBike dedicata alla marca Pinarello, uno dei più prestigiosi costruttori di bici italiani, rinomato in tutto il Mondo. Quanto costa la bici di Ganna? Non è un segreto: 25.000€, lo dichiara la Gazzetta dello Sport. Le prossime sfide di Filippo Ganna Ci sta abituando bene e, adesso, Filippo è chiamato alla conferma, dopo un inizio di stagione più misurato, da lui in molti si aspettiamo la vittoria in entrambe le tappe a cronometro del Giro 2021. La prima tappa, di 8,6 Km sembrava disegnata per lui: praticamente pianeggiante nel centro di Torino e con poche curve. L'ideale per spingere a tutta e conquistare immediatamente la Maglia Rosa, ancor più meritata perchè ottenuta contro atleti specialisti del calibro di Cavagna, in formissima, Almeida e Bevin. La prossima tappa a cronometro sarà quella conclusiva, da Senago a Milano. Una passerella finale di 30,3 km, di pianura. Saprà Top Ganna superarsi e tornare ai fasti dello scorso anno? Nella prima parte di stagione è stato impiegato dalla Ineos non solo come punta di diamante, ma anche come luogotenente per i capitani in molte corse (lo ricordiamo fare lunghe tirate alla Sanremo e al Tour of the Alps) ed ha accumulato quella fatica che forse lo ha limitato un po' a inizio stagione. Adesso si è potuto riposare ed è pronto ad ottenere il massimo. Il ruolo di Ganna all'interno della Sky/Ineos Se potrà ottenere risultati anche in tappe in linea, è difficile dirlo: abbiamo ancora negli occhi la splendida impresa dello scorso anno conclusa in solitaria a Camigliatello. Ricordiamo però che la caduta con abbandono del capitano Geraint Thomas aveva scompigliato i piani della squadra, rendendo necessario un piano B in cui Ganna recitava la parte di "variabile a sorpresa". Vedremo se in questa edizione avrà la stessa libertà oppure i compiti di lavoro di squadra ne limiteranno l'azione nelle fughe. La Ineos 2021 non ha una composizione prettamente da salita: accanto ai capitani Bernal e Sivakov ci sono solo Martinez e Moscon a dare garanzie su salite lunghe e difficili, e con il trentino in forma che potrebbe essere impiegato anche per qualche finale da finisseur. Il compito imprescindibile del verbanese, sarà pertanto quello di sacrificarsi almeno nei primi tratti delle numerose salite che caratterizzano questo Giro. Vedremo! Intanto è positivo avere un campione mondiale italiano sulle strade della corsa rosa che possa riaccendere l'entusiasmo degli appassionati, quindi attendiamo tanta gente a seguire, nei rispetti delle norme, l'evento simbolo del ciclismo tricolore.
Dopo le rivoluzioni del calendario ciclistico dell'anno passato, siamo finalmente tornati ad una stagione regolare che ha preso avvio fortunatamente senza intoppi. Il mese di maggio è la classica collocazione della corsa rosa: vediamo in dettaglio le 21 tappe del Giro d'Italia 2021 per poi fare un'analisi del percorso. I motivi di questa edizione Il Giro di quest'anno parte da Torino, per celebrare i 160 anni dell'Unità d'Italia e si conclude, come di consueto, a Milano, dopo 3479,9 Km. Ma il 2021 coincide con altre due ricorrenze storiche: sono 90 anni da quando, nel 1931, si decise di assegnare al leader la maglia rosa, legata alla Gazzetta dello Sport che organizzava la corsa. Inoltre 700 anni fa moriva a Ravenna Dante Alighieri: il Sommo Poeta si spegneva dopo un peregrinaggio durato 19 anni in conseguenza dell'esilio da Firenze. Entrambi gli eventi saranno ricordati con iniziative e celebrazioni durante lo svolgimento. Ma vediamo il dettaglio delle tappe: 1. 08 maggio - Torino-Torino (Cronometro, 8,6 km) 2. 09 maggio - Stupinigi-Novara (173 km) 3. 10 maggio - Biella-Canale (187 km) 4. 11 maggio - Piacenza-Sestola (186 km) 5. 12 maggio - Modena-Cattolica (171 km) 6. 13 maggio - Grotte di Frasassi-Ascoli Piceno (150 km) 7. 14 maggio - Notaresco-Termoli (178 km) 8. 15 maggio - Foggia-Guardia Sanframondi (173 km) 9. 16 maggio - Castel di Sangro-Campofelice (160 km) 10. 17 maggio - L’Aquila-Foligno (140 km) - 18-maggio - riposo 11. 19 maggio - Perugia-Montalcino (163 km) 12. 20 maggio - Siena-Bagno di Romagna (209 km) 13. 21 maggio - Ravenna-Verona (197 km) 14. 22 maggio - Cittadella-Monte Zoncolan (205 km) 15. 23 maggio - Grado-Gorizia (145 km) 16. 24 maggio - Sacile-Cortina d’Ampezzo (212 km) - 25 maggio - riposo 17. 26 maggio - Canazei-Sega di Ala (193 km) 18. 27 maggio - Rovereto-Stradella (228 km) 19. 28 maggio - Abbiategrasso-Alpe di Mera (178 km) 20. 29 maggio -Verbania-Valle Spluga/Alpe Motta (164 km) 21. 30 maggio - Senago-Milano (Cronometro, 30,3 km) Analisi delle tappe del Giro Se analizziamo la mappa giro d'Italia di quest'anno, vediamo che è stato privilegiata l'area del nord e centro, una scelta che discende dalla necessità di far partire la corsa da Torino. Le tappe si sviluppano in direzione sud nella prima metà, fino ad arrivare a Foggia e Guardia Sanframondi in Campania come punti più meridionali. Poi, si risale la Penisola per arrivare ad affrontare le Alpi nell'ultima settimana, come di consueto. Uno sguardo alla composizione delle tappe: la prima e l'ultima sono due cronometro (rispettivamente di 8,6km e 30,3 km) dove Filippo Ganna è atteso a grandi prestazioni. Le tappe pianeggianti per velocisti sono quattro, gli arrivi in salita otto, mentre le restanti sono tappe di media montagna o saliscendi adatte ai colpi di mano dei finisseur. Un Giro sicuramente duro (sono 47.000 i metri totali di dislivello), spettacolare e imprevedibile, che negli ultimi anni ha visto grandi battaglie fra diversi ciclisti, molti dei quali appartenenti alle nuove generazioni. Le montagne del Giro 2021 Nella prima parte della corsa si avrà una prima scrematura a Sestola (4º Tappa) e un altro test più probante nell'ascesa a Campo Felice (9º Tappa domenica 16 maggio). La seconda parte è un fuoco di fila di montagne storiche: l'arrivo allo Zoncolan nella tappa 14, la Sacile-Cortina d'Ampezzo con il Pordoi (cima Coppi di quest'anno con i suoi 2239 m) e il Passo Giau nella numero 16, l'ascesa a Sega di Ala il giorno seguente. Prima della cronometro finale, le due tappe piemontesi che probabilmente si riveleranno decisive: arrivi in salita all'Alpe di Mera (Valsesia) e all'Alpe Motta nei giorni 28 e 29. Vedremo se sarà necessaria come lo scorso anno la cronometro da Senago a Milano per dirimere la questione classifica generale. Seguiremo appassionatamente il Giro per celebrare Bernal, Yates, Evenepoel, magari un redivivo Nibali o gli altri numerosi outsider in rosa a Milano!
Il 2021 è l'anno di rinascita delle categorie giovanili del ciclismo (dette minori con una brutta parola), dopo la sciagurata annata di stop causa Covid. Quando iniziano le gare di ciclismo per i bambini e i ragazzi? La stagione comincia ad entrare nel pieno, dopo il primo rodaggio di marzo-aprile. In Italia, un paese dalla grande tradizione di ciclismo agonistico, ci sono ogni settimana gare di ciclismo 2021 praticamente in tutto il territorio, dalle aree capofila come Triveneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana fino a zone che stanno emergendo, come Sardegna e Sicilia. Ovviamente la qualità dei partecipanti e la tradizione resta appannaggio delle prime regioni citate, così come la bonta dell'organizzazione delle squadre che coltivano e sfornano giovani talenti. Potrete trovare il calendario delle prossime gare sul sito della Federazione Ciclismo. Ma facciamo un riepilogo delle categorie dell'universo giovanile del ciclismo su strada, che abbraccia età dai 7 ai 16 anni. Categoria Giovanissimi o PG (Promozione Giovanile) È una categoria che va dai 7 anni (G1) fino ai 12 (G6), con gare diverse per ogni anno di nascita. Di solito le competizioni si svolgono la domenica pomeriggio, e ogni piccolo ciclista non può partecipare a più di una corsa la settimana. La Federazione stabilisce gli standard delle distanze: di solito circuiti che sviluppano non più di 1,5 km da ripetere più volte in funzione dell'età, per esempio i piccoli G1 devono percorrere al massimo 3 km mentre i G4 (10 annni) al massimo 10 km. Inoltre sono definiti stretti criteri per la dimensione delle biciclette in cui rapporti, pedivelle e ruote sono accuratamente limitati per commisurare lo sforzo all'età: a 7 anni si possono sviluppare al massimo m 3.10 per pedalata che crescono gradualmente ogni categoria fino a reggiungere i 5.55 metri per i G6. La particolarità è che maschi e femmine corrono assieme nelle gare per Giovanissimi: al momento della premiazione però la società organizzatrice darà una coppa o una medaglia ai primi cinque bambini e alla prima bambina arrivata (in alcuni casi ai primi 10 maschi e alle femmine del podio). Al termine, un omaggio a ciascun partecipante, a ricordare che se vincere è bello, soprattutto è importante partecipare e divertirsi. Categoria Esordienti Con i 13 anni scatta l'età in cui si comincia a parlare di agonismo. Per i primi due anni si corre in categoria Esordienti, poi Allievi per i due successivi e su ancora con Juniores e poi Pro per chi ce la fa o Elite. Gli Esordienti, suddivisi in 1º o di 2º anno, corrono gare in linea, criterium, a cronometro o in pista. La distanza massima è 50 km in linea e 10 km a cronometro durante il secondo anno; la particolarità è che la stagione, che va da fine marzo a settembre, prevede gare a distanza ridotta all'inizio, che poi cresce con l'inoltrarsi dei mesi. Le biciclette, analogamente alle categorie inferiori, sono soggette a rigidi standard previsti dall'UCI: le ruote per esempio devono avere un diametro massimo di 680 mm e i rapporti possono sviluppare come limite 6,20 m (52x18). Queste gare (di rilevanza regionale o interregionale) necessitano di una organizzazione più attenta e capillare: un massimo di 200 atleti è controllato e preceduto da auto e moto staffetta e seguito da ammiraglie e servizio cambio ruote. Categoria Allievi Per i 15-16 anni si entra in un'età in cui si manifesta un notevole sviluppo fisico e atletico, di conseguenza aumentano gli standard tecnici e le distanze: le bici devono avere pignoni con un minimo di 16 denti e chilometraggi nelle gare in linea fino a 80-90 km. Ovviamente dato il diffondersi del ciclismo al femminile e il conseguente aumento delle praticanti, vi sono categorie separate per Donne Esordienti e Donne Allieve, ma non pensiate che gli standard siano diversi: addirittura il chilometraggio massimo delle Allieve è lo stesso dei colleghi uomini! Nel caso in cui non si raggiunga il numero minimo di partecipanti di sesso femminile, gli organizzatori sono autorizzati a far correre in maniera promiscua, ovviamente rispettando le premiazioni in sede separata. Risultati di competizioni giovanili Intanto i risultati di due importanti "classiche" della categoria Allievi: A Gussago (BS), si è svolta la 46º edizione del Trofeo Comune di Gussago con vittoria di Juan David Sierra che ha regolato Gualdi e Monister. In Friuli a Mareto di Tomba (UD), Iil 36º Gran Premio ciclistico Festa della Mamma ha visto il trionfo dello sloveno Ravbar su Capra ed Ezner Dove si svolgono le prossime gare di ciclismo esordienti e allievi? Domenica 16 maggio è un giorno ricco di appuntamenti per le due ruote degli Allievi. Le principali corse sono in Toscana a Casalguidi (PT) con il 1º Memorial Alessandro Biondi, in Emilia-Romagna con la 64º Coppa Cà di Lugo (RA), in Veneto con il Trofeo Eurofin a Vidor (TV) e be due gare in Lombardia, a Faloppio (CO), con il Trofeo Remo Calzolari e ad Abbiategrasso (MI) dove si disputa il 1º Trofeo Banca Mediolanum. Bici per bambini ad alte prestazioni Se sei interessato alle gare giovanili, sei probabilmente il genitore di un bambino che è molto appassionato di biciclette. L'industria ciclistica ha sviluppato molte incredibili biciclette di alta gamma per bambini negli ultimi anni e puoi trovarne una buona selezione nella categoria di EurekaBike Bambino, filtrando per prezzo decrescente. Clicca ora per scoprirle tutte!
Leggi qui la storia di Alex Animashaun, l'inventore di Tuck Bike, la bici pieghevole con ruote pieghevoli. Nel 2016, Alex lavorava a Nairobi, in Kenya, in una startup automobilistica. Quando è tornato nella sua città natale, Londra, nel Regno Unito, per vedere i suoi amici e la sua famiglia, è rimasto impressionato nel vedere tutte quelle biciclette pieghevoli a ruote piccole che si riversavano per la città. Gli sembravano ridicole e cominciò a chiedersi perché non si potesse realizzare una bici di dimensioni normali che potesse essere piegata in poco spazio come quelle. Ovviamente ha capito ben presto che se hai ruote grandi non puoi piegare la bici molto piccola, perché la ruota è l'ultimo elemento indivisibile su una bici, e quindi è il limite. Allora si è chiesto: "E se si potesse davvero piegare la ruota?" Impossibile! ... o forse no.Alex non ha rinunciato all'intuizione e, tornato in Kenya, ha iniziato a disegnare e realizzare prototipi ea fare prove. Probabilmente non si era reso conto di essersi appena imbarcato in un viaggio pluriennale cercando di reinventare la ruota. Alex si è poi trasferito ad Oakland, in California, con sua moglie e aveva intenzione di trovare un lavoro regolare e armeggiare. Ha intervistato in diversi luoghi e ha sperimentato il razzismo americano nelle sue stesse lotte. "Interviste stranamente aggressive che hanno messo in dubbio se avessi davvero fatto le cose che ho affermato", dice Alex."Hanno mostrato incredula incredulità sul fatto che avrei potuto fare le cose che avevo fatto. O gli intervistatori che chiedevano esempi di creatività e quando avevano una ruota piegata davanti ai loro occhi in un modo mai visto da nessuno sul pianeta, continuavano a sostenere che non lo ero" t abbastanza creativo". Alex ha deciso che non voleva che nessuno avesse quel potere su di lui. Non voleva cambiare codice e nascondere la sua oscurità per sopravvivere in un ufficio. Così ha fondato Tuck Bike, il suo "bambino", e ora indossa pantaloncini e Crocs per andare al lavoro. Ma torniamo alle bici! Lungo la strada sono stati fatti molti tentativi ed errori. Ma, alla fine, Alex Animashaun è riuscito a ripiegare la ruota della bicicletta! Altre bici a ruote piccole dicono che "si sentono proprio come una bici normale", beh Tuck è una bici normale. Solo che le ruote si ripiegano. È bello da dire. Alex ricorda che guidare il primo prototipo era pesante e instabile... una brutta esperienza, ma ... ha funzionato!Quindi si è messo di nuovo al lavoro partendo dai problemi più difficili e, per gli altri problemi tipo: come piegare il pneumatico, come fissare una ruota pieghevole al telaio della bicicletta, ... era convinto che, in qualche modo, sarebbe stato in grado di risolverli più avanti. E così fu, tanto che ora, Tuck Bike è una bici completamente funzionante che puoi piegare (e riaprire) in circa 2 minuti e si pedala alla grande! Quindi, se in casa non hai spazio per una bicicletta normale, possedendo una Tuck bike puoi infilarla sotto alla scrivania o portarla con te in treno o nella metropolitana. Oppure puoi semplicemente buttarla nel bagagliaio della tua auto senza dovere nemmeno abbassare i sedili posteriori. La Tuck Bike è una bici di dimensioni normali, ma senza i compromessi di una bici a ruote piccole! Alla Tuck Bike stanno lavorando per lanciare una prima mondiale nell'ambito delle biciclette. Sul loro sito dicono: "Ti toglierà il fiato e addolcira la tua vita da commuter." "È fantastica." "È radicale." "È divertente." "Non vediamo l'ora di condividerla con te." Quindi, rimanete sintonizzati qui su EurekaBike per le prossime notizie da Tuck Bike ed essere pronti a sapere quando questa bici sarà disponibile per la vendita.Se sei interessato a questa bici puoi anche dare un'occhiata alla pagina dedicata del marchio Tuck Bike su EurekaBike. Fonte: tuckbike.com
Hai mai visto un artigiano attaccare delle seghe alla sua bicicletta al posto delle ruote originali e provare a farsi un giro su di un lago ghiacciato? Bene, in questo video non solo scoprirai il processo dettagliato di come puoi attaccare delle seghe circolari alla tua bicicletta, ma scoprirai anche se alla fine ce la potrai fare o meno a pedalare sul ghiaccio puro. Hai paura che, invece, il ghiaccio si taglierebbe facendo sprofondare il malcapitato ciclista? Mmm ... potresti avere ragione. Basta che guardi il video per scoprire se questa folle idea può funzionare oppure no. Cosa troverai in questo video? La maggior parte delle buone invenzioni iniziano con uno scarabocchio disegnato con un pennarello e un ingegnere che ha molto tempo libero a disposizione. In questo video vedrai come modificare una bici mettendo delle seghe circolari al posto delle ruote e come puoi (forse) guidarla facilmente sul ghiaccio. In altre parole assisterai alla nascita di un "icycle". Ci sono molte domande che sorgono spontanee vedendo un montaggio come questo. Cosa succederebbe se il ciclista scivolasse all'indietro sulla ruota posteriore? Quante volte avresti bisogno di passare su di uno blocco di ghiaccio per dividerlo in due parti? Oppure, cosa succederebbe se urtassi la "ruota" anteriore con la scarpa, cosa che accade normalmente quando guidi una bicicletta normale? La icycycle sembra appartenere a un film sull'apocalisse zombie. Il video è ben montato e ben pensato, probabilmente apprezzerai anche il lavoro svolto per renderlo possibile, se risulterà possibile... Buon divertimento! Stai cercando biciclette strane? Non pensiamo che tu possa acquistare questo tipo di bici con le rutoe a sega, a me no di non chiedere direttamente a questo abile artigiano. Ma puoi forse trovare alcune bici strane che sono effettivamente disponibili per l'acquisto nella nostra sezione dedicata: Bici strane. Fonte: interestingengineering.com
C'è un'innovativa azienda europea di componenti per biciclette in Belgio, che potrebbe essere in procinto di portare una rivoluzione nel segmento dei sistemi di cambiata per biciclette. Si chiama Classified Cycling. La loro tecnologia principale è il mozzo POWERSHIFT: una tecnologia di cambiata basata su un cambio a due marce interno-esterno al mozzo, che sostituisce la funzionalità del deragliatore anteriore. Se abbinato a una trasmissione a 11 velocità, ti permette di eliminare il fastidioso deragliatore anteriore, mantenendo un'ampia gamma ed una spaziatura ottimale dei rapporti. Secondo Classified, il costo in peso del loro sistema è praticamente nullo. Il mozzo è azionato da un piccolo pulsante di cambiata elettronico, fornito con il mozzo e che può essere montato sul manubrio. Componenti del sistema di ingranaggi POWERSHIFT 1x22 L'unità manubrio è collegata al cambio o a un pulsante satellitare e invia un segnale wireless. Il mozzo POWERSHIFT a due velocità contiene la tecnologia principale del Classified: un meccanismo a orologeria elettroattuato. Perno passante smart. Riceve il segnale wireless e attiva l'hub utilizzando il trasferimento di energia senza contatto. È alimentato da una batteria ricaricabile Micro-USB e consente più di 10.000 turni con una singola carica. Il corpo del mozzo può essere facilmente separato dal mozzo POWERSHIFT, consentendo l'uso di più set di ruote in combinazione con un unico mozzo POWERSHIFT. La cassetta è una cassetta 11v creata in pezzo unico, che presenta un rivestimento superficiale ad alta resistenza per garantire una limitata usura nel tempo. Come funziona? La leva del cambio (o il pulsante accessorio) collegato all'unità manubrio intelligente attiva il segnale di cambiata. Il perno passante smart riceve il segnale di cambio wireless. Il mozzo POWERSHIFT, quando riceve il segnale, si sposta tra i due rapporti interni. Il 1x22 POWERSHIFT sta per rivoluzionare il mercato? Il mozzo Classified POWERSHIFT 1x22 è un sistema di cambiata wireless a due velocità integrato nel mozzo posteriore, che consente di cambiare marcia in una frazione di secondo, a pieno carico e su qualsiasi terreno. Il sistema è completamente resistente all'acqua e al fango, affermano in Classified Cycling. Questo potrà rappresentare un punto di svolta nel settore, in particolare per le bici da strada e da gravel. I principali vantaggi del sistema Classified POWERSHIFT sono: Cambiata praticamente istantanea (bastano 150 millisecondi) Cambio marcia a pieno carico (fino a 1000 watt!) Massimo range di rapporti (22 rapporti, piccoli scostamenti del rapporto di trasmissione, range di rapporti del 451%) Altamente efficiente (oltre il 99% di efficienza teorica secondo Classified) Classified ha ora lanciato una serie di ruote gravel e stradali che utilizzano i loro mozzi e montano cerchi in carbonio. Il mozzo è progettato e realizzato in Belgio. Potrebbe essere possibile vedere anche un mozzo Classified specifico per MTB ... rimani sintonizzato qui su EurekaBike per ulteriori notizie su questo argomento. Fonte: the.european.bike.project (Instagram), Classified-Cycling official website
Prendi una spaventosa cava abbandonata in Galles, prendi Gee Atherton (uno dei migliori rider di MTB downhill di tutti i tempi) e shakera per bene. Con l'inizio della stagione di gare attualmente poticipato almeno fino a giugno causa COVID, Gee ha rivolto la sua attenzione ad alcuni nuovi progetti. Uno di questi si chiama The Slate Line, girato in Galles proprio lungo la strada che porta al Bike Park progettato dal fratello di Gee, Dan. Nel video The Slate Line, Gee discende una montagna di ardesia nella cava in disuso di Wincilate. Il progetto è stato sponsorizzato da Continental, Red Bull Bike e Atherton Bikes, probabilmente per dimostrare quanto siano resistenti e affidabili le coperture Kaiser del produttore di pneumatici tedesco. Nel video, le lastre di ardesia scivolano l'una sull'altra ed esplodono sotto le ruote della bici Atherton, mentre Gee attacca ostacoli enormi e discese verticali, sul filo di dirupi vertiginosi e dei pozzi bui della ex-miniera. Non c'è spazio per errori nella sua discesa, fino all'immenso gap finale che ti lascerà letteralmente con il cuore in gola. Guarda il video e condividilo con i tuoi amici per sapere cosa ne pensano di questa discesa folle, ripida e tecnica. Fonte: RedBull Bike
RockShox e Trek sono orgogliosi di annunciare il RockShox Trek Race Team, con un elenco di rider concentrati sulle discipline gravity, tutti di età inferiore ai 21 anni. Ecco un commento di David Zimberoff, VP Marketing di SRAM sulla nuova formazione del Trek Factory Racing Team: "Siamo super-entusiasti di continuare a consolidare le fondamenta di questo team aggiungendo nuove risorse e aumentando il nostro impegno per la vittoria". La squadra comprende la due volte campione del mondo UCI Junior Downhill e vincitrice assoluta della Coppa del mondo Vali Höll, l'incredibile scozzese emergente Jamie Edmondson, il due volte campione nazionale canadese Junior di Downhill Ethan Shandro e il ragazzo più veloce del Whistler Mountain Bike Park Tegan Cruz, 15 anni. Panoramica dei piloti Valentina (Vali) Höll Nata l'11 dicembre 2001 a Saalbach, Austria, Vali ha iniziato a correre in discesa contro i ragazzi a 11 anni nel suo luogo di origine, Saalbach. Le fu detto che non avrebbe vinto ... finché non lo ha fatto. E ha continuato a vincere ancora e ancora, fino a quando non è salita sul podio come campionessa del mondo UCI Junior Downhill 2018 e 2019. Enfant-prodige e due volte vincitrice della Coppa del Mondo, Vali è piena di ottimismo e grinta per la sua prima stagione completa come élite. Segui questa forza della natura austriaca e cercala sui podi del 2021 in tutto il mondo. La dichiarazione di Vali per la stagione 2021 è: "PER CRESCERE E DIVENTARE PIÙ PROFESSIONALE NEL MIO APPROCCIO ALLE CORSE, SAPEVO CHE DOVEVO CAMBIARE QUALCOSA. SONO SEMPRE STATA DA SOLA, QUINDI AVERE MENTORI COME TRACY MOSELEY E ANDREW SHANDRO È MOLTO FIGO, CON MAGGIORI OPPORTUNITA' E PIÙ PERSONE CON CUI GAREGGIARE ED ALLENARSI". Jamie Edmondson Nato il 7 marzo 2001 a Nethy Bridge, in Scozia, Jamie, un affabile scozzese, sostiene un doppio impegno correndo sia nell'enduro che nella discesa libera. Questo 19enne, specialista del bagnato, è cresciuto in un piccolo villaggio vicino ad Aviemore, in Scozia, ed è motivato a passare da privato lo scorso anno a parte integrante della più giovane squadra corse élite del panorama gravity del 2021. Jamie non vede l'ora di far parte della squadra e di avere il supporto ufficiale: concentrerà le sue gare nel circuito della Coppa del Mondo DH, mixandoli con eventi Enduro World Series durante l'anno. La dichiarazione di Jamie per la stagione 2021 è: "MI PIACE DIVERTIRMI SULLE PISTE DA DOWNHILL... DEVI CERCARE CONTINUAMENTE IL LIMITE E ALLA FINE DEL WEEKEND DEVI DARE SEMPRE IL MASSIMO AD OGNI TURNO. PENSO CHE QUESTO CREA UNA CERTA DIPENDENZA, QUANDO CI FAI L'ABITUDINE. ECCO CHE COSA SIGNIFICA PER ME ". Ethan Shandro Nato il 18 febbraio 2002 a North Vancouver, in Canada, Ethan è già due volte campione canadese juniores di downhill. Shandro è un nome familiare nella mountain bike, infatti la prestazione di debutto di Ethan da junior sul circuito di Coppa del Mondo del 2019 ha lasciato a bocca aperta diversi addetti ai lavori. Dopo una stagione 2020 trascorsa in attesa, convalescente da un infortunio, sta cercando di tornare a battere le piste con il suo stile di guida feroce ma giocoso. Per ora, Ethan continuerà a concentrarsi sul suo recupero e cercherà di aggiungere al calendario qualche gara regionale quando tornerà in piena forma. La dichiarazione di Ethan per la stagione 2021 è: "ALL'INIZIO DELL'ANNO CERCHERO' DI RITORNARE AL 100% IN TEMA DI SALUTE E DI PASSARE DEL TEMPO CON LA SQUADRA DENTRO E FUORI DALLE GARE. SONO ENTUSIASTA DI FARE PARTE DI QUESTA GIOVANE SQUADRA MENTRE GUARDIAMO AL 2021 E VEDERE COSA SIAMO TUTTI IN GRADO DI FARE. IL MIO OBIETTIVO PRINCIPALE È COMUNQUE QUELLO TORNARE IN PIENA FORMA PER POTERE PARTECIPARE ALLE GARE DI COPPA DEL MONDO ". Tegan Cruz Nato il 29 settembre 2005 a Pemberton, in Canada, Tegan è uno dei ragazzi più veloci che sono usciti dal vivaio della regione mare-e-monti della British Columbia. Tra loro solo pochi sono veloci come Tegan Cruz. Per questo, è stato utile l'essere cresciuto in una fattoria con un pump track nel terreno più ripido della catena montuosa costiera e a distanza di un breve tragitto in auto dal bike park di Whistler. Aggiungi un'etica del lavoro instancabile e un fratello che gareggia in Coppa del Mondo, e avrai la ricetta per il successo. A 15 anni, il "Tegster" potrebbe essere la prossima stella nascente del Canada. La stagione di gare 2021 vedrà Tegan concentrarsi a livello regionale sulle gare all'interno di B.C. così come alcuni viaggi in Europa, se le restrizioni ai viaggi lo consentiranno. La dichiarazione di Tegan per la stagione 2021 è: "MI SENTO FORTUNATO AD AVERE L'OPPORTUNITA' DI GUIDARE ASSIEME E DI IMPARARE DA UN CAMPIONE DEL MONDO, NONCHÉ DA SQUADRE CHE HANNO GUSTATO IL PODIO DELLA COPPA DEL MONDO. ETHAN ED IO ABBIAMO OTTENUTO MOLTE VITTORIE ASSIEME E ABBIAMO VIAGGIATO UN PO' NEGLI ANNI. NON VEO L'ORA DI PORTARE UN ATTEGGIAMENTO GIOVANE E SICURAMENTE RISATE E SORRISI NEL TEAM". Tim Vanderjeugd, Direttore del marketing sportivo di Trek Bicycle per Trek Factory Racing MTB, afferma: “Trek è entusiasta di collaborare con RockShox e dare il benvenuto a Vali, Jamie, Tegan ed Ethan in questa nuova entusiasmante squadra. Questi rider saranno una parte importante della famiglia Trek poiché aiuteranno a inaugurare la prossima generazione di contendenti alla Coppa del Mondo. Non vediamo l'ora di vedere cosa faranno nella stagione a venire. Che sia un ottimo 2021!". Höll e Edmondson si concentreranno sul calendario della Coppa del Mondo DH UCI di questa stagione. Inoltre, il team parteciperà agli eventi Crankworx insieme ad alcune gare di Enduro World Series. Partner del team Le partnership tecniche sono il fulcro del Team Trek Factory Racing per le discipline gravity: RockShox fornisce al team tutto il materiale per le sospensioni e i reggisella idraulici, mentre Trek fornisce i telai. Ma ci sono molti altri partner principali coinvolti nella fornitura tecnica di materiali e attrezzature per il team: SRAM - Trasmissione, freni Maxxis - Pneumatici DT Swiss - Ruote, mozzi, raggi Ergon - Selle, impugnature Troy Lee Designs - Kit da gara, guanti, caschi Chris King - Cuffie Quarq - misuratori di potenza Truvativ - Manubri, attacchi manubrio, reggisella Zipp - Componenti stradali Calendario delle squadre 2021 Di seguito il programma con i programmi di corse primarie e secondarie per il RockShox Trek Factory Racing Team nel 2021: PRIMARIA - Coppa del Mondo DH UCI 24-25 aprile: Maribor, Slovenia 22-23 maggio: Fort William, Scozia 12-13 giugno: Leogang, Austria 3-4 luglio: Les Gets, Francia 24-29 agosto: Campionati del Mondo Val di Sole, Italia 4-5 settembre: Lenzerheide, Svizzera 18-19 settembre: racchette da neve, WV. Stati Uniti d'America SECONDARIO Campionati nazionali - Austria, Canada, Regno Unito Enduro World Series Eventi CRANKWORX Eventi regionali Fonte: SRAM.com
Chi è Fabio Wibmer? Wibmer Fabio è letteralmente un fenomeno delle due ruote che nel 2020 è stato sponsorizzato nientemeno che da Canyon bici. Se per caso ancora non consci Fabio Wibmer, questo video ti farà capire molto bene chi è e qual'è il suo stile di vita. Un rider estremo ma giocoso, sempre sorridente, che trasmette una positività assoluta come pochi sanno fare. La sua classe cristallina su qualsiasi mezzo a due ruote lo hanno reso in pochi anni una vera star di YouTube e i suoi video in cui spinge sempre oltre i limiti dello stree trial e del freeride estremo contano milioni di visualizzazioni sui principali social network come, ad esempio, YouTube. Il 2020 di Fabio Wibmer Che anno pazzo è stato il 2020 per Fabio e tutto il team Sick! Lui stesso dice che è stato uno degi anni più belli, ma anche uno dei più duri. Alcuni dei video pubblicati nel corso dell'anno della pandemia COVID-19 sono fra i preferiti di sempre del rider austriaco. Fra questi: "Israel my playground" dove Fabio gira grosso in Israele e "Home Office", dove tutto il team Sick si inventa dei modi assurdo per vincere la noia del lockdown da bici. L'anno è cominciato alla grande, ma sfortunatamente si è concluso con una brutta caduta con la moto da cross, che gli è costata la frattura di un osso del piede. Al momento Fabio sta recuperando dall'infortunio e non sta nella pelle per ritornare in forma e fare nuovi grandiosi video nel 2021. Best of 2020 - Fabio Wibmer In questo video di oltre 6 minuti e mezzo troverai un condensato delle azioni più pazze e spettacolari pensate e realizzate da Fabio e dal suo team Sick nel 2020. Evoluzioni al limite della fisica e dell'abilità acrobatica di uno dei più forti freerider al mondo. Definire Fabio non è facile: mixa nel suo stile dirt, bike trial, enduro, BMX, freestyle, ... creando un riding così spettacolare e potente da essere ipnotico. In questo video troverai drop dal tetto con atterraggio su di un albero, curve polverose nel deserto, salti da un blocco di sale all'altro in mezzo al mare, ... roba da non credere. Cosa aspetti? Clicca sul video qui sotto e goditi la immagini che scorrono sopra una fantastica una colonna sonora.
Nel corso degli anni, il fenomeno dello Snowbiking ha continuato a crescere e ad attrarre interesse e curiosità da parte di atleti appassionati di action sport soprattutto in Canada, Stati Uniti, Giappone e dal mondo in generale. Oggi a Eurekabike abbiamo deciso di presentarvi questo fantastico veicolo: la snowbike. Una snowbike è una macchina da usare sulla neve: divertente, fluida e silenziosa che offre la possibilità di fare dei ride divertenti lungo i sentieri innevati. La Snowbike è una perfetta soluzione innovativa per giocare sulla neve nella stagione invernale. La Snowbike è composta da uno snowboard - che sostituisce la ruota anteriore - e da un cingolo da neve al posto della ruota posteriore. La Snowbike è interessante, poiché i kit di trasformazione sono molto più economici di una nuova motoslitta e consentono agli appassionati di bicicletta di andare in giro tutto l'anno, anche in condizioni estreme di neve. La snowbike è in grado di affrontare quasi tutti i tipi di terreno: ghiaccio, neve fresca, terreni fangosi e innevati in genere. È leggera e facilmente trasportabile proprio come una bicicletta elettrica. Una caratteristica eccezionale della snow bike è la facilità di montaggio e smontaggio. La snow bike offre ottime prestazioni di stabilità/sterzata ed è facile da imparare a guidare per tutti. Descrizione La Snowbike dispone di un'assistenza motore elettrico completa, o di una semi-assistenza, quindi offre sempre l'opzione di una pedalata naturale o di una pedalata assistita. La bici elettrica da neve è alimentata da un motore elettrico di piccole dimensioni. Il motore è leggero e molto resistente, proprio come la maggior parte delle bici elettriche. Questo crea la necessità di una batteria ricaricabile che può essere montata sull'alloggiamento della borraccia o direttamente sul tubo obliquo del telaio. Sul manubrio della bicicletta è presente un piccolo computer con display che fornisce le classiche funzionalità e informazioni: controlli del motore, stato della batteria, informazioni di viaggio, ... Il sistema elettronico fornisce livelli del PAS (Pedal Assist System) e permette di settare il PAS secondo limiti di velocità o limiti di coppia, generalmente compresi tra 0 e 5. Altre specifiche del computer con display includono, esattamente come accade per le bici elettriche standard: Visualizzazione del tempo di viaggio e della velocità; Visualizzazione della distanza percorsa; Funzione Cruise; Indicatore della capacità della batteria in tempo reale; ... Come posso acquistare una snowbike? L'idea delle snowbike è ancora relativamente nuova, non c'è quindi da stupirsi se non si può ancora entrare in un qualsiasi negozio per acquistarne una, come accade per le motoslitte, le moto da cross o per le tue MTB preferite. La buona notizia per chiunque desideri la propria snowbike, tuttavia, è che i kit di conversione snowbike sono ora disponibili per l'acquisto online o presso negozi fisici in alcuni paesi. Ad esempio, una società chiamata Envo costruisce e distribuisce kit da snowbike ai rivenditori. Questi kit di conversione ti consentono di trasformare la tua mountain bike in una snowbike direttamente dalla comodità di casa tua e nel giro di un'ora. Ovviamente puoi riconvertire la bici a ruote e tornare a girare sulla terra non appena la neve si scioglie! Ti ho sentito dire "Win, win?" Ad oggi non abbiamo snowbike in vetrina su EurekaBike, ma puoi dare un'occhiata ad altre Biciclette Strane e trovare qualche altra informazione curiosa.
La Orbea Rise 2021 è stata presentata attraverso questo nuovo video che rispetta lo stile che è ormai diventato uno standard per stuzzicare gli utenti sui modelli di fascia alta delle migliori marche di biciclette. Il video inizia con un dialogo tra due amici rider, un ragazzo e una ragazza, attorno a un falò: "È sempre stato così? Mi sono sempre perso ed è in questi momenti in cui mi ritrovo. E in quel momento il senso dell'avventura mi assorbe completamente. Quando scopro posti nuovi diventiamo una cosa sola, io e la mia bici. Ci muoviamo sui trail, agili e adattivi, ... questo crea dipendenza". Fiducia, accettazione delle condizioni difficili, la caduta e l'ascesa (la Rise, appunto, che dà il nome a questo modello di bici). Un senso di gratitudine, di pace, rispetto. Sentirsi potente per quanto in alto sei salito. E non vedere l'ora di pianificare dove andare immediatamente dopo. Con una bici che volta e si arrampica silenziosamente nel bosco, corpo e mente che vivono in quel momento. E la ragazza chiede ancora: "Allora è sempre stato così?". "Immagino che sia sempre stato così... solo che, ora, possiamo andare anche più lontano". La Orbea Rise 2021 stabilisce un nuovo standard nella mountain bike: quello che offre meno "e" e più "bike". E questo viene chiamato la Rider Sinergy: una filosofia che funziona solo quando vengono considerati insieme autonomia, potenza e interfaccia. E questo è il punto chiave del progetto Rise di Orbea. Una collaborazione unica con Shimano è risultata in un motore che risponde con tanta più potenza quanto maggiore è la potenza che metti sui pedali. Nessun ritardo, nessuna resistenza: elastico e naturale. Il sistema imita la tua curva di potenza e la espande. Entra nel mondo di Orbea Rise con questo fantastico video che unisce emozioni di guida con una spiegazione tecnica di dettaglio degli aspetti migliori della Orbea Rise, che presenta il nuovo motore Shimano EP8, appositamente messo a punto per la Rider Sinergy.
Un casco, per quello che siamo abituati a sapere, è un equipaggiamento protettivo che viene indossato per ottenere la funzione fondamentale - ma praticamente unica - di proteggere la testa del ciclicsta. Più specificamente, un casco potenzia la funzione protettiva del cranio nella protezione del cervello umano da lesioni e incidenti. I caschi sono disponibili in più forme e dimensioni a seconda della specialità della bici e dello stile di guida. Nel corso degli anni, l'uso di indumenti protettivi ha continuato a deteriorarsi e questo ha portato all'aggiunta di stili e caratteristiche differenti a queste apparecchiature. Ma ... cosa succederebbe se questa idea standard di un casco fosse stata reinventata così radicalmente da creare il concetto di un nuovo tipo di prodotto? Alla WertelOberfell, un'azienda di design innovativo con sede a Monaco di Baviera, in Germania, hanno recentemente inventato un casco all'avanguardia, progettato per rispondere alle specifiche richieste dei ciclisti più esigenti: l'ESUB Tracks. Si tratta di un casco da bicicletta autosufficiente dal punto di vista energetico, progettato per garantire la sicurezza e per fornire ai ciclisti diverse funzionalità integrate. Un solo sguardo all'ESUB Tracks è sufficiente per capire tutto il lavoro e l'analisi che sono stati necessari per la creazione di questo casco, tenendo conto delle diverse problematiche che i ciclisti devono affrontare sulla strada. Il casco appartiene ad una categoria a sé stante, in quanto presenta diverse funzionalità intelligenti, alimentate da celle fotovoltaiche organiche che forniscono tutta l'energia di cui ha bisogno per alimentare tutte le funzionalità di sicurezza. Il team di WertelOberfell ha impiegato molte conoscenze scientifiche, concetti innovativi e capacità ingegneristiche per trasformare un normale casco in un oggetto intelligente. ESUB Tracks è composto da: batterie organiche stampate e un Nano Arduino, un microcontrollore che gli ingegneri sono riusciti ad alloggiare tutto all'interno di una singola unità nella parte posteriore del casco. Il microcontrollore gestisce tutti i componenti elettronici incorporati, mentre la superficie del casco fornisce l'energia. WertelOberfell è riuscita ad ottenere il design innovativo dell'ESUB Tracks avvolgendo celle solari piatte stampate tutt'intorno alla superficie della calotta, per utilizzare lo strato esterno del casco come un modulo fotovoltaico che assorbe la luce solare e la converte in energia. Questa forma di autosufficienza energetica consente alle batterie del casco di ricaricarsi costantemente, alimentando tutte le funzioni intelligenti e i componenti elettrici che contraddistinguono l'ESUB Tracks. ESUB Tracks è dotato di diverse funzioni interessanti di serie, una delle quali è un auricolare integrato. L'auricolare è costituito da materiale piezoelettrico stampato (un materiale che genera una carica elettrica in risposta allo stress meccanico applicato), pressato a caldo su cinturini in pelle con uno strato interno in rilievo che preme leggermente contro l'orecchio dell'utente, garantendo un suono facilmente udibile. Gli altoparlanti sono collegati tramite Bluetooth con lo smartphone e forniscono un audio cristallino senza influire sui livelli sonori che circondano l'utente. Sul retro dell'ESUB Tracks c'è una zona dedicata ai sensori. ESUB Tracks sfrutta i sensori di prossimità posteriori, per proteggere i ciclisti dagli incidenti avvisandoli di ciò che accade dietro di loro. I sensori di prossimità posteriori consentono agli utenti di sapere quando le automobili o altri ciclisti si avvicinano troppo. Inoltre, nei sensori è integrato un feedback tattile in modo che il casco vibri ogni volta che rileva una sorta di pericolo stradale o un veicolo nelle immediate vicinanze dell'utente. Questa funzionalità è utile per le bici da strada e per gli utenti di bici da città. Appena sotto il mento dell'utente, è posizionato un microfono piezoelettrico stampato, con riconoscimento dei comandi vocali in modo che se un ciclista deve fare una svolta, il microfono recepisce i comandi vocali e attiva, ad esempio, gli indicatori di direzione senza che sia necessario il movimento della mano. Per finire, ESUB Tracks integra cinghie per il mento autoregolanti che si stringono, fino a quando il casco non si adatta comodamente e in sicurezza sulla testa del ciclista, non sono necessarie regolazioni manuali. Compreresti un casco così straordinario? Beh, dipende sicuramente dal costo e dalla disponibilità. Per ora questo fantastico oggetto sembra essere solo un prototipo, quindi faresti meglio a stare tranquillo se avessi in mente di correre al tuo negozio di biciclette locale e acquistarlo subito. Fonte: Yanko Design
Preparati per questo edit pazzesco il cui protagonista è la leggenda francese della mountain bike Remy Metallier, che distrugge i boschi di Squamish (British Columbia) con linee folli e inimmaginabili che ti lasceranno senza fiato. Questo video mostra di quanto si sia spostato il limite della mountain bike al giorno d'oggi: ad un llivello spaventoso rispetto a soltanto pochi anni fa. La tecnologia della mountain bike è migliorata di anno in anno con telai e forcelle più rigidi, idrauliche migliorate nelle sospensioni, componenti più leggeri e resistenti, ma guardando questo ragazzo che si spara drop enormi, salti immensi e linee così difficili e incredibilmente ripide con solo indosso un casco jet e il suo zaino, è qualcosa che probabilmente nessuno si aspettava. Remy Metallier sta chiudendo linee simili a quelle che si vedono alla Red Bull Rampage (senza trick freestyle, ovviamente ...) ma in mezzo a boschi pieni di alberi e grandi rocce viscide ... su una bicicletta da enduro con una forcella a singola piastra. Questo dice tutto. Guarda questo video, goditi la follia e ... non cercare di imitarlo a casa!
I video teaser delle biciclette da enduro sono diventati sempre più simili ai piccoli film ultimamente. Specialized ha sempre esplorato questo nuovo modo di pubblicizzare il proprio prodotto MTB e ha presentato questo fantastico video in cui collega una storia molto emozionale ad immagini straordinarie di guida che mettono in risalto le qualità e le caratteristiche del loro prodotto. Goditi questa storia di un gruppo di vecchi amici che sperimentano l'esperienza di guida perfetta nel 2020 sulle loro Stumpjumper EVO 2021. Uno di loro rimane così scioccato per avere vissuto quel momento perfetto che scompare dalla compagnia per 43 anni. per continuare a vivere quel momento ancora e ancora. Finalmente nel 2063 una task force lo trova nascosto nel bosco dove ha continuato a pedalare per anni proprio per continuare a vivere la perfetta sinergia tra uomo bici e trail. Se hai sperimentato nella tua vita almeno una uscita emozionante in mountain bike, ti sfidiamo a non farti venire la pelle d'oca almeno un paio di volte mentre guardi questo video.
La EWS Enduro World Series ha rilasciato oggi questo emozionante video che, a nostro parere, dipinge perfettamente la bellezza dello sport del mountain bike Enduro. Il video paragona l’evento EWS Bluegrass di Finale Ligure del 2019 con la stessa gara del mondiale Enduro, per come si è svolta in tempo di COVID, nel 2020. Il contrasto è shockante e il video ha una valenza particolare proprio per avere saputo cogliere questo contrasto con delicatezza e positività. Gli affollatissimi trail del 2019, con migliaia di tifosi in festa impegnati a fare quanto più rumore possibile per sostenere gli atleti hanno lasciato il posto a strade quasi deserte nel centro storico di Finale Ligure. Strade in cui i rider indossavano mascherine sul palco di partenza e in cui gli intervistatori mantenevano il distanziamento sociale. Niente abbracci sul podio, la mancanza di compagnia e di divertimento insieme nel paddock... Tutto molto strano, insolito, nuovo, tutto un pochino più triste,... Tutto diverso, tranne la cosa più importante: la voglia. La voglia di gareggiare che ogni atleta, team, accompagnatore hanno dimostrato e la voglia di esserci di pochi irriducibili tifosi che hanno popolato i sentieri di Finale con responsabilità e coraggio in un contesto in cui la cosa più importante era lanciare un messaggio di inarrestabile voglia di vivere. Un messaggio che così bene si presta al connubio con questo meraviglioso sport dell’enduro MTB: "Sempre e comunque, questo è il nostro Finale".
La Enduro World Series (EWS) si è conclusa in maniera degna di nota in Italia al Bluegrass EWS di Finale Ligure. In un luogo immerso nella storia di questo sport, i piloti sono saliti sulla linea di partenza per la terza e ultima gara dell'anno. Con quasi 60 km di pedalata e quattro tappe impegnative, questa gara è stata progettata per spingere i ciclisti al massimo, e le aspettative sono state più che rispettate. Enduro Live Results: Nella gara maschile anche Jesse Melamed (Rocky Mountain Race Face Enduro Team) ha messo subito le cose in chiaro, dato che anche ha rifilato dieci secondi al resto del gruppo già dopo la prima prova speciale. Il vincitore di Pietra Adrien Dailly (Lapierre Zipp Collective) ha chiuso secondo PS1, ma non è riuscito a mantenere la posizione dopo una foratura seguita da una caduta in PS2 ed è stato messo fuori dai giochi. Melamed ha continuato a martellare, vincendo la seconda e la terza tappa e consolidando il suo vantaggio con un inattaccabile vantaggio di 17 secondi in vista della quarta e ultima prova. È stato Jack Moir (Canyon Collective) a vincere la PS4, ma non è stato sufficiente per spodestare Melamed, che ha navigato verso la terza vittoria EWS della sua carriera. Florian Nicolai (Trek Factory Racing) ha ottenuto un secondo posto come ha fatto a Pietra lo scorso fine settimana, con Moir che ha replicato pure lui il suo terzo posto. Da sottolineare il 14° posto assoluto dell'italiano Matteo Raimondi che, con una gara impeccabile conquista il suo miglior piazzamento in carriera ad una gara di livello mondiale. L'italiano Martino Fruet ha portato a casa la vittoria dei Master Men, seguito da Cedric Ravanel (Commencal Enduro Team) al secondo e Karim Amour al terzo. Daniela Michel della Svizzera ha vinto la categoria Master Women. Nella gara femminile Morgane Charre (Pivot Factory Racing) ha avuto il controllo sin dalla prima PS, mettendo oltre dieci secondi fra lei e la seconda, Melanie Pugin, vincitrice della precedente gara il Vittoria EWS di Pietra Ligure. Un problema meccanico per Pugin nella seconda prova ha permesso alla Charre di estendere il suo vantaggio e, nonostante la Pugin abbia vinto le ultime due prove speciali, ciò non è stato sufficiente per impedire alla Charre di conquistare la sua prima vittoria in un evento EWS. Pugin ha concluso la giornata al secondo posto, con Estelle Charles che ha ottenuto il suo miglior piazzamento in carriera con un terzo posto. Nella U21 Men Brady Stone (Theory Global Enduro Team) ha conquistato la vittoria, con Luke Meier-Smith al secondo e terzo posto a Jamie Edmondson. Harriet Harnden (Trek Factory Racing) ha vinto la sua terza vittoria consecutiva nella U21 Women con l'italiana Sophie Riva al secondo posto. Senza un campionato individuale nel 2020 è stato lasciato alle squadre di darsi battaglia, ed è stato il Pivot Factory Racing a vincere, seguito da Trek Factory Racing al secondo e Rocky Mountain Race Face Enduro Team al terzo. Questo è tutto per l'Enduro World Series 2020, non resta che ringraziare tutti i team, i piloti, gli organizzatori, lo staff e i volontari per il loro supporto in quest'anno così difficili. Arrivederci al 2021. Segui questo link dei video highlights del round 3 dell'EWS 2020 a Finale Ligure, Italia: Results (first 25 of Men category): 1 Jesse Melamed CAN Rocky Mountain Race Face 00:21:21.60 2 Florian Nicolai FRA Trek Factory Racing +00:08.98 3 Jack Moir AUS Canyon Collective +00:13.11 4 Theo Galy FRA Sunn Enduro Factory Team +00:19.74 5 Edward Masters AUS Pivot Factory Racing +00:35.57 6 Charles Murray AUS Pivot Factory Racing +00:36.97 7 Jose Borges POR Miranda Factory Team +00:37.47 8 Kevin Miquel FRA Sunn Enduro Factory Team +00:37.54 9 Slawomir Lukasik POL - +00:37.92 10 Martin Maes BEL GT Factory Racing +00:40.59 11 Dimitri Tordo FRA Canyon Collective +00:41.27 12 Zakarias Blom Johansen SWE Cube Action Team +00:46.15 13 Youn Deniaud FRA Giant Factory Off-Road +00:46.33 14 Matteo Raimondi ITA - +00:47.15 15 Alex Rudeau FRA Commencal Enduro Team +00:47.56 16 Gregory Callaghan IRE Unior Devinci Factory Racing +00:49.1 17 Christian Textor GER Team BULLS +00:49.54 18 Antoine Vidal FRA Commencal Enduro Team +00:50.29 19 Guillaume Larbeyou FRA - +00:52.2 20 Joseph Nation AUS - +00:54.49 21 Cole Lucas AUS Ibis Enduro Team +00:55.71 22 Pedro Burns Contreras CUB Trek Factory Racing +01:02.01 23 Rhys Verner CAN Kona Factory Team +01:02.98 24 Stanislav Sehnal CZE - +01:03.27 25 Edgar Carballo Gonzalez ESP Orbea FOX Enduro Team +01:04.39 For more results see the source at this link. Source: Enduro World Series Official Website
Campagnolo presenta il suo rivoluzionario gruppo a 13 velocità dedicato al frizzante panorama Gravel: il gruppo Campagnolo Ekar 1x13. Il Campagnolo Ekar 1x13 (dedicato ad utilizzo specifico su bici Gravel) è arrivato come una delle novità 2021 più interessanti nell'intero panormaca ciclistico mondiale. Il Gravel è uno dei trend del mondo ciclo in maggiore crescita negli ultimi anni e per il 2021 la crescita non accenna a diminuitre, anzi. Sempre più modelli dedicati all'utilizzo Gravel vengono presentati dai costruttori di bici, ma non solo. Campagnolo rientra nel fuoristrada Campagnolo, la storica azienda Veneta produttrice di gruppi e componenti per ciclismo, ha presentato in questi giorni una vera e propria rivoluzione tecnologica, cioè il primo gruppo della storia con cassetta a 13 velocità. Non è un caso che un brand importante come Campagnolo abbia scelto proprio il segmento Gravel come banco di prova di questa innovazione. Il Gravel viene infatti classificato come sottogategoria della bici da strada (segmento dove Campagnolo è fra i leader di mercato da decenni), ma l'impiego di queste biciclette è oramai assimilabile ad un utilizzo fuori strada anche intenso, che si avvicina al mondo della mountain bike; un ottimo banco di prova per resistenza e affidabilità prima (forse il promssimo anno?) di passare al lancio di un gruppo a 13 velocità dedicato al vero e proprio mercato di massa delle bici da corsa. Campagnolo ha abbandonato la produzione dei gruppi da MTB da circa 30 anni, e chissà se questo rientro nel gravel non sia anche un preludio ad un futuro impegno del costruttore italiano a ripresentarsi con anche proposte dedicate al mountain bike. Ekar è il nome di un monte che si trova sopra a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, nei pressi della sede di Campagnolo. Un nome iconico per un gruppo pensato per l'utilizzo su strade sterrate che possono anche diventare veri propri trail da MTB. Panoramica dei componenti e principali innovazioni in sintesi Cassetta Partiamo dalla cassetta, che è l'interfaccia attorno alla quale ruota tutta la tecnologia 13v Campagnolo. Trovare lo spazio per ben 13 pignoni non è banale, ma Campagnolo ha risolto il problema estremizzando una soluzione tecnica già utilizzata in alcuni modelli 12v per MTB: l'ultimo pignone a sbalzo. Grazie ad un nuovo corpetto, l'ultimo pignone (il più piccolo) si monta a sbalzo permettendo quindi un alloggiamento che non richiede di modificare lo spazio del telaio né le battute dei mozzi. La cassetta viene fornita in tre versioni: 9-36 (per utilizzo più sportivo su terreno non ripido) 9-42 (soluzione intermedia) 10-44 (per utilizzo offroad spinto o lunghi viaggi) Caratteristica interessante di questa cassetta è che è stata pensata per essere retrocompatibile con la maggior parte delle ruote che già utilizzano il sistema 12v. Scelta questa che apre da subito per l'Ekar 13v il grande potenziale del mercato aftermarket. Catena La catena, necessariamente più sottile della precedente 12v, non presenta problemi di affidabilità nè di resistenza nemmeno nell'utilizzo più gravoso sui trail montani, secondo quanto riportato di diversi tester che hanno utilizzato per settimane il gruppo Ekar 13v. Comandi I comandi hanno subito una profonda rivisitazione per migliorarne l'ergonomia, in particolare per quanto riguarda la cambiata con presa delle mani bassa. Nel gravel, questa presa è infatti fondamentale per mantenere il massimo controllo del mezzo su terreni sconnessi, motivo per cui particolare attenzione è stata dedicata a questo aspetto dai tecnici Campagnolo. La nuova leva di Campagnolo ha una conformazione a C (o ad S) che permette un azionamento agevole anche con la presa bassa del manubrio. Questa interfaccia consente di cambiare fino a ben 5 rapporti a salire con un unico colpo profondo alla leva, mentre a scendere la cambiata è stata progettata per avvenire un rapporto alla volta per evitare problemi meccanici e migliorare la trazione. La cambiata dell'Ekar, in pieno stile Campagnolo, rimane sempre molto secca e precisa, mantenendosi tuttavia anche fluida nonostante il suo carattere racing. Guarnitura La guarnitura full carbon dell'Ekar è un pezzo molto pregiato, tanto che esce dallo stampo già con la sua finitura definitiva, senza richiedere alcuna altra lavorazione. Dato l'utilizzo prevalente in fuoristrada, le pedivelle vengono fornite corredate da due calzini in gomma, allo scopo di proteggere le estremità dei braccia da detriti e colpi accidentali su sassi e asperità del terreno.
Mondiali di Imola 2020, Filippo Ganna vince la cronometro individuale maschile élite di venerdì regalando al'Italia la sua prima medaglia d'oro ai Mondiali di quest'anno. Filippo Ganna si è assicurato il primo titolo mondiale a cronometro in carriera venerdì scorso (25 settembre 2020), confermando il suo status di favorito pre-gara in una giornata ventosa ai Campionati del mondo su strada UCI a Imola. Ganna ha completato il percorso di 31,7 chilometri in un tempo di 35'54". Wout van Aert ha guadagnato il secondo posto con un ritardo di 26", mentre Stefan Küng ha completato il podio, 29" dietro a Ganna. Geraint Thomas è arrivato quarto davanti al due volte vincitore Rohan Dennis, quinto. La dichiarazione di Ganna: "È un sogno per me e sono davvero felice. Rendo il mio personale ringraziamento a tutta la squadra italiana e anche a Ineos Grenadiers. Non ho le parole. Ho vinto quattro maglie arcobaleno in pista. Questa è la mia prima volta nella cronometro. Festeggerò con la mia famiglia". Sintesi della gara a Cronometro Elite maschile ai mondiali di Imola 2020 Il percorso pianeggiante di andata e ritorno ha visto una gara veloce in condizioni ventose. Max Walscheid e poi Edoardo Affini sono stati tra i primi piloti a trascorrere almeno un po 'di tempo sulla sedia dei leader prima che Thomas tagliasse il traguardo quasi un minuto più veloce del primo, prendendo il comando provvisorio. Il tempo del campione del Tour de France 2018 ha resistito aggli attacchi di molti talentuosi corridori prima che Van Aert finisse 11 secondi più veloce dopo una fantastica seconda metà della sua corsa. Il belga non ha però mantenuto la testa, poiché Ganna ha accelerato essendo più veloce anche all'intermedio. Küng è arrivato al traguardo solo tre secondi èiù di Van Aert, e poi Tom Dumoulin è arrivato un po' più staccato al giro di boa - per essersi attardato per una perdita di equilibrio in una curva - ma Ganna ha tagliato il traguardo 27 secondi più veloce di Van Aert assumendo il comando provvisorio. Dopo Ganna, solo Dennis era rimasto in corsa. Sebbene il campione in carica fosse il secondo pilota più veloce all'intermedio, non è riuscito a recuperare terreno nella seconda metà della sua corsa e ha raggiunto il traguardo con 40 secondi di ritardo. La vittoria di Ganna segna il primo titolo italiano in assoluto nella cronometro maschile élite e una prima medaglia d'oro per l'Italia in un evento élite maschile da quando Alessandro Ballan vinse nel 2008. Top 10 1 GANNA Filippo (Italy) 35:54 2 VAN AERT Wout (Belgium) 0:26 3 KÜNG Stefan (Switzerland) 0:29 4 THOMAS Geraint (Great Britain) 0:37 5 DENNIS Rohan (Australia) 0:39 6 ASGREEN Kasper (Denmark) 0:47 7 CAVAGNA Rémi (France) 0:48 8 CAMPENAERTS Victor (Belgium) 0:52 9 DOWSETT Alex (Great Britain) 1:06 10 DUMOULIN Tom (Netherlands) 1:14 Biografia Sportiva di Filippo Ganna Ma chi è l'atleta Filippo Ganna? Su Eureka.Bike vogliamo ricostruire per voi la carriera fino ad oggi di questo giovane e vincente corridore. Filippo Ganna è nato a Verbania, il 25 luglio 1996 ed è un pistard e ciclista su strada italiano che corre per il team Ineos Grenadiers. Su pista si è laureato campione del mondo dell'inseguimento individuale nel 2016, nel 2018, nel 2019 e nel 2020. Professionista su strada dal 2017, nel 2019 è stato campione nazionale a cronometro e medaglia di bronzo mondiale di specialità. Nel 2020, si è appena laurea campione mondiale a cronometro su strada a Imola. Gli esordi 2011-2012 Filippo gareggia nella categoria Allievi con il Pedale Ossolano dal 2011 al 2012, ottenendo ben 20 vittorie. 2013-2014 Nel 2013 debutta tra gli Juniores con la Castanese Verbania, di Alberto Donini e Terenzio Baronchelli, cogliendo 6 successi, cinque dei quali a cronometro; l'anno dopo vince invece sette gare su strada, fra cui il titolo nazionale contro il tempo e la Chrono des Nations di categoria, e il titolo di campione nazionale Juniores di inseguimento individuale. 2015 Nel 2015 fa il suo esordio tra gli Under-23 con la Viris Maserati-Sisal Matchpoint di Vigevano: in stagione si aggiudica tre corse, tra cui la Chrono Champenois a Bethény[1]. Nella seconda parte di stagione gareggia come stagista per la Lampre-Merida, formazione World Tour diretta da Giuseppe Saronni, partecipando anche alla cronometro Under-23 dei campionati del mondo di Richmond. 2016 Nel 2016, gareggiando con il Team Colpack, si aggiudica il Grand Prix Laguna Poreč, competizione valida per l'UCI Europe Tour. Convocato per i campionati del mondo su pista a Londra stabilisce in qualificazione il nuovo record italiano nell'inseguimento individuale (4'16"127) e riesce poi ad aggiudicarsi il titolo mondiale di specialità superando in finale il tedesco Domenic Weinstein con il tempo di 4'16"141. Nella stessa rassegna iridata conclude quarto nell'inseguimento a squadre con il quartetto della Nazionale. In seguito conquista la Paris-Roubaix Espoirs, primo italiano a riuscirci nella storia della corsa. In luglio vince il titolo europeo di inseguimento individuale Under-23 con il tempo di 4'14"165, migliorando ulteriormente il record italiano, e conquista la medaglia d'argento nell'inseguimento a squadre Under-23 stabilendo un altro primato nazionale. In agosto partecipa per la prima volta ai Giochi olimpici, a Rio de Janeiro, ottenendo il sesto posto finale nell'inseguimento a squadre con il quartetto azzurro completato da Simone Consonni, Francesco Lamon e Michele Scartezzini. In settembre ai campionati europei su strada Under-23 si piazza quindi secondo a cronometro, a 30" del tedesco Lennard Kämna, sulla distanza di 25,4km; nella prova in linea, con arrivo sullo strappo di Plumelec, si classifica invece sesto nella volata vinta da Aljaksandr Rabušėnka. Carriera da Pro' 2017 Passa professionista nel 2017 con la UAE Team Emirates, formazione World Tour emiratina (ex Lampre-Merida). In marzo debutta nelle classiche del Nord, alla Gand-Wevelgem, ma è costretto a ritirarsi a causa di una caduta. Ristabilitosi per i campionati del mondo su pista di Hong Kong, a metà aprile, nella rassegna iridata vince prima il bronzo con il quartetto dell'inseguimento a squadre (completato da Simone Consonni, Francesco Lamon e Liam Bertazzo) e poi la medaglia d'argento nell'inseguimento individuale, battuto in finale dall'australiano Jordan Kerby. Rientrato alle corse su strada in maggio, conclude quinto nella cronometro del Tour of California e poi nono nella prova a cronometro Elite dei campionati europei di Herning. Conclusa la stagione su strada, torna in pista e nei primi giorni di novembre ottiene un importante conferma, vincendo con i compagni della Nazionale la prova inseguimento a squadre della tappa di Coppa del mondo di Pruszków. 2018 Tornato alla strada, nel gennaio 2018 si presenta in ottima forma alla Vuelta a San Juan in Argentina. Dopo essersi classificato quarto sullo strappo finale che caratterizza la seconda tappa, si classifica secondo nella terza frazione, una cronometro individuale di 14,4 km. Grazie a questi piazzamenti veste per la prima volta in carriera la maglia di capoclassifica di una corsa a tappe. Perde la maglia di capoclassifica al termine della quinta tappa, un arrivo in salita, in favore di Gonzalo Najar, retrocedendo al terzo posto della generale: conclude così la corsa al terzo posto della classifica, suo primo podio in una corsa a tappe professionistica, vincendo anche la classifica di miglior giovane. Poche settimane dopo, ai campionati del mondo su pista di Apeldoorn, conquista il bronzo nell'inseguimento a squadre, realizzando anche il nuovo record italiano. Nell'inseguimento individuale conquista quindi il suo secondo titolo mondiale battendo il portoghese Ivo Oliveira e realizzando il nuovo record italiano (4'13"622 nella semifinale, 4'13"607 in finale). Successivamente debutta al Giro delle Fiandre, ritirandosi dopo essere stato a lungo in fuga, e alla Parigi-Roubaix che conclude fuori tempo massimo. Al Campionato italiano a cronometro arriva secondo, dietro Gianni Moscon. 2019 Per la stagione 2019 entra a far parte del Team Sky. Ottiene il primo successo da professionista, al debutto con la nuova squadra, imponendosi nella prima tappa del Tour de la Provence, una cronometro individuale di 8,9 km. In marzo si aggiudica il suo terzo titolo mondiale nell'inseguimento individuale, battendo in finale, come già nel 2016, il tedesco Domenic Weinstein. In giugno partecipa ai campionati nazionali a cronometro, sul tracciato di Bedonia: diventa campione nazionale della specialità, precedendo di 52 centesimi di secondo Alberto Bettiol. Il 25 settembre 2019 si aggiudica la medaglia di bronzo nella cronometro individuale al mondiale su strada nello Yorkshire. 2020 Nel febbraio 2020 a Berlino si laurea campione del mondo nell'inseguimento individuale per la quarta volta, stabilendo nelle qualificazioni il record del mondo di 4'01"934 (il precedente primato, 4'02"647, fissato in Coppa del mondo nel novembre 2019, già gli apparteneva); nella stessa rassegna iridata è anche medaglia di bronzo dell'inseguimento a squadre. A settembre 2020, a Imola, si laurea campione mondiale a cronometro su strada coprendo i 31,7 km del percorso a quasi 53 km/h di media oraria, battendo il belga Wout Van Aert e lo svizzero Stefan Küng, rispettivamente al secondo e terzo gradino del podio.
Con il suo nuovo ammortizzatore Mod, Formula volge per la prima volta l'attenzione al retrotreno delle bici ammortizzate. Tuttavia, non sono di primo pelo in tema di sospensioni. In FOrmula hanno infatti esperienza nella progettazione e produzione di ammortizzatori da motocross ed enduro sin dal 1993. Funzione, dettagli e caratteristiche Il Mod è un ammortizzatore a molla elicoidale che utilizza un design monotubo. Il mono tubo, o tubo singolo, è quello che vediamo all'esterno con il collare filettato a molla. All'estremità dell'asta dell'ammortizzatore si trova il pistone principale che si muove avanti e indietro all'interno del tubo esterno, che è pieno di olio, scorrendo attraverso di esso per controllare la compressione e il ritorno dell'ammortizzatore. Il design monotubo significa che la stragrande maggioranza della forza di smorzamento viene generata dal pistone principale e dalle valvole su di esso. Formula venderà l'ammortizzatore messo a punto specificatamente per la bici su cui sarà montato. All'interno è presente un pistone da 30mm di diametro che consente, insieme a un maggior numero di passaggi dell'olio, di aumentare il flusso dell'olio all'interno dell'ammortizzatore per una migliore gestione del calore e quindi per una maggiore costanza nelle prestazioni. La compressione e il ritorno a bassa velocità sono regolabili esternamente con la ghiera rossa del ritorno sull'occhiello dell'ammortizzatore e con la ghiera di compressione sull'estremità del serbatoio. C'è anche una leva di blocco per aumentare la rigidezza complessiva dell'ammortizzatore in salita. All'interno del serbatoio è presente una camera d'aria espandibile che separa l'olio dall'aria all'interno del volume del serbatoio, poiché quando l'ammortizzatore si comprime è necessaria una compensazione per il volume dell'asta dell'ammortizzatore. Formula afferma che il design della camera d'aria offre meno attrito rispetto a un IFP standard, o pistone flottante interno, a causa della riduzione delle parti mobili. Situato all'estremità dell'albero dell'ammortizzatore si trova il tampone di fondocorsa, che è stato accuratamente progettato nella forma e nel materiale per aiutare a gestire l'energia nell'ultima parte della corsa. Spesso trascurato, il tampone inferiore è dannatamente importante per le prestazioni del tuo ammortizzatore e non solo per fermare il contatto tra metallo e metallo. Formula ha affermato che mentre avrebbero potuto optare per un colore del tampone meno visibile, gli ingegneri hanno detto che se volevano le giuste prestazioni, il colore sabbia e il suo materiale associato erano l'unica opzione per ottenerlo. Adattabilità grazie al sistema CTS Mentre l'olio si sposta dal corpo dell'ammortizzatore principale al serbatoio durante l'uso, anche il gruppo valvolare sulla parte alta del mono genera lo smorzamento, ed è il luogo in cui troviamo uno dei punti di forza unici di Formula - Compression Tuning System (CTS). Visto per la prima volta sulle loro forcelle, è un gruppo intercambiabile che può cambiare la sensazione dell'ammortizzatore. Forse questo è un sistema ispirato ai veri design degli ammortizzatori a doppio tubo, in cui tutto lo smorzamento è stato generato da queste valvole accessibili dall'esterno, dando ai piloti o agli ingegneri la possibilità di regolare le prestazioni del veicolo rapidamente e facilmente in una situazione di gara. Ma l'essenza è la stessa con il sistema CTS e consente al rider o al meccanico di sostituire il piccolo assieme con una delle tre seguenti opzioni. L'oro è l'impostazione più morbida ed è per i rider più leggeri o per coloro che cercano una configurazione delle sospensioni più morbida del solito. L'arancione è per i rider più aggressivi che cercano più supporto, e il verde è per i rider più pesanti o con uno stile di guida molto aggressivo che vogliono un maggiore supporto durante tutta la corsa. Il pensiero di aprire il tuo ammortizzatore per sostituire il CTS potrebbe essere scoraggiante, ma in realtà è molto facile: è un gioco da ragazzi per chiunque abbia un'idea sulla meccanica di base delle biciclette, ed è anche sorprendentemente semplicemente per le persone che non sono così sicure in officina. La capacità per l'utente di cambiare l'intera sensazione del proprio ammortizzatore, e anche della loro forcella Formula, offre un bel vantaggio rispetto alla concorrenza sia per color ai quali piace sperimentare, sia per i meccanici che possono offrire il servizio a loro clienti Formula. Opzioni, prezzo e disponibilità Il Mod è disponibile nelle seguenti varianti: 210 x 55 mm (lunghezza occhiello standard) 230 x 65 mm (lunghezza occhiello standard) 185 x 55 mm (lunghezza montaggio su perno) 205 x 65 mm (lunghezza montaggio su perno). Le molle sono disponibili da 300 a 600 in incrementi di 50libbre nei colori ultravioletto e titanio. L'hardware per il Mod è disponibile in diametro 8mm con larghezze 20, 22, 25, 30, 35 e 40mm e diametro 10 mm con larghezze 22, 25 e 30mm. Ha un prezzo al dettaglio di 699,00€ comprensivo di ammortizzatore Mod, tre valvole CTS e una pompa per l'ammortizzatore. Disponibile da subito per il preordine con spedizione a partire dal 2 novembre 2020. Fonte: Pink Bike
La gara del campionato EWS Vittoria a Pietra Ligure 2020 rimarrà nei libri soprattutto per due cose: il ritorno dell'epica gara in giornata unica e i francesi che si riguadagnano la reputazione di forza dominante ai massimi liveli del MTB enduro. La gara non ha fatto mancare capovolgimenti e colpi di scena durante la giornata. Nella gara maschile c'è stata meno decisione: Adrien Dailly (Lapierre Zipp Collective) ha vinto la prima speciale, ma è stato Jesse Melamed (Rocky Mountain Race Face Enduro Team) a vincere la seconda prova cronometrata della giornata. Rhys Verner (Kona Factory Racing) si è aggiudicato la Queen Stage (la PS più lunga), ma a questo punto Dailly era in testa alla gara e ci sarebbe rimasto fino alla fine. Così il francese ha concluso la giornata con un impressionante vantaggio di 20 secondi sul suo rivale più vicino, Florian Nicolai (Trek Factory Racing), che ha concluso in seconda piazza. Jack Moir (Canyon Collective) chiude il terzetto di resta e si aggiudica per la prima volta un podio EWS. Karim Amour ha portato a casa la vittoria nella categoria Master Men, seguito da Cedric Ravanel (Commencal Enduro Team) al secondo psoto e da Bruno Zanchi (Team Fridstas Mondraker) al terzo. Nella categoria femminile Isabeau Courduier (Lapierre Zipp Collective) si è schierata alla partenza come la netta favorita, nonostante soffrisse ancora di un piccolo infortunio alla caviglia che si era procuratauna settimana prima. Dopo la sua perfetta stagione 2019 e la sua vittoria a Zermatt il mese scorso, non ci sarebbe stato da meravigliarsi se avesse portato a casa un bottino pieno anche in Italia. La sua gara è iniziata bene, vincendo le prime due tappe della giornata, ma una volta che la collega francese Melanie Pugin ha conquistato l'importante Queen Stage, la terza tappa, il destino della gara è cambiato. La Pugin, reduce dalla vittoria nella gara EWS-E a Zermatt il mese scorso, ha preso il controllo della gara da qui in avanti e ha continuato a vincere le due prove speciali successive in modo decisivo. La serie di vittorie consecutive della Courdurier ha avuto termine, ma Isabeau è comunque riuscita a salire sul podio con un secondo posto di tutto rispetto. Morgane Charre (Pivot Factory Racing) si è comportata anch'ssa come ci si aspettava, conquistando il terzo posto e rendendo il podio femminile in affare tutto francese. Negli U21 Men Antoine Vidal (Commencal Enduro Team) ha aggiunto un'altra vittoria al suo crescente elenco di prime posizioni, con Brady Stone (Theory Global Enduro Team) al secondo e Jamie Edmondson, dal Regno Unito, al terzo. Hattie Harnden (Trek Factory Racing) ha vinto l'U21 Women proprio come nell'ultimo round in Svizzera, con l'italiana Sophie Riva seconda. Nella competizione a squadre la Pivot Factory Racing è stata la squadra del giorno, seguita da Lapierre Zipp Collective al secondo posto e Rocky Mountain Race Enduro al terzo. Senza punti complessivi individuali in palio quest'anno, queste sono le uniche squadre a lottare per la classifica della serie EWS, e la sua Pivot Factory Racing che ancora una volta è in testa alla classifica. La squadra Rocky Mountain Race Face Enduro Team è seconda e la Trek Factory Racing terza. La Enduro World Series si sposta ora a pochi chilometri lungo la costa per l'ultima gara dell'anno, il Bluegrass EWS Finale che si terrà sabato 26 settembre. Segui questo link dei video highlights del round 2 dell'EWS 2020 a Pietra Ligure, Italia: Classifica (primi 25 della categoria Men): 1 Adrien Dailly FRA Lapierre Zipp Collective 00:21:30.49 2 Florian Nicolai FRA Trek Factory Racing +00:20.58 3 Jack Moir AUS Canyon Collective +00:22.64 4 Dimitri Tordo FRA Canyon Collective +00:22.79 5 Edward Masters AUS Pivot Factory Racing +00:27.16 6 Kevin Miquel FRA Sunn Enduro Factory Team +00:30.51 7 Jesse Melamed CAN Rocky Mountain Race Face +00:39.04 8 Youn Deniaud FRA Giant Factory Off-Road +00:43.47 9 Guillaume Larbeyou FRA - +00:44.98 10 Louis Jeandel FRA - +00:45.57 11 Rhys Verner CAN Kona Factory Team +00:46.34 12 Damien Oton FRA Orbea FOX Enduro Team +00:47.93 13 Theo Galy FRA Sunn Enduro Factory Team +00:55.95 14 Charles Murray AUS Pivot Factory Racing +00:56.48 15 Patrick Luthi SUI - +00:56.66 16 Elliott Heap GBR Chain Reaction Cycles +00:59.51 17 Cole Lucas AUS Ibis Enduro Team +01:03.7 18 Marcello Pesenti ITA - +01:04.2 19 Gregory Callaghan IRE Unior Devinci Factory Racing +01:06.77 20 Joseph Nation AUS - +01:07.6 21 Mirco Vendemmia ITA - +01:13.34 22 Tim Bratschi SUI - +01:13.79 23 Thomas Lapeyrie FRA - +01:14.16 24 Baptiste Gaillot FRA - +01:14.81 25 Bernard Kerr GBR Pivot Factory Racing +01:16.12 Per i risultati completi, segui questo link. Fonte: Enduro World Series Official Website
Il Tour de France è senza dubbio la competizione ciclistica più riconosciuta e prestigiosa al mondo. E il giovane sloveno di 22 anni Tadej Pogačar la ha appena vinta inaspettatamente con una prestazione incredibile. Conosciuto anche come "Le Grande Boucle" o "Le Tour", il Tour de France è una competizione ciclistica che si tiene in Francia ogni anno (a volte nei paesi limitrofi) e si svolge in 21 tappe con un percorso che copre circa 3.500 chilometri. Il Tour de France è suddiviso in 21 tappe: nove tappe pianeggianti, tre tappe collinari, sette tappe di montagna (di cui cinque arrivi in vetta), due prove a cronometro individuali e due giorni di riposo. Una tappa viene copre circa 225 chilometri e richiede circa cinque ore e mezza per essere completata. Ogni tappa ha un vincitore e il ciclista che completa il maggior numero di tappe nel minor tempo possibile vince il titolo assoluto. Questa è la Coppa del Mondo, il Super Bowl e la Stanley Cup delle corse in bicicletta. I ciclisti di tutto il mondo si riuniscono in Francia per competere per la possibilità di vincere il prestigioso trofeo del Tour de France e un premio in denaro di 450.000 Euro. Questo sport coinvolge 3,5 miliardi di telespettatori e oltre 12 milioni di spettatori all'anno. È uno spettacolo emozionante ed è completamente gratuito. Ma come ha potuto Tadej Pogačar raggiungere un così grande risultato in così giovane età? Proviamo a capirlo dando uno sguardo alla sua carriera. All'età di 9 anni Tadej ha cambiato la sua maglia da calcio con una maglia adeguata alla sua bici da corsa. Pogačar si è unito a suo fratello Tilen al club ciclistico Rog Ljubljana. Il talento del giovane sloveno si è mostrato subito e non è servito molto tempo a Tadej per cominciare a vincere le gare. Più Tadej cresceva, più iniziò a stupire con le sue prestazioni. La federazione ciclistica slovena se ne è accorta in fretta e, da quando Tadej Pogačar è entrato nei ranghi junior all'età di 16 anni, è stato sempre selezionato per correre per la squadra nazionale. Nel 2015 ha corso al Course de la Paix, la sua prima grande corsa a tappe e una delle più grandi gare juniores del mondo. Tadej ha fatto molto bene finendo 8° in classifica generale e 2° nella classifica giovani (dietro Brandon McNulty). Un anno dopo, nella stessa gara, Pogačar ha ottenuto la sua prima grande vittoria internazionale giovanile. Ha vinto una tappa con arrivo collinare in salita. Non sarebbe stato l'unico successo internazionale per lui quell'anno, visto che è riuscito a vincere anche la finale del GC del Giro della Lunigiana e finire sul podio in tutte e tre le tappe di quella gara. Per la stagione 2017 Tadej ha firmato un accordo con la squadra continentale locale ROG - Lubiana. Il giovane sloveno ha dimostrato di non avere problemi nel passaggio dalla categoria U19 a quella U23 e si è trovato in posizioni di spicco in quasi tutte le gare disputate. La più grande prestazione dell'anno è stata nel suo paese d'origine, dove ha corso la sua primissima gara professionistica, il Giro di Slovenia. La gara è stata vinta dal vincitore della tappa del Tour de France e della classifica di montagna Rafael Majka. Tuttavia Pogačar ha sorpreso molti, compreso sé stesso, portandosi al quinto posto nella classifica finale di classifica, niente male per un 18enne alla sua prima gara professionistica! Nella stagione 2018 Tadej non solo ha confermato il suo talento, ma ha chiaramente fatto un altro grande passo nella sua progressione verso la vetta. Nel Grand Prix Priessnitz, la gara che vinse da junior (course de la Paix), ora ha ottenuto la sua prima vittoria internazionale come U23. Nella fase finale della gara, Tadej ha fatto un enorme sforzo da solo per vincere con un minuto di margine che gli è valso anche la vittoria assoluta. Una settimana dopo Pogačar è entrato nella nazionale slovena a cronometro tra i professionisti ed è riuscito a finire 2° dietro a Tratnik, che solo l'anno prima è arrivato 10° ai Campionati del Mondo ITT. Pochi giorni dopo è stata la volta del Giro di Slovenia, un grande obiettivo per Tadej. Tadej ha lottato contro Roglic e Uran (che l'anno prima era arrivato 2° al Tour de France) ed è riuscito a scalare una posizione rispetto all'anno precedente, concludendo 4° assoluto. Il Team UAE ha visto quanto stava correndo bene e nel luglio del 2018 Tadej ha firmato il suo primo contratto professionale in quanto si sarebbe unito al World Tour all'inizio del 2019. Ma il momento clou del 2018 doveva ancora arrivare, poiché alla fine dell'anno Pogačar ha gareggiato nel Tour de l'Avenir. Una gara conosciuta come Tour de France per i corridori di età inferiore ai 23 anni. La maggior parte dei corridori che fanno bene qui hanno un futuro molto brillante davanti a sé. Tadej che puntava alla top 5 in classifica generale, ha vinto la gara grazie alla sua costanza e ha concluso quasi 1 minuto e mezzo davanti al suo avversario più vicino. Il debutto di Tadej per il team UAE è arrivato all'inizio del 2019 mentre correva al Tour Down Under in Australia. Ha fatto bene aiutando il suo leader Ulissi, ma è anche riuscito a finire al 15° posto, il che ha dimostrato ancora una volta che Tadej non ha avuto alcun problema con il passaggio a un livello superiore. Il suo debutto europeo per il team UAE, è arrivato un mese dopo nella Volta ao Algarve una corsa a tappe in Portogallo. Nella seconda tappa i corridori hanno affrontato un arrivo in salita e sorprendentemente Tadej ha vinto davanti a Wout Poels del Team Sky. Il giorno dopo Tadej ha esteso il suo vantaggio finendo 5° nella ITT, finendo dietro soltanto ad alcuni specialisti ITT. La gara si è conclusa con un altro arrivo in vetta e pur avendo subito mlti attacchi, Tadej è riuscito a portare a casa la vittoria finale. Con un inizio di stagione brillante, Pogačar ha mostrato costanza per tutta la stagione e non molto dopo la sua vittoria in Portogallo sarebbe arrivato 6° nella gara Itzulia Paesi Baschi, una corsa a tappe con molta storia e con una griglia di partenza piena di stelle del ciclismo. Un mese dopo Tadej avrebbe vinto la sua prima gara del World Tour, conquistando la tappa regina e la vittoria finale dell'Amgen Tour of California. Ha continuato la sua grande stagione conquistando il suo primo titolo nazionale professionistico battendo Mohoric e Tratnik nelle nazionali ITT. A causa delle sue grandi perfromance durante tutto l'anno, il team ha deciso che il 20enne Tadej avrebbe potuto fare il suo debutto in un Grand Tour. Era il corridore più giovane in gara (più di un anno più giovane del 2° più giovane), ma ancora una volta ha sorpreso se stesso e il mondo. La gara si sarebbe trasformata nel momento clou della sua carriera (fino ad allora) poiché è riuscito a vincere tre tappe e finire sul podio generale. È arrivato terzo dietro al suo connazionale Primoz Roglic e alla leggenda Alejandro Valverde. Tadej ha alzato il livello nel 2019, ma è riuscito a superare se stesso di nuovo nel 2020. Lo ha fatto ottenendo la vittoria più grande di tutte, la vittoria finale al Tour de France! Lo ha fatto anche con stile, visto che non solo è arrivato primo nella classifica finale assoluta. Lungo il percorso ha conquistato anche tre tappe, la classifica dei gran premi della montagna e la classifica dei giovani. È stata una vittoria inaspettata, Tadej è andato alla cronometro finale 57 secondi dietro lo specialista ITT Primoz Roglic. Pogačar ha corso la migliore cronometro della sua vita e ha surclassato tutti. Ha vinto la cronometro e ha vinto il Tour de France per 59 secondi davanti (finale GC) a Roglic. Prima dell'ultima tappa a cronometro al Tour de France 2020, Tadej è riuscito a rimanere assolutamente concentrato sul suo obiettivo e ha mostrato un'eccezionale capacità di gestire la pressione psicologica poco prima di gareggiare contro un corridore più esperto come Primoz Roglic. Ecco un bel video documentario dell'ultima tappa del Tour 2020 della Francia vinto da Tadej: Fonte: Tadej Pogacar official website
La prima occasione per capire dove sta andando l’industria della bicicletta si è presentata in Italia gli scorsi 11, 12 e 13 settembre a Rimini. Nella famosa località balneare si è infatti svolta un’edizione davvero speciale dell’Italian Bike Festival, la fiera, o meglio il festival, dedicato alle novità dell’industria “ciclo”. A tutti gli effetti quello di Rimini è stato il primo evento espositivo di questo sfortunato 2020 segnato dal Covid e dal distanziamento sociale. L’italian Bike Festival si è confermato non solo un format azzeccato in generale come evento dedicato sia al pubblico sia agli addetti ai lavori, ma anche con un evento davvero perfetto per alimentare la passione per il mondo della bici e il per il suo lifestyle, anche in questi tempi difficili. All'Italian bike Festival si respirava un'aria serena, nonostante tutto. La classica aria di fine estate in una delle cittadine che sono l'icona del benessere e del divertimento spensierato in Italia e in Europa. Rimini si è rivelata il miglior luogo dove organizzare un evento come il Bike Festival, non solo dal punto di vista logistico, ma anche da quello del mood, cosa tutt'altro che trascurabile e non scontata in questo periodo. Organizzatori, espositori e partecipanti sono stati molto attenti al rispetto delle norme Covid e, se da un alto era strano vedere tutti con le mascherine e flaconi di disinfettante per le mani in ogni angolo, il clima della riviera ha aiutato non poco a lenire questi disagi, dando di sicuro una mano a tutti nel vivere un evento con il giusto mood, anche in questo periodo. La formula con ingresso libero, gli stand all’aperto e la possibilità di provare le biciclette (ma in realtà le regole del momento hanno imposto ai tester di provare i nuovi modelli solo nella apposita Off Road Arena attrezzata all’interno dell’area fieristica) si sono rivelate soluzioni quanto mai indovinate ed hanno portato nella città romagnola un bel po’ di gente, compresi noi addetti ai lavori della stampa specializzata che lì in Romagna ci siamo fatti un’idea chiara di cosa dove l’industria e il mercato bici stanno andando. Dal punto di vista dei contenuti qui di seguito riportiamo le principali novità viste a Rimini. Gravel Commercialmente parlando in Italia gli ultimi dodici mesi hanno visto letteralmente esplodere ilsegmento delle biciclette da gravel. I grandi, ma anche i piccoli marchi, stanno per questo investendo sempre di più in questo tipo di bici, diversificando un’offerta prodotto che si fa sempre più ricca ed eterogenea. La maggior parte dei consumatori si indirizza verso gravel bike capaci soprattutto sui terreni in fuoristrada. Telai con uno spazio sempre maggiore concesso alle gomme, geometrie sempre più comode e se non bastasse biciclette che si attrezzano non solo con una forcella anteriore ammortizzata, ma in certi casi anche con sistemi di sospensione posteriore, danno a queste più recenti gravel bike connotazione e caratteristiche che non le fanno sfigurare su terreni fino a ieri appannaggio delle sole mtb. Esemplare in questo senso è la Cannondale Topston Carbon Lefty, lei e la sua forcella anteriore capace di 30 millimetri di escursione, lei e il suo carro posteriore in grado di flettere quando la bici transita sulle asperità dei sentieri o del sottobosco. Scopri tutte le novità 2021 di Cannodale sull nostra pagina brand dedicata al marchio americano. Sulla stessa linea anche l’italiana Basso, che proprio a Rimini ha ufficializzato la nuovissima Tera: più o meno come accade per la Topstone Carbon Lefty anche la Basso Tera ha un carro posteriore in grado di assorbire le vibrazioni del terreno grazie ad un punto di snodo posizionato sul tubo verticale. E-road bike In ambito “elettrico” degne di nota sono le novità che due importanti marchi hanno presentato rispetto al segmento attualmente più controverso dell’industria ciclistica, quello delle e-road bike, cioè delle vere bici da corsa ma con assistenza elettrica. A Rimini Wilier Triestina ha svelato la Hybrid, ovvero la versione con telaio in alluminio e prezzo più accessibile di un modello che, nella più costosa variante in carbonio, era stata introdotta un anno fa, con la Cento10 Hybrid. Da parte sua la svizzera Scott ha presentato la Addict eRide, una e-road bike che fa notizia perché con batteria e motore (incluso nel mozzo) ferma l’ago della bilancia a soli 10.25 chili! Più che le caratteristiche tecniche in sé, novità del genere fanno parlare e discutere in merito all’effettiva utilità che l’assistenza elettrica ha sulla tipologia di bici che più di ogni altra ha una vocazione, una storia e soprattutto una tipologia di utilizzo decisamente più votate al “muscolare” che all’“assistito”. Perplessità del genere in realtà si scontrano con le intenzioni della grande industria, che evidentemente in questo nuovo segmento crede e sta investendo. Sarà il tempo a dire se tutto questo abbia davvero un senso oppure se sarà stato una semplice moda passeggera… Una nuova generazione di motori da MTB Se c’è un settore dove invece l’assistenza elettrica ha davvero centrato nel segno, questo è il mondo della mountain bike, dove ormai da anni le vendite di eMTB hanno surclassato quelle delle mtb muscolari (almeno nel segmento di media e alta gamma). Non a caso proprio nelle unità motore destinate al fuoristrada si registra un grande fermento tecnico da parte dei produttori; uno di questi è Shimano, che con il suo nuovo motore per eMTB Shimano EP8 ha introdotto un motore specifico e ad alte prestazioni, con caratteristiche tenciche di grande rilievo. L’EP8 è più leggero (2.6 Kg) e più compatto del suo predecessore, il Shimano step E800, ha una maggiore potenza di coppia (fino ad 85 Nm), ma soprattutto ha un’architettura e una gestione progettati per non snaturare l’approccio al vero mountain biking. «Anche se assistita – dicono i responsabili Shimano – la bicicletta deve rimanere una bicicletta». E questo vale ancora di più nella mtb dove un motore troppo esuberante può finire solo per essere controproducente, perché ti “trascina” nei passaggi tecnici e rischia di farti perdere l’equilibrio. Il nuovo EP8 risponde con caratteristiche dimensionali identiche a quelle della normale guarnitura da MTB muscolare e la sua assistenza è di tipo estremamente progressivo. Tiene conto, infatti, dei pignoni che in quel momento si stanno utilizzando e inoltre permette anche di personalizzare l’erogazione dell’assistenza sia attraverso i livelli disponibili sia attraverso la possibilità di impostare due diversi profili di riding, ad esempio in base al percorso che quel si sta affrontando. Ritorno alla leggerezza A Rimini è stato Mario Cipollini in persona a svelare per la prima volta al pubblico la Cipollini Dolomia, modello super leggero del marchio che porta il suo nome: la Dolomia è un modello che da della leggerezza estrema suo il punto di forza. Questa bici, lei e i suoi 780 grammi per un telaio in taglia L, più che altro fanno notizia perché rimettono al centro dell’attenzione la riduzione di peso dopo molte stagioni in cui il requisito più ricercato dai produttori era stata l’aerodinamica, la capacità del mezzo di fendere l’aria. La Dolomia non è certo la bici più leggera la mondo, ma il fatto che metta la riduzione di peso in cima alle sue priorità assolute fa notizia e siamo sicuri che a breve, dopo di lei arriveranno altri modelli “piuma”, perfetti per gli scalatori e per i corridori leggeri. Mario Cipollini, tuttavia garantisce che questa bicicletta leggerissima si comporta egregiamente anche in discesa e negli sprint. Avendola sviluppata e testata personalmente, Mario tiene a precisare che la Dolomia sopporta alla perfezione anche la massa (e la potenza) di un corridore del suo calibro, risultando sempre stabile e dando la fiducia che serve in ogni situazione, anche quando viene messa alla frusta dai 90kg di potenza dell'ex campione e leggenda del ciclismo italiano. Questo risultato è stato ottenuto soprattutto grazie ad un processo costruttivo del telaio che, a differenza della maggior parte dei competitor, viene realizzato in un unico pezzo. Questa tecnologia prevede l'utilizzo di autoclave e stampi di massima precisone, ma soprattutto un apporto artigianale al prodotto che soltanto il 100% made in Italy può garantire. Le fibre di carbonio sono infatti stese con tale precisione, anche nei punti critici, che la verniciatura dei telai Cipollini lascia appositamente a vista queste che solitamente sono considerate zone da nascondere con adesivi e grafiche per gli altri produttori. Il video teaser della Cipollini Dolomia 2021 qui sotto: Fonte: Viaggi in Bici
I risultati e lo stile di Fabio Wibmer rappresentano il motto di Magura #whostopsyou come nessun altro: supera i tuoi limiti, padroneggia nuove sfide e non lasciare che nulla ti impedisca di raggiungere i tuoi obiettivi, nemmeno molti tentativi falliti. Un freno Magura ti fermerà sempre in sicurezza quando conta davvero. Insieme a Magura, Fabio ha selezionato questo componente fondamentale della sua bicicletta e ha scelto la linea MT5 per le sue acrobazie. Per sottolineare questa scelta, Magura ha deciso di dedicare una Signature Series a Fabio Wibmer, uno dei pochi rider leggendari che incarna lo spirito di spingersi oltre i limiti e i limiti della mountain bike. Il freno Magura MT5 Fabio Wibmer Signature è stato costruito secondo i desideri di Fabio e grazie alla collaudata pinza Magura a 4 pistoncini, offre un'enorme potenza frenante e il massimo grado di modulazione, dando a Fabio il miglior controllo possibile a portata di dita. Questa è la base ottimale per creare la fiducia in sé stessi e per affinare le sue eccezionali capacità. Ottimizzato per lo Street Trial, il Bikepark e per il trail riding in MTB. Qui sotto trovi il video pubblicato da Magura per celebrare questo prodotto particolare. Fonte: www.magura.com
Trek ha finalmente presentato la Trek Slash 9.9 2021 con più corsa, una geometria aggiornata e un pratico vano portaoggetti. La Trek Slash ha suscitato molto scalpore quando è stata lanciata nel 2016 e ha svolto un ruolo chiave nel definire la categoria delle bici da enduro da 29. Quasi nessuna bici è stata così popolare nella scena come la 29er che la precedeva. Questo modello 2021 sarà il nuovo punto di riferimento? Panoramica veloce Gli aggiornamenti più importanti della Trek Slash 2021 sono: Corsa delle sospensioni aumentata di 10 mm; ora 170 mm all'anteriore e 160 mm al posteriore; Anche la geometria è stata profondamente rivista: il reach è più lungo, l'angolo del tubo sella è quasi 2 gradi più ripido e l'angolo sterzo è più aperto (ora 64,1 °). Il movimento centrale è stato abbassato di ulteriori 6 mm, pur avendo più escursione, portando l'abbassamento del movimento centrale a 29 mm; Come per la Fuel EX, il marchio americano ha dotato la Slash di un vano portaoggetti nel tubo obliquo sia per il telaio in carbonio sia per quello in alluminio; Nuovo ammortizzatore Thru Shaft Super Deluxe appositamente realizzato da RockShox; Trek ha anche migliorato molti dettagli dello Slash mettendo un Knock Block rivisto che non limita così tanto lo sterzo, un movimento centrale filettato e protezioni per il telaio più grandi; Inoltre, il nuovo Trek Slash è dotato di un reggisella telescopico da 34,9 mm che offre fino a 200 mm di corsa. Telaio Come il suo predecessore, il nuovo Trek Slash è disponibile nella versione in alluminio o carbonio. La cinematica e la geometria di entrambe le versioni sono identiche. Trek è anche la prima azienda a integrare il pratico vano portaoggetti nel tubo obliquo su un telaio in alluminio: fantastico! Anche il cinematismo posteriore ruota attorno all'asse posteriore come nei modelli precedenti. Pertanto, la sospensione posteriore dovrebbe rimanere attiva durante la frenata. Trek continua anche a fare affidamento sul loro cosiddetto Mino-Link sul nuovo modello, che consente di regolare la geometria di circa 0,5 ° e l'altezza del movimento centrale di 6 mm. La tecnologia Thru Shaft sull'ammortizzatore si è già dimostrata valida sul predecessore. Crea meno attriti interni grazie all'albero continuo e alla mancanza di IFP e delle sue guarnizioni. Per il nuovo modello, Trek ha collaborato con RockShox per migliorare questa tecnologia. Invece di utilizzare un corpo appositamente fabbricato, ora si basa sul Super Deluxe che consente di regolare la compressione a bassa velocità in tre fasi e quindi adattare la bici ai diversi percorsi. Scie di flusso = maggiore compressione; Sentieri naturali ripidi = minore compressione. Un altro aggiornamento è che i clic di regolazione dell'idraulica in ritorno sono ora numerati, rendendo molto più facile giocare con l'installazione. Se preferisci utilizzare un ammortizzatore diverso su Slash, puoi farlo senza problemi. La maggior parte degli ammortizzatori con montaggio Trunnion da 230 x 62,5 mm devono essere inseriti nel triangolo posteriore (ad esempio FOX DHX2, FOX X2, RockShox Super Deluxe Coil, FOX DPX2 e MRP Hazard). Secondo Trek, lo Slash è anche compatibile con gli ammortizzatori a molla. L'unico ammortizzatore che non si adatta è il classico ammortizzatore ad aria Super Deluxe a causa della posizione della leva di blocco. Nonostante la corsa più lunga, Trek è riuscita a mantenere la cinematica del precedente Slash, aumentando solo del 2% la progressione complessiva. A prima vista, il Super Deluxe nel Trek Slash assomiglia a qualsiasi altro ammortizzatore RockShox. Tuttavia, non ha una camera IFP, che normalmente pressurizza l'olio di smorzamento. Invece, l'albero di smorzamento può muoversi attraverso l'ammortizzatore, sporgendo dal fondo. A causa della minore pressione nel sistema di smorzamento, l'ammortizzatore dovrebbe rispondere in modo più sensibile e lavorare più attivamente. Trek ha rielaborato anche i dettagli, dotando lo Slash di un movimento centrale filettato BSA, che è molto più facile da sostituire rispetto a una versione press-fit. La protezione del tubo obliquo è stata allungata, ma può anche essere divisa in due per risparmiare peso (è un viaggio mentale da ingegnere nerd?). I cavi sono instradati internamente e sono fissati in posizione in due posizioni nel vano portaoggetti, eliminando la necessità di guaine in schiuma o canaline per cavi dedicate all'interno del telaio. Trek ha anche progettato la nuova Slash per ospitare reggisella telescopici più lunghi, e specificatamente un modello Bontrager con escursione da 200 mm sulla bici XL. La taglia L presenta un dropper nella versione da 170 mm, mentre le taglie ML e M sono dotate di reggisella telescopici dropper da 150 mm. La taglia S più piccola accoglie invece un modello da 125 mm. La corsa del reggisella telescopico può essere ridotta con distanziali se necessario. Anche la protezione del fodero orizzontale è stata rivista. Anche se la catena scorre molto vicino ad essa, non si sente alcuno ruore o ticchettio. Al retrotreno, Trek continua a fare affidamento sullo standard Boost da 148 mm che lei stassa ha introdotto qualche anno fa. Per aumentare la luce intorno alla corona, scelgono di montare le ultime pedivelle SRAM o Shimano con una linea della catena da 55 mm. Analisi della geometria La precedente Slash è immediatamente riconoscibile per il suo ridotto reach e per l'angolo del tubo sella molto iclinato. Trek ha aggiornato entrambi questi aspetti sul nuovo modello. Nella taglia L, la nuova bici ha uno reach di 486 mm, 33 mm in più rispetto al passato. I foderi orizzontali sono aumentati solo di 2 mm arrivando a 437 mm. L'angolo del tubo sella è stato reso più verticale di 1,9°, ma a 75,6° è ancora abbastanza inclinato per gli standard odierni, soprattutto perché l'angolo effettivo si apre tanto maggiormente quanto più si estende il reggisella telescopico. Anche il movimento centrale è più basso rispetto a quello del modello precedente, ma il calo di 29mm non è estremo. La taglia ML intermedia, d'altra parte, è un'aggiunta eccellente in quanto renderà le cose molto più facili per tutti quei ciclisti che si trovano indecisi tra due taglie di telaio. In generale, ci piace che Trek offra la Slash in cinque taglie, rendendo così disponibile una adattabilità ottimale al maggior numero di rider possibile. Panoramica dei vari modelli Trek Slash 2021 Trek offre il nuovo Slash in due modelli in alluminio e tre versioni in carbonio. I modelli in carbonio 9.8 e 9.9 sono ulteriormente suddivisi tra versioni con trasmissione SRAM o Shimano e colori diversi, inclusa una verniciatura completamente personalizzata grazie al concetto Project One di Trek. Per la nuova gamma il primo prezzo è quello di 2.999€ per la Slash 7. Tuttavia, il modello più interessante per la maggior parte dei rider sarà lo Slash 8 in alluminio da 3.499€, che lascia poco a desiderare in termini di montaggio e componenti. Il modello in carbonio più accessibile è lo Slash 9.7, venduto al dettaglio per 4.499€. In cima alla gamma c'è poi la bici Slash 9.9 XTR Project One per 9.099 €. Sia il telaio in carbonio che quello in alluminio sono disponibili separatamente per 3.999€ e 2.499€, rispettivamente. Rispetto alle bici complete, questa non sembra un'opzione molto sensata per la maggior parte degli acquirenti. Conclusioni Con una serie di aggiornamenti, Trek punta a riportare la Slash sul podio. Grazie alle sue sospensioni che danno la sensazione di sofficità e alla geometria efficace, è pronta per affrontare i sentieri più impegnativi. L'integrazione del vano portaoggetti, il ritorno del movimento centrale BSA filettato e il reggisella telescopico più lungo sono fantastici. Tuttavia, c'è poca innovazione e i pneumatici montati di serie non sono del tutto adeguati, il piccolo disco freno posteriore, l'angolo del tubo sella ancora troppo inclinato e la mancanza di regolazione sull'ammortizzatore posteriore offuscano l'impressione altrimenti in toto positiva che abbiamo avuto di questa Trek Slash 2021. Top sospensioni soffici pratico vano portaoggetti nel tubo obliquo (anche sul telaio in alluminio) risposta composta sui terreni accidentati bel lavoro di verniciatura misura del telaio ML aggiuntiva per una vestibilità perfetta Flops sbilanciato negli angoli piatti e aperti opzioni di regolazione minime sull'ammortizzatore posteriore pneumatici e piccolo rotore del freno posteriore non rendono giustizia alla bici Guarda il divertente video che hanno realizzato alla Trek per la Slash 2021! Ecco qui sotto il video promozionale ufficiale della Trek Slash 2021 E guarda anche questo video raw e realistico del test della Trek Slash 2021 fatto da Vital MTB: Fonte: Enduro-MTB.com, Trekbikes.com
Valiants nasce alla fine del 2017 dalla volontà del suo fondatore Jacopo Vigna di offrire agli appassionati di sport di nicchia delle due ruote i migliori prodotti e servizi possibili. Valoroso (Valiant, coraggioso) è chiunque sente il bisogno di superare i propri limiti. Il marchio si chiama Valiants in onore della filosofia e dello stile di vita di coloro che si sentono abbastanza coraggiosi da vivere la loro vita al massimo e sul filo del proprio miglioramento personale. Essere Valoroso è uno stato mentale personale e milioni di persone hanno il diritto di sentirsi in questo modo. Ecco perché Valiants si rivolge principalmente ai praticanti di tutti i giorni oltre che ai professionisti. In Valiants la cosa più importante è credere che ci siano così tanti Valorosi come te là fuori e che tutti voi abbiate bisogno di un punto di riferimento online dove incontrarsi, trovare informazioni di qualità, acquistare prodotti e condividere contenuti ed emozioni. Valiants è un marchio di cui ogni appassionato di sport d'azione, in particolare gli appassionati di bicicletta, dovrebbe sentirsi parte. Non importa che sport pratichi, sei uno di noi: sei Valoroso. In Valiants mettiamo costantemente la nostra passione e la nostra volontà per risolvere le esigenze quotidiane dei praticanti di sport su due ruote. Essere Valorosi significa correre per 1 chilometro intorno all'isolato o saltare un road gap di nove metri con la tua bici: i brividi che senti quando superi la tua ricerca del limite sono gli stessi per tutti. Ogni parte del lavoro in Valiants è mirata ad aiutarti a creare, raccogliere, condividere e valorizzare le tue emozioni che ti fanno venire i brividi. Puoi trovare prodotti per i mercati di nicchia della bicicletta come biketrials, biciclette per bambini ad alte prestazioni, servizi di spedizione e officina, nonché attrezzature e protezioni presso l'e-commerce di Valiantshop a questo link: www.valiantsshop.com. Fonte: Valiants
In questo video Trek segue la tendenza di stuzzicare gli appassionati di mountain bike producendo mini-film che hanno lo scopo di raccontare una storia avvincente mentre presentano le caratteristiche e i punti di forza dei loro prodotti. La presentazione del Trek Slash 2021 non fa eccezione e Trek è uscita con questo video divertente e scanzonato che vi farà sorridere tutto il tempo, riempiendovi gli occhi con alcune scene che mostrano abilità di guida davvero notevoli. La nuovissima Slash è la bici da trail delle bici da trail. Questa bici da enduro 29er a corsa lunga è costruita per essere veloce, fluida e divertente sui terreni più selvaggi. Se il tuo gioco è l'enduro, questa spacca i trail in discesa pur rimanendo leggera e piantato per terra su salite incisive. Se ti piace girare in park, la Slash ti offrirà giri su giri di divertimento senza limiti.