Le super bici Pinarello dietro all'oro del quartetto di Ganna alle Olimpiadi di Tokyo 2020

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Lo spettacolare trionfo del quartetto italiano nell'inseguimento su pista alle Olimpiadi ha fatto esultare schiere di appassionati del ciclismo, ha reso ancor più popolare Filippo Ganna e ha fatto conoscere al grande pubblico ottimi ciclisti e speranze del futuro come Consonni, Lamon e Milan.

Ma dietro questo successo di uomini e di organizzazione sportiva si cela una componente tecnica e di ricerca il cui contributo è fondamentale: stiamo parlando delle biciclette Pinarello. Un'eccellenza italiana, che nasce a Treviso nel 1953 creata dal ciclista professionista Giovanni “Nani” Pinarello e che ha fatto la storia del ciclismo, competitivo e amatoriale.
Le bici Pinarello entrano nel mondo dei professionisti nel 1967 e da quel momento la loro ascesa è implacabile: come non ricordare i vari Bertoglio,Van Impe, Chiocccioli, Cipollini, fino ai successi di Indurain con cinque Tour de France consecutivi. In tempi più recenti, la fornitura è andata a Petacchi, Basso, Valverde e Quintana nel team Movistar, fino ad arrivare agli ultimi anni, quando Pinarello si lega al team Sky, poi Team Ineos (fra cui un certo Froome...). Soltanto quest'anno, il sodalizio ha consentito di conquistare il Giro d'Italia con Bernal e l'oro olimpico su strada con Carapaz, per poi arrivare al magico quartetto italiano della pista.

La ricerca continua, l'utilizzo di materiali innovativi, l'organizzazione perfetta di un'azienda, sono elementi imprescindibili del marchio Pinarello, per raggiungere il top del mondo. E non ultimo, l'esplosione di Ganna che ha permesso di focalizzarsi, assieme ad Ineos, sulla più avanzata ricerca della velocità nelle bici da cronometro su strada e da pista.

Le bici di Tokyo: un condensato di alta tecnologia e innovazione

Le biciclette della nazionale italiana a Tokyo sono state battezzate Bolide HR (Hour Record) e sono un'evoluzione della speciale Bolide TT usata da Ganna nelle cronometro su strada (e con cui vinse l'ultimo Campionato del Mondo a Imola). Ci sono peraltro notevoli differenze, determinate dal fatto che lo sforzo su pista è di soli 3km e l'assenza di impianto frenante consente di risparmiare sui pesi e sul disegno di alcune componentistiche. Inoltre la velocità rispetto si raggiunge dopo pochi giri nell'inseguimento su pista, è piuttosto superiore quella sviluppata nelle cronometro su strada.

Le chiavi tecniche della Bolide HR sono la rigidità e l'aerodinamicità, necessarie per minimizzare l'attrito con l'aria e la pista e, viceversa, ottimizzare il trasferimento dell'energia muscolare sul mezzo. Il telaio è monoscocca in fibra di carbonio Torayca T1100 1K : l'assenza di incollaggi permette il massimo della penetrazione aerodinamica (-7.5% in meno del modello stradale) e della rigidità. La forcella pesa 1.9 kg mentre il peso totale della bici è quantificato in 7.1 kg.

Anche il manubrio rappresenta una soglia tecnologica importante: realizzato in titanio con stampa in 3D, con un sistema EBM (Electronic Beam Melting), in cui un fascio di elettroni colpisce il materiale fondendolo e disegnandone il profilo. Lo studio, prima in sede di progettazione e poi in galleria del vento, non ha tralasciato l'importante componente del banking, cioè l'inclinazione della pista di 42°. Sono ricerche di stampo aerospaziale, che coinvolgono studi della meccanica dei fluidi.

I rapporti stratosferici

Ma che rapporti hanno usato i nostri ragazzi del quartetto olimpico? Da informazioni giunte da Miche, partner tecnico della componentistica della trasmissione, risulta che la corona era di 63 denti, mentre il pignone era un 14. Rapporto impressionante, che in una pista veloce come quella di Tokyo, ha permesso di abbattere per ben due volte il record del mondo, raggiungendo in finale la media di 64.856 km/h. Ciò vuol dire che, con partenza da fermo, in alcuni tratti hanno sfiorato i 70 km/h.

Ma torniamo alle biciclette. Pinarello è oggi una realtà industriale e tecnologica conosciuta in tutto il mondo e offre bici di tutte le tipologie: dalla strada alla pista, alla mountain bikes, urban city-bikes e eBikes. Su EurekaBike troverai migliaia di listini, schede tecniche e annunci di vendita di Pinarello e di tutte le principali case produttrici.

 

Fabio Strufaldi

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O osservando i migliori, fermandosi sul trail per guardare le linee scelte da chi ha più esperienza. Il cervello si allena come un muscolo La prestazione mentale si costruisce come quella fisica: con ripetizioni. La simulazione mentale (immaginare la propria run curva dopo curva), le ripetizioni visive (rivedere il percorso mentalmente o tramite video POV), e la visualizzazione dettagliata (usare immagini mentali nitide, con suoni, movimenti e percezioni fisiche) aiutano il cervello a reagire più velocemente in situazione reale. Molti rider esperti fanno una sorta di “run fantasma” nella mente prima della partenza. Non è fantasia: è neuroscienza. La respirazione e la gestione dell’ansia Respirare male o dimenticarsi di respirare durante la discesa è più comune di quanto si pensi. L’ansia genera apnea, l’apnea irrigidisce il corpo, e il corpo rigido guida male. 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Per questo motivo, chi riesce a restare lucido per 3 minuti e mezzo, a dominare il proprio corpo e la propria mente in una situazione che sfida i limiti dell’essere umano, ha già vinto – indipendentemente dal cronometro, dal podio o dal punteggio UCI. Il downhill, nella sua forma più pura, è un esperimento umano in tempo reale. Un laboratorio di adattamento, percezione, concentrazione. E in un’epoca in cui tutto è misurato in dati e numeri, questa disciplina ci ricorda una verità antica: la performance più potente nasce sempre dentro la testa. Guarda il video Red Bull su Instagram →
27-06-2025 Leggi Read

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