Quando iniziano le gare di ciclismo giovanile su strada 2021

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Il 2021 è l'anno di rinascita delle categorie giovanili del ciclismo (dette minori con una brutta parola), dopo la sciagurata annata di stop causa Covid. Quando iniziano le gare di ciclismo per i bambini e i ragazzi? La stagione comincia ad entrare nel pieno, dopo il primo rodaggio di marzo-aprile. In Italia, un paese dalla grande tradizione di ciclismo agonistico, ci sono ogni settimana gare di ciclismo 2021 praticamente in tutto il territorio, dalle aree capofila come Triveneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana fino a zone che stanno emergendo, come Sardegna e Sicilia. Ovviamente la qualità dei partecipanti e la tradizione resta appannaggio delle prime regioni citate, così come la bonta dell'organizzazione delle squadre che coltivano e sfornano giovani talenti. Potrete trovare il calendario delle prossime gare sul sito della Federazione Ciclismo. Ma facciamo un riepilogo delle categorie dell'universo giovanile del ciclismo su strada, che abbraccia età dai 7 ai 16 anni.

Categoria Giovanissimi o PG (Promozione Giovanile)

È una categoria che va dai 7 anni (G1) fino ai 12 (G6), con gare diverse per ogni anno di nascita. Di solito le competizioni si svolgono la domenica pomeriggio, e ogni piccolo ciclista non può partecipare a più di una corsa la settimana. La Federazione stabilisce gli standard delle distanze: di solito circuiti che sviluppano non più di 1,5 km da ripetere più volte in funzione dell'età, per esempio i piccoli G1 devono percorrere al massimo 3 km mentre i G4 (10 annni) al massimo 10 km. Inoltre sono definiti stretti criteri per la dimensione delle biciclette in cui rapporti, pedivelle e ruote sono accuratamente limitati per commisurare lo sforzo all'età: a 7 anni si possono sviluppare al massimo m 3.10 per pedalata che crescono gradualmente ogni categoria fino a reggiungere i 5.55 metri per i G6.

La particolarità è che maschi e femmine corrono assieme nelle gare per Giovanissimi: al momento della premiazione però la società organizzatrice darà una coppa o una medaglia ai primi cinque bambini e alla prima bambina arrivata (in alcuni casi ai primi 10 maschi e alle femmine del podio). Al termine, un omaggio a ciascun partecipante, a ricordare che se vincere è bello, soprattutto è importante partecipare e divertirsi.


Categoria Esordienti

Con i 13 anni scatta l'età in cui si comincia a parlare di agonismo. Per i primi due anni si corre in categoria Esordienti, poi Allievi per i due successivi e su ancora con Juniores e poi Pro per chi ce la fa o Elite.

Gli Esordienti, suddivisi in 1º o di 2º anno, corrono gare in linea, criterium, a cronometro o in pista. La distanza massima è 50 km in linea e 10 km a cronometro durante il secondo anno; la particolarità è che la stagione, che va da fine marzo a settembre, prevede gare a distanza ridotta all'inizio, che poi cresce con l'inoltrarsi dei mesi. Le biciclette, analogamente alle categorie inferiori, sono soggette a rigidi standard previsti dall'UCI: le ruote per esempio devono avere un diametro massimo di 680 mm e i rapporti possono sviluppare come limite 6,20 m (52x18).
Queste gare (di rilevanza regionale o interregionale) necessitano di una organizzazione più attenta e capillare: un massimo di 200 atleti è controllato e preceduto da auto e moto staffetta e seguito da ammiraglie e servizio cambio ruote.

Categoria Allievi

Per i 15-16 anni si entra in un'età in cui si manifesta un notevole sviluppo fisico e atletico, di conseguenza aumentano gli standard tecnici e le distanze: le bici devono avere pignoni con un minimo di 16 denti e chilometraggi nelle gare in linea fino a 80-90 km.
Ovviamente dato il diffondersi del ciclismo al femminile e il conseguente aumento delle praticanti, vi sono categorie separate per Donne Esordienti e Donne Allieve, ma non pensiate che gli standard siano diversi: addirittura il chilometraggio massimo delle Allieve è lo stesso dei colleghi uomini!
Nel caso in cui non si raggiunga il numero minimo di partecipanti di sesso femminile, gli organizzatori sono autorizzati a far correre in maniera promiscua, ovviamente rispettando le premiazioni in sede separata.

Risultati di competizioni giovanili

Intanto i risultati di due importanti "classiche" della categoria Allievi:
A Gussago (BS), si è svolta la 46º edizione del Trofeo Comune di Gussago con vittoria di Juan David Sierra che ha regolato Gualdi e Monister.
In Friuli a Mareto di Tomba (UD), Iil 36º Gran Premio ciclistico Festa della Mamma ha visto il trionfo dello sloveno Ravbar su Capra ed Ezner

Dove si svolgono le prossime gare di ciclismo esordienti e allievi?

Domenica 16 maggio è un giorno ricco di appuntamenti per le due ruote degli Allievi. Le principali corse sono in Toscana a Casalguidi (PT) con il 1º Memorial Alessandro Biondi, in Emilia-Romagna con la 64º Coppa Cà di Lugo (RA), in Veneto con il Trofeo Eurofin a Vidor (TV) e be due gare in Lombardia, a Faloppio (CO), con il Trofeo Remo Calzolari e ad Abbiategrasso (MI) dove si disputa il 1º Trofeo Banca Mediolanum.

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Fabio Strufaldi

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Il futuro dell’industria della bicicletta: le tendenze chiave emerse al Bike Festival di Riva del Garda
In occasione della 31ª edizione del Bike Festival di Riva del Garda, si è tenuta una tavola rotonda con alcuni dei protagonisti più influenti dell’industria ciclistica europea. Moderati da Andrea di Pianeta Mountainbike erano presenti: Edoardo Girardi (General Manager di FSA Italia), Patrick Product Manager di Canyon, Mathias e Federica di Bosch, Nicola Gavardi Communication & PR Manager di Scott Italia, Marco Cislaghi Sales Manager di Mondraker Italia e Sergio Laurino di R Raymon. Ha partecipato alla tavola rotonda anche Jacopo Vigna, per indagare meglio come EurekaBike e la sua tecnologia possano integrarsi proattivamente all'interno dei processi e delle tendenze in atto.  Il tema al centro del dibattito era chiaro: qual è il futuro del mercato della bici in termini di trend? La risposta è stata articolata e multidimensionale, ma con alcuni punti ricorrenti: elettrificazione, dati, intelligenza artificiale e una maggiore integrazione tra prodotto e utente. Potenza, leggerezza e nuovi mercati urbani Sergio Laurino, country manager di R Raymon, ha aperto il confronto sottolineando come i trend chiave saranno potenza e leggerezza nelle e-bike. In Italia, ha osservato, siamo solo all’inizio dello sviluppo di modelli leggeri, ma le bici da commuting e urbane rappresentano un’area con altissimo potenziale. Non solo e-bike: anche le bici muscolari tradizionali continueranno a crescere e a generare valore. Altro punto cruciale secondo Sergio è la carenza di dati nel settore e la necessità di una maggiore cooperazione a livello europeo, sia sul prodotto che sui canali di vendita. Geometrie in evoluzione e integrazione smart Patrick, product manager di Canyon, ha confermato l’importanza crescente della potenza nelle e-bike, ma ha posto l’accento anche sulla sfida tecnica di integrare i sistemi elettrici nei telai di piccola taglia. Canyon sta lavorando sull’integrazione intelligente dei componenti elettronici e prevede che questa sarà una delle grandi tendenze nei prossimi 2-3 anni. Le geometrie, secondo lui, non avranno mai una “forma finale”: i percorsi cambiano, gli utenti cambiano, e anche le bici devono continuamente adattarsi alle mutevoli condizioni di utilizzo. Bosch: potenza sì, ma sotto controllo Mathias, responsabile prodotto per Bosch, ha delineato la visione del colosso tedesco: potenza e controllo. Per “controllo” si intende la gestione automatizzata dei livelli di assistenza, in modo da evitare slittamenti e comportamenti innaturali del motore. Bosch sta inoltre esplorando la modularità dei sistemi, immaginando bici che possano essere aggiornate periodicamente. Il vero timore? Le regolamentazioni, che potrebbero frenare l’innovazione. Bisogna stare attenti a non esagerare con la potenza dei motori delle eBike evitando così che i Legislatori nazionali comincino a sovra-normare il settore eBike, mettendo vincoli al suo sviluppo (esempio: obbligo di assicurazioni e targa, limite di utilizzo in sentieri di montagna, ...). Il gravel come nuovo epicentro della community Marco Cislaghi, rappresentante di Mondraker, ha puntato tutto su una parola: gravel. Dopo anni di focus sull’enduro e sulla competizione, il gravel rappresenta una rinascita della dimensione comunitaria che ha reso grande la MTB nei suoi anni d’oro. Dopo tre anni di sperimentazione con modelli e-gravel, l’azienda ha appena lanciato la sua prima gravel muscolare, ed è decisa a presidiare eventi e community nei prossimi anni. AI e dati: il carburante invisibile della crescita Jacopo Vigna, fondatore di EurekaBike, ha portato il discorso su un livello strategico: probabilmente l'evoluzione della performance del veicolo non è quello che serve maggiormanete all'industria in questo momento. Servirebbe forse più attenzione all’integrazione profonda tra dati biometrici, componenti smart e "trail digitali". Al di là di questi aspetti, tuttavia, il problema più urgente è a suo avviso l’inefficienza della supply chain e la mancanza di dati affidabili. Senza informazioni strutturate, nessuna innovazione potrà davvero scalare. Nicola di Scott ha rilanciato: l’intelligenza artificiale sarà il driver principale del futuro. In Italia, ha detto, il mercato si sta aprendo a un nuovo pubblico di utenti non tecnici, con esigenze completamente diverse dai racer. Serve parlare anche a loro, e per farlo abbiamo bisogno di dati reali, non solo sensazioni. Profilazione, abitudini d’uso, comportamenti d’acquisto: senza questi dati, il settore perde opportunità. Il rischio cinese e la lezione dell’automotive Edoardo Girardi, General Manager di FSA, ha lanciato un messaggio forte: “copiare dall’automotive sarà fondamentale”. L’arrivo dei brand cinesi in Europa è imminente, e rappresenta una minaccia concreta che l'industria europea della bici sarà costretta ad affrontare nei prossimi 2-4 anni. “Non potremo mai competere sul prezzo”, ha detto, “quindi dovremo farlo sul valore del brand, sulla visibilità e sull’unione tra marchi europei”. Solo collaborando a livello strategico l’industria europea potrà difendere il proprio mercato. Il parere dell'autore Come fondatore di EurekaBike e osservatore privilegiato dell’evoluzione dell’industria bike negli ultimi anni, credo che il vero “salto di specie” non sarà dato solo dai nuovi motori o dalle geometrie innovative, ma dalla capacità collettiva di ragionare come sistema. Non possiamo più permetterci di lavorare in silos: i dati devono fluire tra brand, canali, fornitori e rivenditori con la stessa agilità con cui scorre una catena ben lubrificata. Si parla tanto di performance, progettazione, infrastrutture, interazione uomo-macchina, ed è evidente che l’industry della bici è guidata da un motore potente e inarrestabile: la passione. È questa la forza che ci ha portato fino a qui, e che rende il nostro mondo unico. Ma – dobbiamo ammetterlo – è anche il suo più grande limite. Come appassionato prima ancora che come imprenditore, credo che l’innovazione di prodotto abbia ancora molte strade da percorrere. In particolare, c’è un’area che reputo sottovalutata e che dovrebbe essere centrale nei prossimi anni: la body protection. Su strada come in MTB, la sicurezza del corpo umano è rimasta indietro rispetto all’evoluzione dei veicoli e delle loro prestazioni. Serve un’accelerazione concreta anche qui. Ma se parliamo di problemi urgenti, allora dobbiamo spostare l’attenzione da ciò che si vede a ciò che non si vede. Il vero nodo della bike industry oggi non sono le performance, ma l’inefficienza. Un’inefficienza strutturale e diffusa, che si manifesta in tre forme molto concrete: Magazzini pieni di prodotti che non rispondono più alla domanda reale. Marginalità sempre più basse, che mettono a rischio la sostenibilità economica di tutta la filiera. Informazioni mancanti o non gestite, che impediscono decisioni rapide, coordinate e data-driven. In sintesi, il vero avversario non è la concorrenza cinese, né il calo della domanda stagionale: è la mancanza di controllo sul dato e sulla catena del valore. Chi saprà affrontare questo nodo con coraggio e metodo – integrando dati, piattaforme e processi – avrà in mano la chiave per costruire il futuro, non solo dei propri margini, ma dell’intero ecosistema ciclistico. Un’industria che cambia e una sfida collettiva da affrontare in partnership Il quadro emerso è quello di un settore in piena trasformazione. L’innovazione tecnologica prosegue su più fronti – motori, telai, geometrie – ma a fare davvero la differenza saranno i dati, l’adattabilità e la collaborazione. Che si parli di gravel, AI o modularità, il messaggio è chiaro: vinceranno le aziende che sapranno evolversi velocemente e costruire valore oltre il prodotto fisico, e questo sarà possibile soltanto se l'industria della bici europea saprà fare sistema.
11-05-2025 Leggi Read

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