Filippo Ganna da oro: rimonta clamorosa su Dan Bigham nell’inseguimento individuale
Sono passate poco più di 24 ore dalla prima medaglia dell'Italia a questi Mondiali di ciclismo di Glasgow 2023, ed è dalla pista che il nostro tricolore porta a casa un’altra vittoria: nella finale per il titolo mondiale dell’inseguimento individuale, andata in scena nella serata del 6 agosto, Filippo Ganna si proclama in maniera spettacolare Campione del mondo vincendo in rimonta sul britannico Dan Bigham.
Il pubblico del velodromo Sir Chris Hoy è stato testimone di una vittoria straordinaria del ciclista verbanese. Partito in netto svantaggio su Dan Bigham che con un tempo di 4’02”030 era in lizza per l’oro. Filippo a un chilometro dalla fine – su 4 – era staccato di 2’168: un’infinità. E ancora di 1”7 ai meno 500 metri, di 0”558 ai -125. Ma nonostante tutto ha vinto con una rimonta clamorosa, aggiudicandosi la vittoria di 0”054, cioè 84 cm, con un tempo di 4’01”976. Ganna si è fatto conoscere per questi suoi recuperi sensazionali, che fanno vivere al cardiopalma finali come quella di poche ore fa. Per citarne una, Tokyo 2021: fu lui a trascinare i suoi fortissimi compagni di squadra Lamon, Consonni e Milan all’oro olimpico nel quartetto. La Nuova Zelanda, al primo turno, in vantaggio di 3/10 ai meno 500 metri, bruciata per 0”090. La Danimarca, in finale, per 0”166 dopo essere entrata nell’ultimo km avanti di 0”867. Anche contro lo stesso Jonathan Milan, l’anno scorso, nella finale italiana dell’inseguimento, era sotto dopo 2 km. Le magie con Top Ganna non accadono solo in pista. Torniamo per un attimo alla crono iridata del 2021 a Bruges quando ammutolì il pubblico belga rimontando Van Aert conquistando il secondo titolo di specialità: perdeva 6”68 dopo 13,8 km, 0”84 al km 33,3, prima di piombare al traguardo 10 km dopo con i 5”37 necessari per l’oro. Ne avevamo già parlato in questo precedente articolo.
La domanda sorge spontanea: come fa? Per cercare di capire meglio le caratteristiche del nostro fuoriclasse abbiamo parlato i tecnici che si occupano della sua preparazione: Marco Villa, c.t. della pista; Diego Bragato, capo performance della Fci; Dario Cioni, tecnico e allenatore di Ganna nel club Ineos-Grenadiers.
GESTIONE PERSONALE. «Filippo soffre la partenza rapida, dunque è meglio dargli il tempo di mettersi “in asse con il cronometro” e dargli modo di esprimersi tutto entro la fine – spiega Villa -. Logico, per far così devi conoscere te stesso alla perfezione per iniziare a spingere al momento giusto. Se corri in questo modo e perdi arrivando alla fine con ancora qualcosa dentro, avrai il rammarico di non avere cominciato prima. Ma nella gestione, nell’amministrazione dello sforzo, è diventato un maestro». Adesso. Ma in passato… “Non era così. Penso al primo inseguimento individuale da jr, ad Anadia in Portogallo. Un disastro. Era già il più forte, ma arrivò quarto. In qualificazione era partito piano contro un avversario debole. L’ha visto davanti, ha spinto, gli ultimi due giri andò più forte degli Under 23. Ma “solo” terzo tempo. Nella finale terzo-quarto posto, è partito a razzo ed è arrivato fermo. Ci abbiamo lavorato tantissimo. Allenamenti, gare, analisi, progressioni”.
STRUTTURA MUSCOLARE. «Nello specifico dei recuperi su pista – afferma Diego Bragato -, a Filippo non si può chiedere una partenza del livello di un Milan. Dipende dal tipo di fibre, dal picco di potenza. Pure Jonathan è “grande”, ma è più veloce. Infatti vince gli sprint di gruppo e può essere l’uomo di partenza nel quartetto, mentre Ganna è perfetto come ‘quarto’ e ha fibre comunque veloci, ma più resistenti. Due concetti chiave sono quelli della potenza lattacida e della capacità lattacida, due componenti fisiologiche che emergono proprio nella fase finale dell’inseguimento. La sua storia dimostra che è al top perché ha valori eccellenti. In poche parole la potenza lattacida è la capacità dell’organismo di esprimere potenza su sforzi massimali tra i 2’ e massimo i 4-6’. Mentre la capacità lattacida riguarda l’attitudine di redimere l’accumulo di acido lattico dopo sforzi massimali oltre il minuto. Cioè protrarre lo sforzo, essere capace di portarlo avanti per più tempo di altri».
STRATEGIA. Il ragionamento di Dario Cioni – che ha studiato già nei dettagli il percorso di venerdì, che finisce in salita al castello di Stirling – parte invece da una considerazione semplice ma per nulla scontata: «Rispetto alla pista, in una cronometro ci sono molte più variabili. Penso al tipo di percorso, al meteo, all’orario diverso delle partenze. E la componente strategica deve variare in funzione di tutto questo. A Bruges 2021 vinse in rimonta, ma per esempio l’anno prima ad Imola fece la differenza nella prima parte, perché per lui era più adatta a ricavare un vantaggio; nella seconda fu Van Aert a recuperare qualcosa. Ma di certo la crono ideale è quando arrivi sapendo di aver speso tutto, proprio tutto quello che avevi. In una prova contro il tempo, le energie maggiori vanno consumate nelle parti dove si può guadagnare più tempo. E di certo Filippo ha tutto per finire le sue prove in crescendo, se serve. Ha imparato come dosarsi».
fonte: Gazzetta dello Sport, 08/08/2023