Downhill MTB nel 2025: uno sport sull’orlo del baratro e la responsabilità di Warner Bros. Discovery di salvarlo
I rider guadagnano meno del salario minimo, i team manager si tagliano lo stipendio, e l’unica strada percorribile passa per responsabilità condivisa, visione coraggiosa — e molto meno rumore.
La stagione 2025 ha mostrato al mondo di cosa è capace il downhill mountain biking d’élite. I nuovi format di qualifica hanno reso i weekend di gara più avvincenti e imprevedibili. Gli atleti non sono mai stati così preparati. L’energia in pista è esplosiva. Ma fuori dalla pista, dietro le quinte, le fondamenta economiche di questo sport stanno cedendo.
Grazie al sondaggio Pinkbike State of the Sport, ora abbiamo dati concreti: la maggior parte dei rider ai vertici della World Cup DH guadagna meno di 30.000 dollari all’anno, con il 22% che ne guadagna meno di 5.000 e il 6% che non guadagna nulla. Titolari di team come Bernard Kerr hanno dichiarato pubblicamente di essersi tagliati lo stipendio per il 2025 — solo per tenere in vita il progetto nella speranza di tempi migliori.
Non è solo un problema dei rider. È un’emergenza dell’intero sport.
E l’unico soggetto con il potere mediatico e la portata globale per cambiare davvero le sorti di questo sport è Warner Bros. Discovery (WBD). Con l’onore di detenere i diritti della UCI MTB World Series arriva anche la responsabilità — l’onere e l’onore — di contribuire a ridisegnare l’intero modello economico.
Parliamo di numeri: il baratro economico
Il 22% dei rider downhill guadagna meno di 5.000 $ all’anno.
Il 55% guadagna meno di 30.000 $ — meno di uno stipendio base a tempo pieno in molti Paesi.
Premi gara? Un rider DH che vincesse tutto durante l’anno — incluso il Mondiale — guadagnerebbe solo 52.500 €.
Confrontiamolo con il ciclismo su strada:
Vincitore del Tour de France: 500.000 €
Salario minimo UCI Women’s WorldTeam: 27.500 €
Salario minimo UCI Men’s ProTeam: 32.100 €
Anche i ciclisti su strada di fascia medio-bassa spesso guadagnano più del top 10% dei rider DH.
E non si tratta solo degli atleti. I team sono sull’orlo del collasso. Il calendario allungato (ora 10 gare), i costi crescenti di viaggio e iscrizione, e i budget degli sponsor sempre più ridotti hanno creato una tempesta perfetta. E quando i proprietari dei team — che dovrebbero gestire, investire e pianificare — iniziano a sacrificare i propri stipendi, è evidente che il modello è rotto.
Il nuovo format è un passo avanti — ma il modello economico è ancora bloccato
Lo dico chiaramente: il nuovo format di qualifica, senza rider protetti e con una struttura Q1 + Q2, è una mossa brillante. Aggiunge suspense, rompe la prevedibilità e ricorda il sistema LCQ del Supercross, dove tutto può succedere nell’ultimo sprint per accedere al main event. È così che si costruisce narrazione, tensione e audience.
Ma c’è un problema: non si può costruire un pubblico nascondendo il contenuto migliore.
Mettere tutto il live dietro un paywall e pubblicare gli highlights ore dopo? È un errore. Lo scopo è far crescere lo sport. Ora è il momento di liberare i contenuti — gratuiti, immediati e virali. Monetizzare via pay TV in questa fase è come vendere biglietti in uno stadio vuoto. Il vero valore sta nella costruzione di audience, non nei contenuti a pagamento.
Saturazione mediatica: più non vuol dire meglio
Un altro problema evidente? La corsa ai contenuti. Ogni team viaggia con il proprio mini team media, producendo micro-contenuti che invadono Instagram e TikTok — ma diciamolo: la maggior parte è rumore, non narrazione.
Manca coordinazione, coerenza, una strategia condivisa. Il risultato?
Costi ridondanti (il personale media costa),
Contenuti ripetitivi,
Engagement sempre più debole.
La soluzione? WBD dovrebbe guidare una strategia media coordinata tra tutti i team. Centralizzare la produzione, condividere i contenuti grezzi, allineare la comunicazione. Invece di 20 team che pubblicano 20 clip simili, creare narrazioni condivise, profili profondi, archi emotivi, e storie d’eroi su scala globale.
Non è solo una questione di risparmio — è storytelling efficace.
Cosa deve fare WBD per onorare la propria responsabilità
WBD afferma di voler far crescere lo sport. Ma questo significa investire, non solo trasmettere. Ecco cosa deve accadere:
1. Aprire l’accesso, eliminare il paywall
Per attirare sponsor esterni e nuovi fan, servono occhi puntati sullo sport — ora.
Trasmettere gli eventi gratuitamente e in tutto il mondo.
Pubblicare highlights immediati e recap.
Alimentare YouTube, Instagram e TikTok con contenuti in tempo reale.
La visibilità vale più di qualche abbonamento.
2. Introdurre un compenso minimo per i rider
Prendere esempio dal ciclismo su strada:
Stabilire salari minimi base per i rider che partecipano alla World Cup.
Prevedere gettoni di presenza o rimborsi viaggio.
Garantire che i primi 30 atleti possano vivere dello sport a cui dedicano la vita.
Perché oggi, essere “pro” significa avere un secondo lavoro o una famiglia che può finanziare il sogno.
3. Sostenere la sostenibilità dei team
I team sono sommersi dai costi. WBD può:
Sovvenzionare logistica e viaggi, soprattutto per i team indipendenti.
Condividere i ricavi media con i team che contribuiscono con atleti e accessi.
Offrire servizi centralizzati (box meccanici, troupe video, alloggi) per ridurre i costi fissi.
Team sani sono il fondamento di una serie sana.
4. Unificare e semplificare la produzione media
Come già detto, il problema non è la quantità di contenuti — ma la mancanza di coordinamento.
Allineare tutti i team sotto una regia media comune.
Usare gli stessi materiali e messaggi su tutti i canali.
Valorizzare la narrazione, non solo i dati e le clip.
Sostituiamo il rumore con il segnale — e diamo ai fan qualcosa che valga davvero la pena seguire.
5. Rendere i rider attrattivi anche oltre i risultati
Non tutti finiranno sul podio. Ma ogni rider ha una storia. WBD dovrebbe:
Aiutare gli atleti a costruire un brand personale.
Offrire supporto nella creazione di contenuti lifestyle e dietro le quinte.
Trattare i rider come ambassador, non solo come atleti da classifica.
Nel 2025, il confine tra atleta e influencer si fa sempre più sottile — ed è un’opportunità, non un problema.
Costruire lo sport, o vederlo sgretolarsi
Il downhill mountain biking è a un bivio.
Le gare non sono mai state così spettacolari.
I rider sono di livello assoluto.
Lo spettacolo è potente.
Ma dietro le quinte, lo sport si sta sfaldando.
Warner Bros. Discovery ha l’occasione di essere ricordata non solo come l’azienda che ha filmato il downhill — ma come quella che l’ha salvato.
Perché se non agiranno — se anteporranno la monetizzazione di breve periodo alla visione di lungo termine — questo sport rischia di diventare un lusso per pochi, e un ricordo per gli altri.
È il momento di fare la cosa giusta.
Meno paywall. Più accesso. Meno rumore. Più storie. Meno burnout. Più futuro.