Evolution Bikes e Fabio Cannavaro uniti per la nuova Casa del Sorriso di Napoli

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La recente collaborazione tra la Fondazione Cannavaro Ferrara ed Evolution Bikes, realtà casertana leader nel settore ciclistico, ha portato all’organizzazione di un evento a scopo benefico pensato per gli amanti di questo sport a due ruote.

Vediamo subito chi sono i due protagonisti della storia di oggi:

  • La Fondazione Cannavaro Ferrara opera da sempre per contrastare le diverse forme di disagio infantile e giovanile nella città e provincia di Napoli, attraverso un maggior coinvolgimento del personale e della realtà che vi operano. I progetti sociali spaziano in diversi ambiti d’intervento: Sport, Aggregazione, Educazione, Formazione al lavoro, Riqualificazione degli spazi, Salute.
  • Evolution Bikes è un negozio di bici ma può quasi considerarsi un brand per gli appassionati di ciclismo. D'altronde la sua storia parla da sé: nati nel 1974, sono presenti nel settore da oltre 40 anni. Molto conosciuto in Italia, ove è considerato il più grande negozio di bici del Sud Italia, e nel mondo. La loro filosofia va oltre la semplice vendita di biciclette: punta a creare una vera e propria comunità di ciclisti, per dare loro un supporto tecnico costante, consigli professionali e, immancabilmente, prodotti di alta qualità. S'impegnano concretamente a coinvolgere la loro clientela in iniziative  sociali e solidali. La collaborazione con la Fondazione Cannavaro Ferrara è solo l’ultima di una lunga serie.

 

Dalla partnership tra i due enti nasce EVOLUTION BIKES PER FCF BIKE, un evento targato FCF Bike Tour, diviso in tre tappe: Napoli – Caserta – Vesuvio.

Gli staff dei due organizzatori hanno coordinato l’evento a cui hanno preso parte rider fedeli clienti di Evolution Bikes, che si sono sfidati in questa competizione non-agonistica allo scopo di raccogliere fondi per la realizzazione a Napoli della prima Casa del Sorriso.

É un’associazione Onlus sorta nel 1968 per iniziativa di alcuni Padri cappuccini che, ispirandosi a quelli che sono i fondamentali valori francescani, realizza interventi a favore di minori appartenenti a nuclei familiari disagiati e soprattutto figli di madri nubili.

 

L’evento FCF Bike Tour si è svolto l’11, 12 e 13 giugno. Nonostante si trattasse di un evento amatoriale, la tratta Roma – Napoli è stata sicuramente la sfida più impegnativa: si tratta infatti della tappa più lunga, un totale di 256km percorsi in poco meno di 7 ore. Ad assistere i partecipanti c’erano ovviamente molti tecnici esperti del settore, addetti sia alla manutenzione delle bici sia al supporto fisico degli atleti con bevande ai sali minerali, acqua, barrette energetiche. Lo staff ha visto presenti anche componenti d’eccezione come gli ex ciclisti Valerio Agnoli e Alessandro Proni. Anche l’ex capitano della nazionale di calcio Fabio Cannavaro ha fatto la sua comparsa nella tappa di Caserta, dove ha consegnato maglie e targhe dell’evento da lui autografate come ringraziamento a tutti gli esercenti della città che hanno fatto delle donazioni.

 

Eva Alberini

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Shanghai 2025: i produttori diventano brand e perché il futuro dell’industria della bicicletta inizia adesso
L’edizione 2025 dello Shanghai Bicycle Show non è stata solo una fiera. È stato un campanello d’allarme. Abbiamo già discusso dell'importanza di questo evento nel nostro precedente articolo, che puoi trovare qui. Una nuova era industriale nasce da Shanghai Entriamo ora nei numerosi padiglioni del salone per capire perché questo evento non ha solo presentato nuovi prodotti, ma ha rivelato uno spostamento tettonico negli equilibri globali del settore bici. Sebbene grandi aziende come Giant e KMC fossero presenti, i veri protagonisti sono stati le centinaia di brand cinesi, molti dei quali ancora sconosciuti in Occidente ma con un obiettivo chiarissimo: smettere di essere semplici fornitori OEM e diventare veri marchi globali. Dobbiamo dimenticare l’immagine obsoleta delle “copie a basso costo” o della manodopera delocalizzata. Quello che abbiamo visto a Shanghai è qualcosa di totalmente diverso: manifattura matura, innovazione veloce, efficienza spietata. La Cina non è più solo la fabbrica del mondo della bicicletta. Sta diventando la culla dove i nuovi brand nascono, vengono sviluppati e vengono preparati per essere lanciati sul mercato globale. Nelle prossime sezioni, faremo un’analisi dettagliata delle innovazioni più interessanti presentate a Shanghai, per poi approfondire le implicazioni strategiche che queste tendenze suggeriscono sull’evoluzione futura dell’industria ciclistica globale. Innovazione e velocità: gli highlight dello Shanghai Bicycle Show 2025 La fiera ha mostrato un ventaglio completo di innovazioni, ma tre temi si sono distinti: materiali, componenti e ambizione. Ruote del futuro DSK - Ruote in carbonio monoscocca: 1300g per la coppia da strada, prezzo al pubblico di $600, realizzate in carbonio T-1000/T800. Profili misti hooked/hookless e mozzi rinforzati per una grande rigidità laterale e prestazioni da top di gamma a un prezzo di fascia media. Gooseen - Ruote con raggi in fibra aramidica: 1167g per la coppia, con raggi da soli 2,2g ciascuno. Comfort e assorbimento vibrazioni al centro del progetto. Interfaccia mozzo in fibra intrecciata per un approccio tecnico originale. Prezzo? $2500. Gruppi trasmissione con ambizioni globali Ltwoo (L2): dal dietro le quinte al centro della scena con gruppi elettronici TT, compatibilità incrociata tra componenti e nuovi mozzi interni a 14 velocità. Il colpo grosso? Gruppi elettronici a $600 — pronti a sfidare Shimano e SRAM. S Ride e Sensar Ignite: gruppi economici pronti alla produzione, montati su bici entry-level. Sensar si propone come “la bici per tutti”. Componenti misti in carbonio OEM: guarniture, ragni per dischi, gabbie oversize... piccoli brand pronti alla vendita diretta con produzione 100% interna. Bici complete: dove il prezzo incontra la prestazione Camp Bicycles è un nuovo marchio cinese con DNA da corsa. Hanno presentato il modello Ace DA (Shimano Di2, telaio aero, 7,3kg) a soli $3.515, e una gamma mid-range completa a prezzi che i marchi occidentali non possono nemmeno sognare, senza sacrificare design o performance. Flying Pigeon: con oltre 500 milioni di bici prodotte dal 1950, rappresentano la memoria storica della bicicletta cinese. Ora si aggiornano con gruppi moderni per il mercato domestico. Dragon: uno spettacolo per gli occhi — o un trionfo dell’eccesso. Hanno presentato bici dorate da 7,7kg vendute fino a $4.600. Più apparenza che sostanza, ma impossibili da ignorare. Manifattura reinventata La stampa 3D era ovunque! Selle, manopole, telai sperimentali con strutture a nido d’ape. Un esempio? La sella Zinda 3D con binari in carbonio, solo 185g, al prezzo di $25. Questa è innovazione dirompente e accessibile oggi. Il contesto è tutto: perché Shanghai conta davvero Lo Shanghai Bicycle Show non è stato solo più grande di quello di Taipei, ma fondamentalmente più rilevante. Mentre eventi come Taipei restano ancorati al passato, Shanghai parla di futuro. I marchi cinesi non si limitano a esporre prodotti: presentano strategie, target definiti e strumenti integrati tra produzione, marketing e logistica. Non è solo una questione di geografia, ma un cambio strutturale di mentalità. Taipei guarda all’interno. Shanghai guarda avanti. Ma c’è un problema di fondo: anche i brand più promettenti si muovono in un mercato pieno di inefficienze. Ed è lì che si trova la vera opportunità. Scopriamola. Il vero nodo: l’industria evolve, ma l’infrastruttura no Lo Shanghai Show ha messo in luce un paradosso: l’industria bike corre sul fronte dell’innovazione, ma arranca su quello della trasformazione digitale. I dati sono frammentati. I brand OEM faticano a scalare nel DTC. La supply chain tradizionale è in conflitto con le nuove politiche di vendita diretta. I retailer non hanno dati prodotto consistenti. I distributori non riescono a gestire l’esplosione degli SKU. E le fiere fisiche, un tempo motore dell’industria, stanno perdendo efficacia. Oggi l’industria non ha bisogno di più ruote o gruppi trasmissione, ma di una piattaforma condivisa per organizzare questo caos. EurekaBike è l’infrastruttura per la Nuova Era della bike industry In questo momento di trasformazione, EurekaBike non è solo un marketplace o un sistema PIM/DAM. È lo strato infrastrutturale mancante che l’industria ciclistica stava aspettando. Per i brand occidentali, ottimizza i dati di prodotto su tutti i canali, riduce i costi operativi e migliora la visibilità con un sistema integrato. Per i brand asiatici emergenti, rappresenta la porta d’ingresso al mercato europeo — onboarding strutturato, formati standardizzati, distribuzione immediata. Per OEM e rivenditori, connette i prodotti alle persone — in modo chiaro, preciso e scalabile. Dove altri vedono caos, EurekaBike porta chiarezza. Dove altri vedono frammentazione, EurekaBike costruisce ponti. Dove altri rincorrono le tendenze, EurekaBike consente una comunicazione fluida e industriale. Chi coglierà l’occasione? Lo Shanghai Bicycle Show 2025 segna un nuovo inizio. Non solo per le bici scintillanti o i componenti leggeri — ma perché ci mostra chi ha fame, chi è pronto, chi sta costruendo il futuro. Taiwan rallenta. La Cina accelera. Ma il punto non è dove si produce. È chi sa connettere l’innovazione al mercato, nel modo più veloce, efficace e scalabile. EurekaBike è pronta a supportare chi vuole agire — che tu sia un brand storico in cerca di rilevanza o una stella nascente pronta a conquistare il mondo. Il futuro dell’industria ciclistica non è scritto in carbonio. È scritto nei dati. E il prossimo capitolo comincia adesso.
22-05-2025 Leggi Read
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Il futuro dell’industria della bicicletta: le tendenze chiave emerse al Bike Festival di Riva del Garda
In occasione della 31ª edizione del Bike Festival di Riva del Garda, si è tenuta una tavola rotonda con alcuni dei protagonisti più influenti dell’industria ciclistica europea. Moderati da Andrea di Pianeta Mountainbike erano presenti: Edoardo Girardi (General Manager di FSA Italia), Patrick Product Manager di Canyon, Mathias e Federica di Bosch, Nicola Gavardi Communication & PR Manager di Scott Italia, Marco Cislaghi Sales Manager di Mondraker Italia e Sergio Laurino di R Raymon. Ha partecipato alla tavola rotonda anche Jacopo Vigna, per indagare meglio come EurekaBike e la sua tecnologia possano integrarsi proattivamente all'interno dei processi e delle tendenze in atto.  Il tema al centro del dibattito era chiaro: qual è il futuro del mercato della bici in termini di trend? La risposta è stata articolata e multidimensionale, ma con alcuni punti ricorrenti: elettrificazione, dati, intelligenza artificiale e una maggiore integrazione tra prodotto e utente. Potenza, leggerezza e nuovi mercati urbani Sergio Laurino, country manager di R Raymon, ha aperto il confronto sottolineando come i trend chiave saranno potenza e leggerezza nelle e-bike. In Italia, ha osservato, siamo solo all’inizio dello sviluppo di modelli leggeri, ma le bici da commuting e urbane rappresentano un’area con altissimo potenziale. Non solo e-bike: anche le bici muscolari tradizionali continueranno a crescere e a generare valore. Altro punto cruciale secondo Sergio è la carenza di dati nel settore e la necessità di una maggiore cooperazione a livello europeo, sia sul prodotto che sui canali di vendita. Geometrie in evoluzione e integrazione smart Patrick, product manager di Canyon, ha confermato l’importanza crescente della potenza nelle e-bike, ma ha posto l’accento anche sulla sfida tecnica di integrare i sistemi elettrici nei telai di piccola taglia. Canyon sta lavorando sull’integrazione intelligente dei componenti elettronici e prevede che questa sarà una delle grandi tendenze nei prossimi 2-3 anni. Le geometrie, secondo lui, non avranno mai una “forma finale”: i percorsi cambiano, gli utenti cambiano, e anche le bici devono continuamente adattarsi alle mutevoli condizioni di utilizzo. Bosch: potenza sì, ma sotto controllo Mathias, responsabile prodotto per Bosch, ha delineato la visione del colosso tedesco: potenza e controllo. Per “controllo” si intende la gestione automatizzata dei livelli di assistenza, in modo da evitare slittamenti e comportamenti innaturali del motore. Bosch sta inoltre esplorando la modularità dei sistemi, immaginando bici che possano essere aggiornate periodicamente. Il vero timore? Le regolamentazioni, che potrebbero frenare l’innovazione. Bisogna stare attenti a non esagerare con la potenza dei motori delle eBike evitando così che i Legislatori nazionali comincino a sovra-normare il settore eBike, mettendo vincoli al suo sviluppo (esempio: obbligo di assicurazioni e targa, limite di utilizzo in sentieri di montagna, ...). Il gravel come nuovo epicentro della community Marco Cislaghi, rappresentante di Mondraker, ha puntato tutto su una parola: gravel. Dopo anni di focus sull’enduro e sulla competizione, il gravel rappresenta una rinascita della dimensione comunitaria che ha reso grande la MTB nei suoi anni d’oro. Dopo tre anni di sperimentazione con modelli e-gravel, l’azienda ha appena lanciato la sua prima gravel muscolare, ed è decisa a presidiare eventi e community nei prossimi anni. AI e dati: il carburante invisibile della crescita Jacopo Vigna, fondatore di EurekaBike, ha portato il discorso su un livello strategico: probabilmente l'evoluzione della performance del veicolo non è quello che serve maggiormanete all'industria in questo momento. Servirebbe forse più attenzione all’integrazione profonda tra dati biometrici, componenti smart e "trail digitali". Al di là di questi aspetti, tuttavia, il problema più urgente è a suo avviso l’inefficienza della supply chain e la mancanza di dati affidabili. Senza informazioni strutturate, nessuna innovazione potrà davvero scalare. Nicola di Scott ha rilanciato: l’intelligenza artificiale sarà il driver principale del futuro. In Italia, ha detto, il mercato si sta aprendo a un nuovo pubblico di utenti non tecnici, con esigenze completamente diverse dai racer. Serve parlare anche a loro, e per farlo abbiamo bisogno di dati reali, non solo sensazioni. Profilazione, abitudini d’uso, comportamenti d’acquisto: senza questi dati, il settore perde opportunità. Il rischio cinese e la lezione dell’automotive Edoardo Girardi, General Manager di FSA, ha lanciato un messaggio forte: “copiare dall’automotive sarà fondamentale”. L’arrivo dei brand cinesi in Europa è imminente, e rappresenta una minaccia concreta che l'industria europea della bici sarà costretta ad affrontare nei prossimi 2-4 anni. “Non potremo mai competere sul prezzo”, ha detto, “quindi dovremo farlo sul valore del brand, sulla visibilità e sull’unione tra marchi europei”. Solo collaborando a livello strategico l’industria europea potrà difendere il proprio mercato. Il parere dell'autore Come fondatore di EurekaBike e osservatore privilegiato dell’evoluzione dell’industria bike negli ultimi anni, credo che il vero “salto di specie” non sarà dato solo dai nuovi motori o dalle geometrie innovative, ma dalla capacità collettiva di ragionare come sistema. Non possiamo più permetterci di lavorare in silos: i dati devono fluire tra brand, canali, fornitori e rivenditori con la stessa agilità con cui scorre una catena ben lubrificata. Si parla tanto di performance, progettazione, infrastrutture, interazione uomo-macchina, ed è evidente che l’industry della bici è guidata da un motore potente e inarrestabile: la passione. È questa la forza che ci ha portato fino a qui, e che rende il nostro mondo unico. Ma – dobbiamo ammetterlo – è anche il suo più grande limite. Come appassionato prima ancora che come imprenditore, credo che l’innovazione di prodotto abbia ancora molte strade da percorrere. In particolare, c’è un’area che reputo sottovalutata e che dovrebbe essere centrale nei prossimi anni: la body protection. Su strada come in MTB, la sicurezza del corpo umano è rimasta indietro rispetto all’evoluzione dei veicoli e delle loro prestazioni. Serve un’accelerazione concreta anche qui. Ma se parliamo di problemi urgenti, allora dobbiamo spostare l’attenzione da ciò che si vede a ciò che non si vede. Il vero nodo della bike industry oggi non sono le performance, ma l’inefficienza. Un’inefficienza strutturale e diffusa, che si manifesta in tre forme molto concrete: Magazzini pieni di prodotti che non rispondono più alla domanda reale. Marginalità sempre più basse, che mettono a rischio la sostenibilità economica di tutta la filiera. Informazioni mancanti o non gestite, che impediscono decisioni rapide, coordinate e data-driven. In sintesi, il vero avversario non è la concorrenza cinese, né il calo della domanda stagionale: è la mancanza di controllo sul dato e sulla catena del valore. Chi saprà affrontare questo nodo con coraggio e metodo – integrando dati, piattaforme e processi – avrà in mano la chiave per costruire il futuro, non solo dei propri margini, ma dell’intero ecosistema ciclistico. Un’industria che cambia e una sfida collettiva da affrontare in partnership Il quadro emerso è quello di un settore in piena trasformazione. L’innovazione tecnologica prosegue su più fronti – motori, telai, geometrie – ma a fare davvero la differenza saranno i dati, l’adattabilità e la collaborazione. Che si parli di gravel, AI o modularità, il messaggio è chiaro: vinceranno le aziende che sapranno evolversi velocemente e costruire valore oltre il prodotto fisico, e questo sarà possibile soltanto se l'industria della bici europea saprà fare sistema.
11-05-2025 Leggi Read

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